Piccola patria alpina

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    È il giorno della festa per i cento anni della Sezione di Marostica, intitolata al ten. Giovanni Sebastiano Cecchin, Medaglia d’oro al Valore Militare, insignito anche di due Medaglie d’argento, ferito a morte sull’Ortigara. È doverosamente il giorno della memoria, della commemorazione dei Caduti e anche della festa. Ma l’alpino guarda avanti percorre il cammino dei ricordi convinto e fiducioso nel futuro. Ed il futuro si incarna nelle nuove generazioni, cresciute in un benessere “al chiaroscuro”, dove la labile memoria storica sembra non poter adeguatamente sostenere il necessario e naturale fermento progettuale.

    E proprio dalla piazza di Marostica, alle spalle del “Castello da basso”, dove i due contendenti alla mano della splendida Lionora si sfidarono pacificamente in una partita a scacchi, si leva il monito per «dare una mano ai nostri giovani», perché «gli alpini ci sono e ci saranno!». Sono le parole del presidente nazionale Sebastiano Favero, che così delinea pensiero e finalità dell’Associazione: «Dobbiamo e vogliamo trasmettere i nostri valori ai giovani, per farlo non ci sono grandi soluzioni se non tornare ad un servizio obbligatorio per tutti i giovani, dobbiamo avere il coraggio di dirlo e di farlo, perché i giovani di oggi ci sono, sanno e sono capaci di rispondere ‘presente’».

    Gli ha fatto eco, nella piena condivisione, il presidente della Sezione Fortunato Pigato, visibilmente commosso e grato per l’accoglienza e la partecipata risposta delle istituzioni e della cittadinanza ai numerosi eventi e conferenze organizzate dai vari Gruppi e culminate con la grande sfilata e cerimonia finale.

    Ringraziando gli alpini marosticensi del grande sforzo profuso nella preparazione della grande festa, non ha mancato di tributare l’onore ai Caduti di tutte le guerre e a sostare in silenzio, nel ricordo dei soci “andati avanti”. Il presidente sezionale ha potuto informare che, grazie al lavoro del socio e ricercatore Paolo Volpato, si è ufficialmente risaliti alla data di nascita della Sezione, avvenuta l’8 aprile 1923, con la riunione dei fondatori e l’elezione del primo presidente Oreste Battistello nell’allora trattoria al Risorgimento, ora albergo, dove quest’anno, nella stessa data, è stata collocata una targa commemorativa.

    Nel ricordo della benedizione del primo gagliardetto (ora vessillo) avvenuto nel settembre 1923 a malga Sorgazza, sulla catena del Lagorai, nel Comune di Pieve Tesino (Trento) dove aveva combattuto il primo presidente Battistello, ufficiale in forza al battaglione Valbrenta, domenica 3 settembre si è riproposta, nello stesso luogo, la cerimonia e la benedizione di un nuovo vessillo, con l’ufficio di don Ernesto Cabrele, amico degli alpini. In questo luogo sacro, il gruppo dei giovani alpini, molto attivo in Sezione, aveva effettuato una suggestiva fiaccolata la sera prima, deponendo una corona presso l’alloggio del ten. Cecchin.

    A livello di manifestazioni collaterali, i vari Gruppi, nel corso dell’anno, hanno organizzato mostre, conferenze e manifestazioni storiche e culturali di ottima caratura, con la collaborazione delle varie associazioni e istituzioni locali. Venerdì 8 settembre, ha concluso il ciclo storico- culturale la conferenza “Gli alpini di Marostica nella Storia d’Italia” sulle medaglie al Valore Militare conferite nelle e tra le due guerre mondiali ai combattenti della zona, i cui 18 Gruppi coprono un vasto territorio esteso anche verso l’altopiano di Asiago e comprende i Comuni di Marostica, Colceresa, Pianezze, Lusiana Conco e Schiavon.

    Lo storico e ricercatore Paolo Volpato – collaboratore del giornale e scrittore, oltre che coinvolgente divulgatore – ha guidato alpini e non in una appassionata descrizione di fatti e persone, con spunti di riflessione e racconti inediti. A corredo una interessante mostra sul Milite ignoto curata da Antonio Guglielmi con la collaborazione di Sergio Dal Molin. Sabato 9 settembre il sigillo dell’ufficialità con il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Marostica all’Ana, attribuita per “la profonda solidarietà e l’impegno instancabile dimostrato dall’Associazione non solo durante l’emergenza sanitaria del Covid- 19, ma anche per aver saputo trasmettere in molte occasioni i valori di fratellanza, solidarietà e condivisione”.

    Nella storica cornice del Castello Inferiore, dopo la riunione del Consiglio comunale in seduta straordinaria, il sindaco Matteo Mozzo ha consegnato le chiavi della città ai presidenti Sebastiano Favero e Fortunato Pigato, orgogliosi del riconoscimento, accolto anche come stimolo a continuare nell’impegno sociale. Erano presenti i sindaci del territorio e i componenti del Consiglio direttivo nazionale che successivamente si sono riuniti per la seduta mensile. In serata, nuovo momento di festa collettiva in piazza con il concerto-spettacolo “Onore 150 anni di alpini” di Fiorella Colomberotto, con il commento di Nicola Stefani e l’esibizione dei cori Ana di Marostica e della brigata Cadore Congedati.

    Grazie al contributo della locale Pro Marostica, che ha sostenuto l’organizzazione insieme al Comune, alla Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank e ai numerosi sponsor, il folto pubblico di spettatori ha potuto ammirare anche l’affascinante spettacolo pirotecnico finale dell’incendio del Castello. Domenica la cerimonia ufficiale di conclusione con la sfilata per le vie cittadine. Ad accompagnare il Labaro i vessilli di oltre 20 Sezioni in Italia e della Germania. Presenti i sindaci del territorio, i rappresentati di Regione Veneto, Provincia e parlamento, oltre al prefetto di Vicenza.

    Unitamente alle autorità militari locali, ha partecipato l’allora comandante del 7º Alpini, col. Andrea Carli e il serg. Andrea Adorno, unico alpino vivente insignito di Medaglia d’oro al V.M., che è stato gradito ospite in tutte le manifestazioni e ha testimoniato il suo personale attaccamento al Corpo degli alpini. Mons. Giuliano Brugnotto, vescovo di Vicenza, che ha concelebrato la Messa con i sacerdoti dell’unità pastorale, ha auspicato che gli alpini possano continuare a rappresentare un collante di relazione per sviluppare il senso di comunità e di partecipazione attiva nei nostri territori. L’ammainabandiera all’imponente pennone della piazza scaligera ha salutato gli alpini e ricordato che a primavera ci attende l’Adunata a Vicenza, per le penne nere di Marostica una trasferta appena… fuori porta!

    Giuseppe Primon