MAROSTICA – Il cappello centenario

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    Durante un’escursione sull’Altipiano di Asiago, in località Malga Mandrielle, assieme ad amici che condividono l’amore per la natura e le vicende storiche legate indissolubilmente a questa montagna, ho rinvenuto una testimonianza straordinaria, legata al primo conflitto mondiale. Era un sabato di luglio, verso il tramonto.

    Il sole irradiava il bosco con fasci di luce densa e surreale come in un quadro naif. Chi conosce e ama la montagna sa che questo è il momento più suggestivo della giornata. Percorrendo un piccolo sentiero dentro il bosco, abbiamo scorto, sopra un sedile di roccia, dei pezzi di cuoio, diversi barattoli e parti di gavette di tipo alpino (più grandi rispetto a quelle di fanteria) mescolati a materiale austriaco e sparsi un po’ dappertutto.

    La sensazione che lì fosse accaduto qualcosa in tempo di guerra si è diffusa tra noi. Tutto il materiale era molto deteriorato, irrecuperabile. Ispezionando qua e là, rivoltando un piccolo gavettino, dal terreno misto di faggeti e larici, ho visto sporgere un lembo di panno marrone-verde, ho cercato di liberarlo delicatamente con le dita, ma era completamente inglobato nelle radici erbose. Non volevo credere ai miei occhi, ma ho riconosciuto la sagoma di un cappello alpino. Il cuore batteva forte, il sole radente illuminava proprio quella porzione di terreno, quasi a volermi facilitare il compito. Con un piccolo attrezzo, riuscii a ritagliare la porzione di terreno che inglobava il panno, riponendo il tutto in una sacca.

    C’è stato bisogno di un delicato e lungo restauro, in quanto il cappello presentava diversi strappi e, data l’estrema fragilità del materiale, non è stato facile riportarlo alla forma originale. Con opera certosina, ma con immensa passione e delicatezza, ora il cappello ha assunto la forma originale. Inevitabile il commovente pensiero al soldato cui era appartenuto il cappello ed alla sua sorte, ben sapendo che l’alpino non lo abbandona, se non dopo l’ultimo respiro. La zona del ritrovamento è caratterizzata dalla presenza di diversi cimiteri militari sia italiani che austro-ungarici; per tutti i tre anni della Grande Guerra i sentieri dell’Altipiano sono stati percorsi da migliaia di soldati, tanti dei quali non sono ritornati.

    Oggi, il grande Tempio ossario e i tanti cimiteri di guerra, testimoniano il grave tributo in vite, mentre i musei raccolgono reperti di materiali ed armi, oltre che testimonianze di reduci e ricordi dei molti sacrifici umani. Non è retorica, ma convinzione profonda, che il cappello ritrovato, nell’ammantare ed abbracciare tutti i Caduti di tutte le guerre, ci infonde la gioia di apprezzare e mantenere la pace e la pacifica convivenza, quale grande tributo per onorare l’estremo sacrificio di tutti i giovani soldati vittime dell’odio.

    Sergio Mezzalira