Archivio
Il 41º pellegrinaggio al Sacrario San Matteo organizzato dal Gruppo di Valfurva, coadiuvato dalla Sezione di Tirano, quest’anno si è svolto con un programma ridotto a causa del maltempo. Non è stata celebrata la Messa al bivacco “Battaglione Monte Ortler” in Vallumbrina a 3.122 metri, mentre presso il monumento ai Caduti al rifugio Berni, si è svolta regolarmente la cerimonia commemorativa, i discorsi ufficiali e la Messa celebrata dal parroco di Valfurva mons. Andrea Caelli a ricordo dei Caduti della Grande Guerra.
Come spesso accade nell’arco dell’anno alcune manifestazioni programmate da noi alpini o da altre associazioni si sovrappongono, e questo comporta sempre il classico disagio di dover scegliere a quale portare la nostra presenza. Questa volta ci siamo trovati con disponibilità maggiore di alpini e pertanto alcuni hanno partecipato alla cerimonia del Gruppo di Vajont e altri, compreso il sottoscritto, hanno partecipato alla cerimonia al tempio di Cargnacco per il rientro di undici urne di soldati ignoti provenienti dalla Russia.
È “andato avanti” il penultimo reduce del gruppo di Edolo, Abele Festa detto Giacumì. Forse te lo ricordi, avevate scattato una bella foto sotto il portico della chiesetta in Mola. Su richiesta della famiglia e degli alpini di Edolo faccio da ambasciatore e ti chiedo se è possibile inserire qualche riga.
Augusto Tevini - Gruppo di Edolo
Da alcuni anni la scuola primaria di Rumo (Trento) ha avviato un progetto di approfondimento per conoscere meglio il ruolo e la vita delle persone a cui è dedicata la loro scuola: Odoardo Focherini e Maria Marchesi. Durante l’ultima guerra Odoardo e Maria, insieme a don Dante Sala e ad altri amici, decisero di aiutare un centinaio di ebrei a scappare in Svizzera, per salvarli dalle persecuzioni e dai campi di concentramento.
La collaborazione tra il Gruppo di Onigo e l’Istituto comprensivo di Pederobba ebbe inizio nel 2010 con l’allestimento di una mostra di “vetrate”: una serie di mosaici realizzati con carta velina a più colori, eseguiti dagli alunni dell’Istituto di Pederobba nell’arco di un decennio. Contemporaneamente si svolse un concorso di pittura a tecnica libera che coinvolse anche i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Sernaglia della Battaglia (Treviso).
I ritmi e i gesti sono sempre gli stessi e testimoniano certo l’attaccamento alla tradizione. Nel fare degli alpini, però, c’è qualcosa di più: il piacere di incontrarsi fisicamente, la necessità di caricare le batterie riflettendo sui sacrifici dei nostri Padri e soprattutto un’attenzione alla propria terra che rende differente ogni incontro.
La 57ª commemorazione dei Caduti del battaglione alpini Monte Cervino è stata celebrata nella cappella degli alpini di Cervinia. La cerimonia, favorita dal bel tempo, ha visto una nutrita partecipazione già dalla sfilata mattutina, ritmata dalla musica della fanfara sezionale. Alpini e autorità sono quindi salite alla chiesetta, a quota 2.196 metri, per l’alzabandiera e la deposizione di una corona in ricordo dei Caduti.
Penne nere d’Europa Perfino il cielo, sopra Marcinelle, sembrava compiaciuto nel vedere le penne nere d’Europa radunate nei pressi della tristemente famosa miniera. Un sole che filtrava nell’aria tersa, come raramente si vede nelle uggiose giornate di quelle parti, sembrava avallare la bontà di una iniziativa che rendeva onore ai morti, mentre celebrava la dignità di un popolo di emigranti, orgogliosamente fieri della loro Patria di origine e del cappello indossato al suo servizio.
Caro direttore, mi chiamo Luciano Busca, ho 53 anni e sono il segretario del nostro Gruppo; lo sono dal 1982, quando mi congedai, e le scrivo a proposito del suo editoriale di ottobre e del dibattuto tema della nostra Preghiera.
Da tre anni a questa parte il Gruppo di Vercana (Sezione di Colico) si riunisce per festeggiare un amico speciale, il caporal maggiore Andrea Aggio Pedroli, classe 1932, due occhi azzurri come il cielo d’estate che si illuminano di felicità quando sente intonare una canzone alpina. Andrea è sulla sedia a rotelle, la sua malattia non gli permette di camminare o muoversi in autonomia e nemmeno di parlare.
Sono la moglie di un alpino cocciuto come un mulo. L’alpino in questione è Erminio Guerini, classe 1935, del Gruppo alpini di Iseo, Sezione di Brescia, che a ottant’anni si ostina ancora a voler tagliare l’erba in un terreno che abbiamo dietro casa, ripido e pieno di sassi. Finché il 16 giugno è inciampato cadendo su una piccola staccionata posizionata più in basso del pendio, rompendo la staccionata e anche la schiena.
L’antico borgo montenegrino di Budva ha ospitato il 30º Congresso degli Ifms, a cui hanno partecipato le dieci delegazioni aderenti alla Federazione Internazionale dei soldati di Montagna: Italia, Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Svizzera, Polonia, Austria, Slovenia e Montenegro. A trent’anni dalla sua costituzione la Federazione mantiene integri i suoi valori fondamentali: promuovere l’amicizia e la fraternità tra i rappresentanti di quegli eserciti nemici, nel secolo scorso, per la realizzazione di un mondo di pace.