Nobili obiettivi, ma…

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    Sono un alpino classe 1932 iscritto al Gruppo di Imperia. Concordo con la proposta di referendum sul servizio militare avanzata dall’alpino Gino de Mari e pubblicata su L’Alpino di dicembre. In appoggio alla proposta si potrebbe argomentare che il servizio militare comprenderebbe anche un’educazione civica più incisiva e completa di quella ricevuta in età scolastica. L’educazione civica sviluppa la cosciente convinzione della partecipazione alla vita politica che si esprime attraverso il diritto di voto e che è utile per lo sviluppo della democrazia, e quindi riduce in prospettiva il numero degli indifferenti e cioè delle persone che non partecipano al voto per un senso di delusione verso i partiti. Quindi sia i partiti politici interessati alla diminuzione del numero delle astensioni nelle votazioni, sia le famiglie che vedrebbero ritornare a casa i propri figli muniti dei principi di onestà, laboriosità, altruismo ed educazione civica, avrebbero buoni motivi per appoggiare la nostra proposta. Si potrebbe anche aggiungere che il servizio militare non è obbligatorio ma facoltativo per i giovani iscritti ad un’Associazione di volontariato Onlus.

    Emanuele Ramone, Gruppo di Imperia

    Caro Emanuele, gli obiettivi che tu proponi sono condivisibili e nobili, ma la strada per arrivarci passa certamente dalle istituzioni, ma prima ancora ha bisogno di una rivoluzione culturale e pedagogica che modifichi il sentire di intere nuove generazioni. La rivoluzione piccolo borghese che da cinquant’anni in qua ha seppellito i valori della tradizione a vantaggio di una illusoria felicità, costruita sul potere economico e su quello mediatico del successo a buon mercato, hanno di fatto seminato un senso di individualismo, che ha fatto morire la pietà insieme al senso del bene comune.