Parma Il cuore della citt

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    Capita, nei primi giorni della settimana dell’adunata, di fare un confronto con l’anno precedente. Per pronosticare l’affluenza, sondare il gradimento della città, l’atteggiamento della gente nei confronti degli alpini che già attaccano striscioni e tricolori e per l’aria si diffonde un nonsoché di attesa e di festa. È successo anche a Parma, una città certamente alpina per il contributo che ha dato alle Penne Nere sin dalla costituzione del Corpo, ma che un’adunata non l’aveva vista mai. L’adunata, anzi, l’Adunata, è un qualcosa che non si può ignorare, lascia un segno: Bedeschi lo chiamerebbe il segreto degli alpini , un desiderio di rivivere ancora una città diversa, allegra, amica. E, per un sabato, una domenica, c’è chi ci sorride, spontaneamente, ci fa dimenticare tanti affanni (che restano, ma sembra di non essere più soli ad affrontarli).

    Ecco dunque che la città, un po’ sorniona, sanguigna, focosa e forte come la sua terra, ha risposto con tutta la sua generosità. Certo, abbiamo letto su qualche vetrina di negozio Si riapre martedì : il proprietario non potrà mai raccontare l’Adunata. Ma tutti gli altri hanno risposto prima con curiosità e poi con entusiasmo. Girando per la città, nonostante la ressa nei bar, nei ristoranti, nei negozi abbiamo trovato sempre persone gentili, disponibili. Che ci hanno detto: tornate, tornate ancora. Parma ha mostrato il suo cuore e lo ha fatto sin dall’arrivo della Bandiera del 3º reggimento, facendo ala ai reparti che sfilavano. E fino all’ammainabandiera, al termine di una giornata esaltante e d’una sfilata durata undici ore, assiepando piazza Garibaldi. Racconteremo l’adunata nel numero di luglio, come è consuetudine, con una serie di articoli e una galleria di fotografie. Per intanto diamo una anticipazione: qualche immagine che è solo una piccola parte dell’adunata che abbiamo ancora negli occhi.
    (Le immagini si possono vedere scaricando il numero di giugno in PDF)