Parole alpine

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    La scena è stata conquistata dal reduce alpino Lodovico Portesine, classe 1918, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, al quale è stata conferita la cittadinanza onoraria di Ponzone. Portesine è nato nella frazione di Ciglione di Ponzone e risiede da anni a Genova. Quindi il prof. Carlo Prosperi ha dato il via alla premiazione. Inizialmente è stata attribuita la menzione d’onore per il generale Gian Paolo Agosto per la sua preziosissima testimonianza sull’intervento di soccorso portato delle truppe alpine a seguito della catastrofe del Vajont del 9 ottobre 1963, testimonianza apparsa sul numero 35, aprile 2018, del giornale sezionale acquese “L’ottantunesima penna”.

    Quindi per la sezione “Tesi di laurea” il premio è stato assegnato a Erika Trivellato che ha presentato la propria tesi dal titolo “Diario di un alpino – Guglielmo Stefanon nella Prima guerra mondiale”. Nella sezione “narrativa” ha vinto il libro di Francesca Brosadola “Divenne neve – Lorenzo Brosadola, Medaglia d’Oro del Gemona”. L’autrice è la nipote di Lorenzo Brosadola, friulano e tenente del btg. Gemona, Medaglia d’Oro al Valor Militare per la strenua resistenza a Selenyj Jar, battaglia in cui fu dichiarato disperso. Tramite un’ampia documentazione familiare di lettere, fotografie, documenti, viene ricostruita dettagliatamente la vita di Brosadola, persona solare con tanti valori. Il testo è scorrevole, i documenti ben commentati tanto da creare nel lettore un sentimento di vicinanza a quanto narrato. Alla conclusione del libro, nella parte riservata ai ringraziamenti l’autrice scrive: “Devo inoltre esprimere la mia riconoscenza a tutti gli alpini in quanto tali, il loro esempio di altruismo privo di retorica mi ha spinto a sperare che il racconto della vita di uno di loro possa aiutare le nuove generazioni a non perdere di vista il significato vero di senso del dovere, generosità e dedizione al prossimo”. Per la categoria “storico saggistica” la scelta della giuria è caduta ex aequo su due opere, prima sono stati chiamati a ricevere il premio Mauro Ezio Cavalleri e John Ceruti, con Walter Belotti autori di “Amerigo Maroni – Quando il buon Dio volle…” con sotto titolo “1917-1918 Il ripiegamento al Grappa e la prigionia in Austria nelle memorie di un alpino dalignese del battaglione Valcamonica”.

    Questo libro nasce grazie al ritrovamento in una soffitta di un quaderno di memorie in cui l’alpino Amerigo Maroni descrive i giorni del novembre 1917 con la ritirata dal Lagorai al massiccio del Grappa, la cattura in battaglia e l’anno di prigionia nelle mani degli austroungarici. Gli autori hanno il merito di verificare l’attendibilità del manoscritto e di integrare le parole di Maroni con utili approfondimenti. Nel libro vengono descritti alcuni aspetti “scomodi” tipo la mancata assistenza del Governo Italiano ai prigionieri e il trattamento riservato ai rimpatriati dopo la prigionia con la permanenza coatta e gli interrogatori nei centri di raccolta. Subito dopo è stato chiamato l’altro premiato della categoria “storico saggistica”, Carlo Giordano, autore di “I soldati della montagna” con sotto titolo “una valle e i suoi alpini, storia dei battaglioni Dronero, Val Maira e Bicocca – in appendice diario di guerra di Giovanni Marino”.

    Il titolo potrebbe trarre in inganno e far pensare che il testo tratti solo di vicende locali ma in realtà non è così poiché, oltre a mostrare lo stretto legame tra le penne nere e la popolazione circostante, attraverso la storia dei battaglioni alpini gravitanti su Dronero e la Val Maira, percorre la storia d’Italia da fine Ottocento alla Seconda guerra mondiale. L’autore ha avuto il merito di svolgere un enorme lavoro su numerose fonti, il libro infatti presenta un gran numero di note ricche di contenuti e vengono trattati anche fatti storicamente poco conosciuti. In appendice il diario di Giovanni Marino, reduce della Grande Guerra.

    Guido Galliano