Alcune osservazioni

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    Caro don Bruno, non è che l’aria di Milano ti sta (lo dico con affetto) imborghesendo? Le risposte, un po’ di “comodo”, che hai dato a un paio di lettere nel numero di dicembre mi fanno temere di sì. Alla lettera “Un referendum per la naja” nella quale Gino de Mari proponeva una raccolta firme, hai risposto di temere che della cosa possano impadronirsi i partiti per i loro non sempre opportuni obiettivi politici. Ora tu sai che l’idea della raccolta firme (metodo Pannella) nel mio piccolo la propongo da anni, e ne parlammo anche in una delle tue tante salite a Belluno. Non dobbiamo avere paura della politica, perché prima o poi le proposte devono arrivare in Parlamento. Le battaglie (di idee) vanno combattute senza avere paura di perderle in partenza. Nella lettera “Eredi distratti” del tuo conterraneo Giglio Antolini, lamenti l’indifferenza degli eredi verso la lodevole iniziativa delle “Medaglie dei Caduti nella Grande Guerra”. Il mio Gruppo di Salce questa iniziativa l’ha fatta al termine delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra grazie alla indispensabile collaborazione del Gruppo di Reana del Rojale (Sezione di Udine) e in particolare al suo Capogruppo Daniele Bertoni. Su 27 Medaglie di Caduti, i cui nomi sono scolpiti nel nostro monumento di Salce, ben 26 sono state consegnate alle famiglie di eredi che hanno presenziato alla cerimonia di consegna, entusiasti e ammirati dalla nostra iniziativa. Nella mia, non brevissima esperienza di Capogruppo è stata una fra le cerimonie più toccanti e gratificanti. Il rammarico è, come evidenziato da Giglio Antolini, nel constatare come gran parte della nostra Associazione non abbia aderito all’iniziativa della Regione Friuli. Gelosie o indifferenza? Non diamo colpa agli “altri” (in questo caso gli eredi), ma portiamo avanti con entusiasmo e convinzione le nostre iniziative e gli “altri” ci seguiranno.

    Cesare Colbertaldo

    Caro Cesare, più che imborghesito credo di essermi essenzializzato. Per venire però alle tue osservazioni vorrei rassicurarti. Prima di tutto sulla mia concezione della politica. Se hai letto il mio editoriale di gennaio (scritto non per difendermi dalle tue punture di spillo!) avrai avuto modo di capire come la penso. Quanto alle medaglie ai Caduti, ribadisco che il successo di questa iniziativa, più che all’interesse dei parenti dipende dalla passione e dalla competenza dei Gruppi che operano sul territorio. La vostra esperienza ne è la conferma. Sull’opportunità di un referendum ribadisco le mie perplessità, anzi la mia contrarietà. E non per ragioni di pigrizia borghese. Un referendum è una precisa iniziativa di tipo politico che domanda organizzazione, investimenti economici, con il rischio di far passare presso gli italiani l’idea che l’Ana sia più concentrata a ritagliarsi spazi di potere più che ad essere quello per cui è diffusamente apprezzata. Tanto più che al fianco ci troveremmo subito quei partiti che dicono di condividere le nostre iniziative, con gli esiti che ben puoi immaginare. Quello che è successo alla Chiesa con la Dc, se mai la storia ci potesse insegnare qualcosa.