No global e dintorni: il dibattito continua

    0
    44

    Il mio articolo No Global e dintorni pubblicato nel numero di dicembre non ha trovato consenzienti alcuni nostri lettori. Riportiamo la sintesi di alcune lettere.



    Equo e solidale


    Ho letto con interesse il suo pezzo condividendone i contenuti fino al punto in cui inizia a parlare dei motivi del raduno definendoli pretestuosi, ingannevoli e di parte. Mi interesso da anni di commercio equo e solidale con tutti i risvolti ad esso connessi ed è con persone come lei, superficiali nei giudizi e poco obiettive, che si fa la maggior fatica nel far passare alcuni concetti. Mi vorrebbe spiegare perché un litro di petrolio, a conti fatti, costa meno di un litro d’acqua minerale?Se per lei va bene lavorare 10 12 ore al giorno per sei giorni la settimana, riuscendo a portare a casa solo un po’ di riso e di fagioli per sfamare la famiglia, la assumo io.


    Ivano Tregnaghi Meledo di Sarego (VI)


    Lotta pacifica


    Dalla lettura dell’articolo traspare un odio viscerale verso coloro che non condividono l’attuale conduzione del mondo e che per farlo lo esprimono a modo loro, a volte in modo anche non condivisibile. Quello che non comprendo è il perché qualcuno continui a preoccuparsi del fatto che a Firenze non sia
    successo niente. Ma cosa doveva succedere, forse la fine del mondo per dar così ragione ai corvi che l’anticipavano?Onde evitare facili fraintendimenti premetto
    che il Casarini di turno mi è tutt’altro che simpatico così come lo sono i black block. Voler però criminalizzare tutti coloro che non condividono le posizioni egemoniche degli attuali padroni del mondo e che per farlo utilizzano modi pacifici, non mi sembra corretto e tutt’altro che affine al messaggio cristiano o
    gandhiano che si voglia.


    Tarcisio Meneghello Solighetto (TV)


    Non solo alpini


    Non sono d’accordo con quanto scritto nel suo articolo che mi sembra molto superficiale e fa di tutte le erbe un fascio. Mi occupo di volontariato da anni e,
    pur essendo un obiettore di coscienza, ho stima degli alpini quando si occupano di salvare vite umane sotto le macerie di un terremoto o aiutano gli sfollati delle
    inondazioni.
    Le ricordo che quando c’è da aiutare la gente non ci sono solo gli alpini; c’è un mare di persone comuni, poco visibili, provenienti dalle più disparate esperienze
    civili che spesso si identificano negli ideali del pacifismo e dei no global.
    Le chiedo quindi di rivedere le sue posizioni approfondendo l’argomento perché la superficialità è solo causa di malintesi.


    Vittorio Bertoletti Esine (BS)


    Nord e Sud


    Nel tuo articolo scrivi che la guerra non la vuole nessuno; mi sembra invece che Bush la guerra la voglia, tanto da spingere i vescovi americani alla stesura di
    un documento in cui si condanna la guerra.
    Per quanto riguarda la favoletta del 20 che produce oltre che consumare basta rendersi conto ed esaminare da dove vengono alcuni prodotti fondamentali.
    Il nord del mondo non consuma solo del suo. Per funzionare, il sistema industriale ha bisogno di energia principalmente di petrolio. Il nord oggi ne produce il 49 ma ne consuma il 71 . L’industria dipende da un centinaio di minerali: nel 1988 il nord ha consumato i 2/3, del rame, dell’alluminio e del piombo prodotti a livello mondiale. Dunque il consumo di metalli è fortemente concentrato nelle nazioni ricche. Dal sud importiamo prodotti agricoli, sia come materie prime sia come prodotti alimentari. È dunque dimostrato che la nostra ricchezza si basa sulle risorse rastrellate a livello planetario per far funzionare la nostra voracità consumistica. Sinteticamente: il nord si arricchisce alle spalle del sud attraverso
    il controllo commerciale, lo sfruttamento del lavoro e lo sfruttamento del debito.


    Luca Rubele Grezzana (VR)



    Nessuno contesta i pacifici, né coloro che si battono in difesa dei più deboli, dei più poveri, dei più trascurati. Possiamo e questo era il senso del mio intervento non essere d’accordo sul modo , sulle strumentalizzazioni, sulle mistificazioni. Spaccare le vetrine, incendiare auto in sosta, prendersela con le forze dell’ordine non ha nulla a che vedere con la difesa della gente del cosiddetto Terzo Mondo. Quanto ai volontari, gli alpini non hanno mai preteso di essere gli unici, anzi: sono ogni giorno a contatto con chi fa il volontariato e spesso, come nel caso della raccolta del Banco alimentare e di altre iniziative di solidarietà, lavorano insieme.