L’arma della voce

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    Caro direttore, è sempre un piacere leggerti, complimenti a te ed alla redazione per l’ottimo lavoro svolto. Approfitto per esternare un pensiero che non vuole essere una lamentazione, non sono il tipo, direi più una riflessione: il 13 dicembre in occasione della Messa per i Caduti in Duomo a Milano, il coro Ana di Milano, come consuetudine, era presente per seguire la Messa, sebbene a ranghi molto ridotti come da regole Covid-19 dettate dalla curia milanese. Ti assicuro non è stata cosa da poco cantare in 4 in Duomo, voci scarsamente allenate, la non abitudine di cantare ognuno di noi pressoché da solo, abituati come siamo ad un gruppo di 40 persone. Eppure credo sia andata bene, a detta di tanti abbiamo fatto una buona figura e noi siamo felici, abbiamo dato risalto alla nostra Messa in modo professionale, con grande suggestione. Ritengo, soprattutto in quest’anno di pandemia e di grandi difficoltà nello svolgimento di qualsiasi attività, che un cenno alla nostra cantata seppur limitata dovesse essere evidenziata, cosa che non avviene sul numero de L’Alpino di gennaio. Al coro fa bene un po’ di visibilità nell’ambito mediatico Ana. Anche noi come le Sezioni e i Gruppi viviamo essenzialmente di soddisfazioni. Per il corista che per 11 mesi all’anno, due volte alla settimana più concerti viene menzionato laddove possibile, ti assicuro essere una gratificazione importante ed assai significativa. Sono certo capirai il senso di questa mia, grazie fin d’ora per l’attenzione.

    Paolo Ghioldi, Presidente coro Ana Milano

    Amico mio, dalle mie parti si dice che quando difetta la natura, supplisce la grazia. Più laicamente si dirà che “ogni buon soldà con ogni arma fa”. E voi da buoni alpini, con l’arma della voce avete fatto un piccolo miracolo. In quattro, ma non certo in quattro gatti.