Nello Sri Lanka conclusa la prima fase d'intervento dell'ospedale da campo ANA

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    Avviata la cooperazione con l’Aispo per il passaggio delle consegne e la formazione del personale medico e paramedico locale. Allo studio alcuni progetti sanitari e per il rilancio dell’economia dell’isola.

    Dopo cinque mesi di permanenza nell’isola di Kinnya, nello Sri Lanka devastato dallo tsunami, l’ospedale da campo dell’ANA ha concluso la missione legata all’emergenza. Ma il suo compito non è ancora terminato.
    L’ultimo turno di 25 fra medici, infermieri professionali e personale tecnico resterà a Kinnya fino alla metà di questo mese di giugno, poi farà ritorno in Italia. Il nostro ospedale da campo passerà in gestione al Dipartimento nazionale di Protezione civile e continuerà ad operare in attesa del nuovo ospedale da campo che sarà costruito su mandato del nostro governo. Intanto sarà avviata una fase di transizione, d’intesa con l’Aispo, l’Associazione italiana di solidarietà fra i popoli Fondazione San Raffaele di Milano, lo stesso ospedale che per tanti mesi ha fornito personale medico e paramedico per il funzionamento del nostro ospedale da campo durante i giorni di grave emergenza e quelli successivi dell’emergenza stabilizzata.

    Nei cinque mesi appena trascorsi l’attività del nostro ospedale è stata molto intensa, come è comprensibile essendo l’unica struttura di pronto soccorso in un’area spianata dall’onda assassina e dove ogni edificio, ospedale compreso, era stato raso al suolo o gravemente danneggiato e pericolante. La fase che si prospetta ora è, in collaborazione con l’Aispo, quella del graduale passaggio di responsabilità fra medici e infermieri italiani e quelli cingalesi, con conseguente addestramento del personale in modo da garantire una transizione morbida nella conduzione dell’ospedale.

    L’Associazione alpini sarà dunque ancora presente nello Sri Lanka, anche perché è allo studio la fattibilità di alcuni progetti di cooperazione con l'Aispo orientati verso l’assistenza medico sanitaria e il rilancio delle attività economiche dell’isola. Questi progetti saranno finanziati con il fondo raccolto dall’Associazione alpini attraverso una colletta lanciata nel giorni successivi alla tragedia che ha provocato oltre duecentomila morti, e con quanto perverrà all’ANA anche da istituzioni private che hanno garantito il loro contributo dopo che sarà definito il programma di intervento.