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Il 21 gennaio scorso al Tempio della Madonna del Conforto di Cargnacco (Pozzuolo del Friuli, Udine) dedicato ai Caduti e dispersi della Campagna di Russia, ha avuto luogo l’annuale cerimonia di commemorazione e ricordo di quanti hanno partecipato a quella sfortunata epopea, in molti casi senza aver poi fatto ritorno a casa. La ricorrenza di quest’anno, organizzata come sempre dalla Sezione di Udine con la collaborazione della brigata alpina Julia e dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia e dal Comune di Pozzuolo, assume particolare significato poiché ricorda il 75º anniversario della battaglia di Nikolajewka, quando i resti della nostra Armata riuscirono a sfondare l’accerchiamento sovietico e, dopo una lunga marcia, far ritorno in Patria.
Suggerisco di organizzare uno dei prossimi raduni a Scampia, Napoli. Forse è la volta buona che le strade vengono pulite, i muri puliti ecc… Tutto quello che è il vivere civile ed una vostra presenza potrebbe solo che fare bene.
Marino Visentin
“La pace si studia, la pace si impara”. Questa è l’importante lezione che il Gruppo di Monte Casale, guidato da Gino Chemolli, ha proposto ad alunni e insegnanti delle classi V delle scuole elementari di Pietramurata e Sarche. L’esperienza ha unito alpini e alunni insieme per conoscere la storia dei propri luoghi attraverso i valori della pace e della tolleranza. Per queste ragioni si è organizzata un’uscita educativa presso il Sacrario militare di Castel Dante e la Campana della Pace “Maria Dolens”, sul colle di Miravalle a Rovereto.
Alla Messa di commemorazione per i 70 anni dalla morte di re Vittorio Emanuele III presso il santuario di Vicoforte, dove di recente sono state posate le sue spoglie, era presente un signore che indossava il cappello alpino. Anche se solo a titolo personale credo che il cappello alpino vada indossato per altre occasioni.
Giuseppe Avico
In occasione dell’80º di fondazione gli alpini del Gruppo di Ziano Piacentino hanno ospitato il raduno della Sezione di Piacenza. La manifestazione è iniziata nel pomeriggio di sabato con la Messa, concelebrata dal cappellano sezionale don Stefano Garilli e dal parroco don Piero Schiaffonati al cimitero di Vicomarino, paese nativo e ultima dimora dei gemelli Giulio e Silvio Daturi, ufficiali alpini, caduti sul fronte greco-albanese.
Fine anno, tempo di bilanci, di considerazioni e di buoni propostiti per il futuro. Soprattutto numeri, da snocciolare, raffrontare e commentare, e nei quali spesso ognuno di noi riesce a vedere ciò che più lo esalta… o lo atterrisce. I numeri sono freddi, è vero, ma sono anche il banco di lavoro del Supporto VolA, piattaforma della Pc Ana, che mi ha inviato il resoconto al 31 dicembre 2017. Un traguardo che riscalda gli animi e ricarica tutti noi di entusiasmo; sono dati che è giusto condividere con la grande Famiglia alpina. Innanzitutto, siamo in tanti!
Scrivo in merito alla parola “straniero” nella lettera di Beppe Parazzini su L’Alpino di dicembre. Arguta, originale e persino inquietante l’osservazione del Presidente emerito. Risveglia in me due considerazioni. La prima si appoggia alla “saggezza del poi” ossia, si potrebbe dire, dovevamo pensarci prima, almeno una settantina di anni fa e il problema “emigrazione” forse non sarebbe assurto ai livelli che oggi constatiamo.
Sabato 13 e domenica 14 gennaio le Sezioni Ana della Provincia di Cuneo (Ceva, Cuneo, Mondovì e Saluzzo, cui spettava quest’anno l’organizzazione solenne della manifestazione) hanno ricordato il 75º anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka, in memoria del sacrificio degli alpini della divisione Cuneense in Russia.
Di recente il missionario don Franco Beati, accompagnato da due suoi parrocchiani, è rientrato in Italia per qualche mese di riposo dalla Guinea Bissau, dove da circa dieci anni svolge la sua opera come missionario del Pime.
Ho letto su L’Alpino il ricordo della visita sul ponte di Perati dell’alpino Giovanni Zarpellon e il tuo commento sulla necessità “di investire maggiormente sullo studio di quanto accaduto in quelle terre”. Concordo quando scrivi che “Baskim, con gli alpini, riesce sempre a far rivivere momenti di grande intensità”. Anch’io sono stato lì con Baskim e in quel posto per noi sacro, vi ho posto un guidoncino del Gruppo di Riva del Garda.
Novità importanti nella Sezione di Treviso: è arrivata in Sede sezionale una nuova motopompa in grado di operare efficacemente durante i frequenti allagamenti che si verificano nel territorio. Si tratta di un mezzo acquistato tramite il contributo messo a disposizione dal Dipartimento di Protezione Civile.
Quella grande foto di mio nonno paterno, orgoglioso nella sua divisa alpina di fine Ottocento, mi aveva sempre incuriosito. Capeggiava sopra la vecchia radio Phonola nella cucina-salotto, collegata all’emporio di un paesino delle Valli del Natisone, dove avevo trascorso i miei primi vent’anni, tra i fitti boschi e il fiume, a contatto con la natura che fu grande maestra di vita.