Due facce della stessa medaglia?

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    Nutro oggi qualche perplessità sul rapporto di continuità tra alpini in armi e Ana che ci farebbe appartenere ad un’unica, grande famiglia. Ho partecipato al raduno del 1º Raggruppamento nel centenario della Sezione di Aosta. Con me due amici, anche loro allievi di corsi Auc (il mio era il 52º). La manifestazione era coinvolgente e molto attesa da noi, giacché ci riportava al momento della Smalp, vissuto nella sede della Cesare Battisti. Ebbene, ritenendo fosse cosa quasi naturale, ho richiesto telefonicamente, qualificandomi, l’autorizzazione ad una breve visita al complesso militare. L’emozione era intensa, ma ho accolto con stupore e amarezza il rifiuto che mi è stato opposto. A nulla sono valse le assicurazioni di un comportamento adeguato e discreto: «… La caserma è visitabile solo il 4 novembre per motivi di sicurezza, vista la manifestazione in atto. Il comandante ha tassativamente proibito l’accesso». Non è mia intenzione polemizzare: un ordine è un ordine, ma mi sfuggono però il senso e la motivazione, visto il contesto. Vorrei precisare che ho servito in un reparto Nato (btg. Susa e Saluzzo) e che parimenti al generale comandante ho prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica, sia come allievo sia come ufficiale, ma già… forse quella era un’altra Repubblica. Forse avrei dovuto giurare una terza volta di non essere eversivo. Non ci resta allora, con buona pace di tutti, che accettare il pensiero che ebbe a manifestare un anonimo maggiore durante un briefing al comando di Brigata: «Voi non servite a nulla, siete sempre stati e siete inutili in un esercito moderno». Naturalmente posso aver pensato male, ma….

    Leandro Stoppino, Sezione Acqui Terme

    Caro Leandro, spero che l’anonimo maggiore non avesse fatto quell’affermazione al tempo del tuo corso Auc. Nel 1968, infatti, l’Esercito italiano non era poi così moderno e dotazioni e tecniche di combattimento erano assimilabili a quelle della Guerra di Corea. I sottufficiali operativi, poi, erano davvero pochi, per cui gli ufficiali di complemento servivano, eccome (basterebbe per questo andare a vedere quante Movm sono state concesse ai sottotenenti nella Seconda guerra mondiale). Al di là di questo, non metterei sullo stesso piano il rifiuto che hai ricevuto ad Aosta con l’assioma che vuole Ana e alpini in armi come due facce della stessa medaglia. In questo numero, ad esempio, troverai un servizio dedicato a Vardirex, l’esercitazione di Protezione civile a cui Truppe Alpine e Pc Ana partecipano sinergicamente. Come pure saprai che in alcuni reggimenti sono nati Gruppi Ana regolarmente iscritti alla nostra Associazione. L’Ana è da sempre sostenitrice di molte iniziative delle Truppe Alpine (a cominciare ad esempio dai loro Campionati sciistici) ed è stata co-protagonista delle celebrazioni per i 150 anni della fondazione del Corpo degli alpini a Napoli. Una caserma operativa, però, resta un’area militare, non è come la sede di un Gruppo Ana e non ci si può entrare previa una semplice telefonata. Anche se abbiamo prestato giuramento e siamo stati ufficiali, siamo stati posti in congedo illimitato e l’anagrafe ci ha ormai pure tolto da ogni possibilità di richiamo e reimpiego. Ciò vale comunque per tutti i settori: chi ha lavorato per qualsiasi azienda sa che può riaccedervi solo in determinate occasioni, preventivamente concordate.