Mininaja: bilancio e futuro

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    Il 1º ottobre 388 ragazzi e 140 ragazze hanno terminato le tre settimane di stage nei reparti alpini, nelle caserme di Belluno, Bousson (Torino), San Candido (Bolzano) e Aosta. Per la mininaja, che in questo terzo turno (il primo si è svolto nel 2009, il secondo a luglio 2010) ha mutato il nome ufficiale da Pianeta Difesa in Vivi le Forze Armate , sono pervenute 6.500 domande d’ammissione, di cui 1.159 per i reparti alpini, circa 1.000 per i paracadutisti, altrettante per la Marina e i Carabinieri e le rimanenti per le altre specialità dell’Esercito.

    Le linee guida della mininaja sono stabilite nell’articolo 55 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Il comma 5bis parla, tra l’altro, della parte economica: Nell’ambito delle iniziative per la diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni, è autorizzata la spesa di euro 6.599.720 per l’anno 2010, euro 5.846.720 per l’anno 2011 ed euro 7.500.000 per l’anno 2012, per l’organizzazione da parte delle Forze armate, in via sperimentale per un triennio, di corsi di formazione a carattere teorico pratico tendenti a rafforzare la conoscenza e la condivisione dei valori che da esse promanano e che sono alla base della presenza dei militari italiani di tutte le componenti operative nelle missioni internazionali. ( ) .

    In attesa dell’incontro di dicembre con Assoarma che definirà le specifiche dell’iniziativa, per il 2011 sono previsti quattro turni di stage tra giugno e settembre. Per ogni anno saranno disponibili 5.000 posti, di cui 1.600 nelle Truppe alpine.

    Pubblicato sul numero di novembre 2010 de L’Alpino.