…Lascialo andare per le Tue montagne…

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    di Gianbattista Silini cappellano degli alpini

     

    Una emozione piena di stupore e di gratitudine per la montagna mi accompagna in questi giorni e desidero confidarvela, cari alpini. Il suggerimento mi venuto dall’UNESCO, che ha indicato di prestare quest’anno speciale attenzione alla montagna. Viene subito alla mente l’Ortigara, il Pasubio, il monte Canino, l’Adamello fino alle catene montuose del confine greco albanese. Su tutte c’ una Croce, un piccolo cimitero da campo, vecchi camminamenti, baracche abbandonate a testimonianza di giovani vite che si sono immolate fino al dono supremo di s. Tutto lass, su quelle cime, oggi pace serena, dominate da un sole che inonda ancora di luce fulgida e commossa i nostri occhi e il cuore.
    Ma queste montagne ricordano che anche nella Bibbia il monte il luogo della rivelazione di Dio, dell’incontro con Lui, della preghiera. Sarebbe bello ripercorrere insieme i numerosi passi della Scrittura nei quali viene menzionato. Mi limito a ricordare il monte Sinai, chiamato pure il monte di Dio, dove il Signore apparve a Mos e gli affid la missione di fare uscire il suo popolo dall’Egitto. Su quel monte Dio parl pure al profeta Elia, che ne percep la presenza in una sottile voce di silenzio. Anche nel Nuovo Testamento ritorna sovente la menzione della montagna. Leggiamo, infatti, che Ges, dopo aver passato le giornate insegnando nel tempio, si ritirava di notte sul monte a pregare. E, prima di scegliere gli apostoli, va sul monte per ascoltare la voce del Padre e conoscere la sua volont; ancora su un monte alto si trasfigura davanti a tre discepoli. Spesso si reca sul monte degli Ulivi a pregare (Luca 21,37; Giovanni 8,1); l pronuncia il discorso della predizione della distruzione di Gerusalemme, inquietante allegoria della fine dei tempi (Matteo 24), d inizio alla Passione e dal monte degli Ulivi sale verso il cielo nel giorno dell’Ascensione.
    Dunque, il monte, la montagna, simbolo di solitudine, di intimit con Dio, di incontro ogni volta nuovo con il Signore. Non sono esperienze lontane da noi, sono possibili, solo che abbiamo il coraggio di non fare delle nostre montagne un luogo di rumore e superficialit.
    Cari Alpini, in questo incontro con voi ho accennato al valore simbolico dei monti biblici e a quelli della nostra storia lontana e vicina. In realt essi incarnano valori
    perenni. Nella loro altezza e maestosit evocano la trascendenza e la fedelt divine nei confronti dell’uomo. Altre volte richiamano l’eternit e la stabilit proprio attraverso la loro inamovibilit.
    Ma come non ricordare il sacrificio enorme di Ges con la sua morte e risurrezione sul monte Calvario per la nostra salvezza?Anche per molti nostri fratelli Alpini stato chiesto, su altre tormentate montagne, un sacrificio, una morte: nella croce di Cristo la loro donazione non deve e non pu essere sepolta nella dimenticanza. Come per Ges, cos anche per i nostri fratelli Alpini, queste montagne si trasformano e devono diventare creature di pace per essere cantori di un coro cosmico di lode al Creatore: Esultino le montagne davanti al Signore che viene, lodate il Signore, monti e voi tutte colline, …benedite o monti e voi tutte colline….
    E noi con fierezza possiamo aggiungere: Dio del cielo, signore delle cime, un nostro amico hai chiesto alla montagna, ma ti preghiamo lascialo andare per le tue montagne…