L’articolo 52 della Costituzione

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    Senza nulla togliere alla nobiltà dell’articolo 1 della nostra Carta Costituzionale, meriterebbe di essere festeggiato alla prima favorevole occasione, l’articolo 52: un enunciato di solennità e di colore insoliti in un testo la cui formulazione letteraria non si distacca, di regola, da un tono di “dimesso tecnicismo”. Una tale iniziativa potrebbe essere di diritto, prerogativa dell’Ana e delle premurose redini del suo Presidente. Cosa ne pensi tu, direttore? Ti assumeresti, facendomi contento, l’onere di un suadente input? Antonio Rossi Caro amico, riporto qui di seguito l’articolo 52, giusto per ricordarlo a chi non l’avesse presente. “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze Armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”. A fronte di tanta chiarezza, va detto che la Costituzione è diventata un po’ come tante povere vedove sudamericane. Ognuno le usa a proprio piacere. Le discussioni generiche sul ripristino del servizio di leva mi lasciano molti interrogativi: il ten. Piero Cambe nella sua lettera sul numero di settembre parla di aspetto pedagogico e sociale, ma allora io mi chiedo se ci si riferisce solo al servizio militare e non anche al servizio civile, se ci riferiamo solo agli uomini o anche alle donne, come è giusto che sia nell’Italia di oggi. La nostra Costituzione, all’articolo 52, stabilisce che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”, e quindi di tutti gli uomini e le donne cittadini italiani. Ma la difesa della Patria non si fa solo con le armi da fuoco, con gli aerei e con le navi, ma anche con la tutela dell’immenso patrimonio ambientale, artistico e sociale del nostro Paese. E devo riconoscere che l’Ana in questo ambito ha molte cose da insegnare a tutti. Che cosa si intende allora per naja oggi? Se si parla di servizio militare non si dovrebbe dimenticare che un militare è un uomo armato, o comunque uno specialista addestrato che agisce in supporto ad un sistema d’arma, per la difesa del Paese, e che gli aspetti pedagogici e sociali sono una ricaduta del servizio militare, ma non certo lo scopo fondamentale delle Forze Armate. Se parliamo, in genere, di servizio al Paese (non solo militare), allora il discorso si fa più articolato e interessante. Però, io credo che, al di là delle buone intenzioni un po’ velleitarie, dovremmo chiarire che tipo di servizio abbiamo in mente, a quali e quante persone (uomini e donne) si rivolgerebbe, quanto dovrebbe durare e quanto costerebbe al bilancio dello Stato. Altrimenti siamo, per citare il poeta latino Orazio, “laudatores temporis acti”, solo dei nostalgici del tempo passato.

    Rodolfo Gamberale

    Caro amico, credo che servizio civile e servizio militare abbiano entrambi una valenza pedagogica, anche se noi alpini siamo chiaramente più favorevoli al secondo. La differenza tra i due è sottile e cercherò di spiegare il perché. Il servizio militare è la presa di coscienza di un obbligo che è quello di difendere e servire la Patria, come recita la Costituzione. Quindi si colloca sul versante degli obblighi morali verso il proprio Paese, quasi come un Dna che uno dovrebbe portarsi dentro fin da piccolo, a prescindere da quello che poi dovrebbe fare. Il servizio civile invece richiama piuttosto una sensibilità operativa verso le emergenze del Paese, come a dire: se c’è bisogno chiamate o comandate. Ma se non c’è bisogno…