Memorie di guerra

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    Il collega lettore Giuseppe Malerba della buona e bella terra del Molise, con la sua di febbraio mette bene in evidenza gli orrori delle guerre. Lo fa per bocca di suo nonno e di suo padre, soldati nella Prima e Seconda guerra. Un racconto breve ma molto esaustivo, più completo di un trattato sugli effetti orrendi di un conflitto. Nonno e papà si sono trovati entrambi, a distanza di vent’anni, come in una nemesi storica, a svolgere gli stessi compiti impietosi, ad improvvisarsi carrettieri nel raccogliere decine, centinaia di commilitoni Caduti per dar loro degna sepoltura. Il fiume (Piave?) era diventato rosso nella ’15-’18, dice il primo, i corpi dei compagni erano dilaniati dalle bombe, racconta il secondo nella ’40-’45. “Abbiamo capito oppure non abbiamo ancora capito che cos’è la vita?” si domanda in chiusura l’attento, sensibile nipote-figlio. In tutta umiltà ci permettiamo di rispondere noi: la vita è sacra e come tale va vissuta senza guerre, in pace, perché siamo nati per amare, questo è il segreto della felicità quaggiù, che troveremo anche lassù presso “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. Ma se proprio vogliamo dare una risposta del perché spesso le vite nostre siano le une contro le altre in un continuo singolar tenzone, guerra, non dobbiamo mai dimenticare che le guerre sono fatte scoppiare per dei motivi prettamente economici, finanziari, commercio di armi, in primis. È accaduto alla Prima e Seconda guerra mondiale, sta accadendo ancora, purtroppo, ma speriamo che in futuro non accada più. Abbracci a tutta la grande famiglia Ana, con tanti auguri di buona salute a cominciare dal suo umanista cantore direttore Bruno Fasani.

    Piero Pistori, Gruppo di Quinto (Sezione Verona)

    Caro Piero, apparentemente queste tue righe sembrano andare fuori tema (come ci dicevano un tempo a scuola), vista la “guerra” che stiamo combattendo contro un virus che ci sta succhiando tutte le energie possibili. In realtà, tra le righe tu dici una cosa profondamente vera, là dove affermi che le guerre scoppiano sempre per motivi economici, finanziari… È profondamente vero ed è su questo che dobbiamo prestare il massimo di attenzione. Qualche anno fa eravamo tutti a inneggiare alla globalizzazione, al mondo diventato una sola grande casa. Oggi scopriamo che la globalizzazione era solo degli affari, che anziché unirci ci sta pian piano facendo diventare concorrenti e spesso rivali. Si pensi alla guerra dei dazi tra Usa e Cina, tra Usa ed Europa, alla Brexit, alle contrapposizioni all’interno dell’Europa. Penso che sia solo concentrandoci su quello che ci fa stare bene insieme, ossia a nuovi principi di civiltà, che riusciremo ad evitare il passo del gambero.