Milano senza il tricolore

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    Mi associo anch’io alle lagnanze di quanti hanno stigmatizzato la mancanza del tricolore in quel di Milano. Gratti pure anche a me la schiena! Tanto, a questo punto, dopo aver lasciato le unghie – di Gatto Silvestro – sullo specchio ed i polpastrelli sulla schiena del signor Pala di Genova, Le saranno rimasti solo i peli! Che gran solletico! In questi ultimi anni, con tempo soleggiato ed impegni familiari permettendo, ho partecipato a diverse Adunate in bicicletta: Piacenza, Pordenone, Bergamo (si ricorda le mura e tutte le case affacciate sul percorso – e non solo quelle – con un tricolore alla finestra?) e Trento. Appena entrato in provincia di Trento ho visto, in ogni paese, un tripudio di bandiere tricolori ed un affettuoso benvenuto agli alpini. Quest’anno per arrivare nel centro di Milano ho fatto la ciclabile della Martesana. Nulla o quasi sia di tricolore che di benvenuto sul percorso: Martesana, zona Garibaldi, Palazzo della Regione, Cimitero Monumentale e zona centro. L’unica zona con il tricolore? Il quartiere Cinese (con la “C” maiuscola perché se lo meritano). Tutta la via era attraversata da festoni, ad intervalli regolari, con una miriade di bandierine tricolori. Con questo non voglio certamente sminuire l’impegno e far mancare il plauso a quanti si sono impegnati per la buona riuscita dell’Adunata: come giustamente da Lei sottolineato.

    Giuseppe Algisi, Gruppo Predore, Sezione Bergamo

    Caro Giuseppe, pubblico questo tuo scritto, fuori tempo massimo, solo perché mi hai fatto ridere col tuo incipit. Fossi qui, altro che pelo solleticante. Tirerei fuori unghie leonine, ma solo come divertissement, per dimostrare che un direttore è sempre un lottatore, che abbia ragione o torto. Quando molla è finito. Ciò detto chapeau ai cinesi, concordo in pieno.