Il ruolo della divisa

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    Caro direttore, l’editoriale dedicato al generale Figliuolo apparso su L’Alpino di luglio ha messo in evidenza il pensiero, la stima e l’orgoglio verso il generale per la gestione della campagna vaccinale. Anche io mi associo, ma ritengo che a una buona ed efficiente gestione, concorrano vari fattori e la divisa non è fra questi. Trovo normale che un militare di ogni grado la indossi in servizio come un meccanico la tuta, un medico il camice, ecc. Invece, tra i vari fattori che contribuiscono alla riuscita, sarebbero da considerare: la capacità produttiva dei vaccini, la disponibilità finanziaria e, non di meno, la validità e l’operatività di assistenti/collaboratori che lavorano dietro le quinte e di cui normalmente si parla poco. Ovviamente compito del capo è saper giustamente indirizzare e motivare. Infine, sono certo che il generale ritenga quanto sta facendo un “suo dovere” verso i propri connazionali e per questo bisogna ringraziare lui e tutti coloro che lo supportano in questa sfida a un nemico occulto.

    Ernesto Carboni, Gruppo di Ceriano Laghetto, Sezione di Milano

    Caro amico, sottoscrivo tutto, ma sulla divisa ti ribalto la provocazione. Sei proprio sicuro che la divisa non abbia un ruolo identificativo e rassicurante? Sarebbero lo stesso medici senza camice, celebranti senza paramenti, meccanici senza tuta…? L’uniforme non è la risposta ai problemi, ma è un simbolo che rimanda alla serietà della professione e alla coerenza con cui la si esercita.