Leva, professionisti, obiettori e servizio civile: facciamo chiarezza

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    Il ministro Carlo Giovanardi ha messo a fuoco un argomento sul quale (anche all’interno della nostra Associazione) c’è sempre stata un po’ di confusione: la differenza tra servizio di leva obbligatorio, servizio militare volontario, obiezione
    di coscienza e servizio civile volontario.
    Sono quattro istituti differenti sui quali, una volta per tutte e grazie anche al ministro Giovanardi, che ci è molto amico, vorremmo fare chiarezza.

     

    LEVA OBBLIGATORIA
    La nostra Associazione sostiene che sospendere la leva obbligatoria è stato un gravissimo errore, anche forse, soprattutto sotto il profilo sociale. Il servizio militare pone giovani di diversa estrazione, cultura e provenienza davanti alle stesse responsabilità e doveri. È una scuola di vita, che matura il giovane e lo consegna alla società con precisi valori di riferimento che lo accompagneranno per sempre.
    Non c’è modello di difesa che valga, se manca il modello di coscienza civile e morale.
    E da questo nostro convincimento non intendiamo recedere.

     

    SERVIZIO MILITARE VOLONTARIO
    È certamente necessario ed ha diversi livelli di impegno. Il VFA, volontario a ferma annuale, è quello che si avvicina di più al tradizionale militare di leva, soprattutto se il giovane può essere impegnato in missioni di pace anche all’estero e, in Patria, in servizi significativamente utili, capaci di dargli le indispensabili motivazioni e soddisfazioni.
    Purché, aggiungiamo, non sia posto in condizione di sudditanza nei confronti del volontario a lunga ferma.

     

    VOLONTARI A FERMA LUNGA
    Il volontario a ferma lunga è un professionista che per preparazione ed esperienza è certamente in grado di svolgere missioni all’estero, soprattutto quelle che comportano rischi legati alla particolare situazione dello scacchiere nel quale può essere impiegato (come in Bosnia, Afghanistan, Iraq).

     

    OBIETTORI DI COSCIENZA
    Venivano chiamati così quei giovani che rifiutavano il servizio militare. Ce n’erano certamente in buona fede: ragazzi che preferivano andare controcorrente perché avevano delle convinzioni e che svolgevano poi il servizio di obiezione di coscienza con onestà pari alla serietà con la quale, se avessero voluto, avrebbero fatto il servizio di leva.
    Ma quanti erano in buonafede?Davvero pochi. Negli ultimi anni l’Italia aveva il triplo, il quadruplo degli obiettori degli altri Paesi europei (fino a 90 mila!). Venivano accusati di sfuggire alle proprie responsabilità perché lasciavano agli altri ciò che avrebbero dovuto fare anche loro. Oggi, con la sospensione della leva obbligatoria, sono drasticamente cadute le obiezioni di coscienza ed il mondo del volontariato, che era contrario alla leva militare e che veniva alimentato soprattutto dagli obiettori, è entrato in crisi.

     

    SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO
    Per questo è nata l’idea di un servizio civile nazionale su base volontaria, in attesa di rendere anche questo obbligatorio e dare in tal modo ai giovani (ragazzi e ragazze) la possibilità di servire il Paese per un certo periodo della loro vita, impegnandosi in servizi socialmente utili. Come del resto spiega lo stesso ministro
    Giovanardi, i giovani al termine degli studi si trovano davanti a un bivio: possono rendersi utili alla Patria vestendo volontariamente la divisa per un anno, oppure possono rendersi ugualmente utili alla Patria compiendo un servizio non armato ed aiutare gli altri, entrando come volontari nel Servizio civile nazionale. Ed è in quest’ambito che si aprono nuove prospettive anche per la nostra Associazione, che potrebbe avviare progetti nell’ambito dei programmi previsti dal Servizio civile
    nazionale. Per esempio, la cura dei Sacrari, ma anche dei musei all’aperto e dei luoghi della memoria; e infine anche partecipando a progetti di impiego a fianco della nostra Protezione civile, dell’ospedale da campo, del nostro Centro Studi, delle nostre squadre cinofile, e perfino delle varie sezioni.
    Poi, una volta terminato il servizio civile con gli alpini Ma stiamo parlando del poi. Forse è il caso di iniziare a parlare dell’adesso, prima di perdere il treno.