Nel cuore gli Alpini più lontani

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    Si dice che al momento di congedarsi dagli alpini che vivono all’estero si viene colti da un turbine di sentimenti che, condensati, si traducono in grande ammirazione e uno struggente desiderio di tornare da questi nostri connazionali che abbiamo nel cuore e che con il loro lavoro e soprattutto con il loro comportamento hanno fatto e continuano a fare onore all’Italia dovunque si trovino: in Canada o in Germania, in Argentina o in Australia, paese dal quale è tornato da poco il nostro presidente nazionale Corrado Perona, accompagnato dal consigliere Ferruccio Minelli, delegato ai contatti con le Sezioni all’estero.

     

    In Australia vivono circa quattrocento alpini ed altrettanti soci aggregati: con i familiari, ormai spesso di tre generazioni, fanno un bel numero. Sono distribuiti in nove Sezioni, coordinate da Giuseppe Querin in questo continente che ha distanze per noi inimmaginabili: ci vogliono, per esempio, due giorni e mezzo in auto per andare da Dimbulah, nel North Queensland, a Perth. Si comprende, quindi, con quali sacrifici gli alpini delle Sezioni australiane si ritrovino per la loro assemblea.

    Quest’anno sabato 27 e domenica 28 ottobre si è tenuta a Perth, il cui giovane e dinamico presidente Roberto Puntel fa ben sperare nel futuro delle nostre Sezioni all’estero per l’entusiasmo e l’attaccamento all’Associazione dimostrati durante i giorni della visita del presidente. Con Puntel, erano presenti i presidenti delle sezioni di Adelaide, Brisbane, Canberra, Griffith, Melbourne, Sydney, Wollongong e i capigruppo di Epping e Dandenong. C’era anche una delegazione del gruppo Piavon, della sezione di Treviso e del gruppo di Caltrano della sezione di Vicenza con il vessillo scortato da Giovanni Querin, gemello del presidente della sezione di Sydney Giuseppe.

    Assente la Sezione più lontana (quasi 5.500 chilometri!): North Queensland, il cui presidente Vittorio Pellizzer ha fatto pervenire al presidente Perona una accorata lettera dalla quale traspare, intatto, l’orgoglio di essere alpino e di condividere con i confratelli alpini australiani i valori mai venuti meno in tanti anni di lontananza dall’amata Patria. Sabato sera, nell’atmosfera gioiosa del Club Toscano, accolti dalla simpatia del dinamico presidente Fernando Pagani, 320 alpini, aggregati e famigliari oltre a 120 soci del Club hanno partecipato a una cena che si è svolta in un’atmosfera particolarmente festosa.

    Domenica mattina, a Villa Terenzio, la prima parte ufficiale: sfilata, alzabandiera al canto dell’Inno di Mameli, deposizione di una corona al monumento eretto in onore del “Soldato d’Italia”. È stato, questo, un momento di grande commozione, soprattutto da parte di tre reduci che erano ai posti d’onore, circondati da grande rispetto e affetto. È seguita una Messa officiata da due cappellani, uno dei quali, figlio di uno emigrato italiano, ha tenuto una bellissima omelia. Nel pomeriggio la Convention al Club Toscano, il momento più atteso: Perona ha portato il saluto degli alpini in Patria, ha detto dell’attenzione dell’ANA per le sezioni all’estero, la riconoscenza agli alpini emigrati che non hanno mai dimenticato la Madrepatria.

    I presidenti hanno svolto una breve relazione sulla vita delle rispettive Sezioni illustrando le varie iniziative di carattere associativo e patriottico. Sono emersi una grande vitalità e un grande impegno nell’organizzare iniziative per raccogliere fondi da destinare ad opere di beneficenza a favore di anziani, handicappati, ospedali: dimostrando che, in Italia o all’estero, “l’alpin l’è semper quel”.

    Dalle relazioni sono emersi due fenomeni comuni non solo alle Sezioni australiane ma anche a tutte le altre Sezioni all’estero: la diminuzione delle iscrizioni dei soci, il loro inesorabile progressivo invecchiamento e il corrispettivo aumento dei soci aggregati, sempre più presenti nelle attività della Sezione. Quanto alla loro posizione nell’ambito associativo ha risposto Ferruccio Minelli riportando la decisione del CDN, in linea con lo Statuto, che non prevede l’assegnazione di cariche a soci aggregati. Ciò non toglie, ha però aggiunto Minelli, che il socio aggregato possa avere incarichi, che possa rendersi utile nelle attività e nella vita stessa della Sezione o dei Gruppi.

    Questo, ovviamente, è un principio che non contrasta con lo Statuto associativo ed è applicabile ai soci aggregati di ogni Gruppo e Sezione ANA, in Italia e all’estero. “È stata istituita – ha ricordato Minelli – anche la figura del socio aiutante, che è molto di più di quella d’un socio aggregato. Oltre, per ora, non è possibile andare”. Si è deciso infine che la prossima riunione si terrà nel 2014 a Wollongong. A tutti ha risposto il presidente Perona che ha rinnovato l’affetto e la grande considerazione per questi alpini che, pur lontani, continuano ad avere l’Italia nel cuore e a trasmettere ai giovani i valori che sono il fondamento della nostra Associazione.

    Ha ringraziato il presidente della sezione di Perth Roberto Puntel e la moglie Silvia che si sono prodigati per rendere gradevole il soggiorno della delegazione giunta dall’Italia nella bella città di Perth, unitamente al Comitato organizzatore della Convention, con Giuseppe Querin e il past-president Artemio Valvasori.

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    Fin qui la parte relativa alla Convention; i giorni successivi sono stati occupati da visite e altri momenti ufficiali. Due, principalmente, domenica 4 e domenica 11 novembre. Domenica 4, a Villa Terenzio, il presidente ha partecipato alla celebrazione della Giornata delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia. Una solenne cerimonia si è svolta a Villa Terenzio, alla presenza del console italiano a Perth Adriano Tedde, di tanti alpini e di tutte le associazione d’Arma italiane. La domenica successiva, nell’annuale anniversario del Ricordo dei Caduti australiani, il presidente è stato ospite di una scuola elementare di 540 alunni, ai quali ha parlato del valore della libertà e della solidarietà. Ed ha ricordato la vicenda di un soldato australiano che nel 1943 si era paracadutato nelle campagne del Biellese dopo che il suo aereo era stato colpito dalla contraerea. La famiglia di una fattoria, pur con grande rischio, lo tenne nascosto per due anni, fino al termine della guerra. I contadini vicini sapevano del nascondiglio dell’australiano, ma nessuno parlò. “Questo soldato combatteva per la libertà, e quella famiglia e quanti lo proteggevano lo sapevano”, ha concluso.

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    Era tempo di fare ritorno. Il presidente, che era accompagnato dalla moglie Anna, si è congedato da Puntel e Querin con un “grazie” esteso a tutti gli alpini in Australia per quanto hanno fatto e fanno nello spirito dei nostri Padri. Ha detto loro arrivederci, perché anche se questa è stata l’ultima sua visita come presidente nazionale, scadendo il suo mandato a fine maggio, “tornerò come alpino”, ha promesso: a Perth vivono la figlia Marta con il marito e la piccola Mia. Gli incontri saranno meno ufficiali, ma con lo stesso, se non maggior calore.