Sono amica del Gruppo di Montemurlo da diversi anni, sono cresciuta nel mondo alpino grazie a mio padre, capogruppo da una vita. Questi ultimi giorni in Toscana sono stati davvero difficili, siamo stati colpiti nel profondo, abbiamo vissuto quello che mai si possa credere che possa succedere a te. Quelle immagini che generalmente si vedono al telegiornale, adesso sono ben impresse nei nostri occhi. Questa volta le abbiamo vissute sulla nostra pelle. Quante volte siamo partiti in aiuto dei nostri amici colpiti da calamità e quanto orgoglio ci abbiamo messo nel farlo, oggi quegli amici erano tutti qui… a casa nostra ad aiutare proprio noi. Il volontariato è questo. È qualcosa che abbiamo dentro, tutti possiamo farlo, in tanti modi diversi e gli alpini lo sanno bene. Stavolta però è stato diverso non eravamo soli, non sono arrivate solo le Colonne mobili regionali, la Protezione civile o l’Esercito: il grande orgoglio è stato vedere migliaia di giovani, studenti, bambini o intere società sportive riversi in strada con guanti e pala con l’unico scopo di aiutare. È stata una vera corsa di solidarietà, chi non ha avuto la possibilità di aiutare a spalare non è mancato con thermos di caffè o sacchetti di panini, nessuno è rimasto a guardare. La Toscana vi dice grazie, siamo caduti ma ci siamo rialzati grazie a voi.
Caterina Baglioni
Cara Caterina, c’è più di una ragione di conforto in quello che racconti. I giovani, tanti giovani, lo constatiamo ogni volta, sono sempre pronti a rispondere “presente”: ma sarebbe importante che questo lodevole quanto occasionale ed emozionale spontaneismo si trasformasse in impegno costante, grazie magari anche alla volontà dello Stato che proponesse a tutti loro forme organizzate di servizio alla comunità.