L’arma del voto

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    Mi riferisco alla risposta che lei ha dato a Emanuele Ramon sul numero di febbraio, sulla proposta di un referendum popolare per un servizio militare facoltativo che comprendesse l’educazione civica finalizzata a riscoprire i valori veri del vivere e a stimolare l’interesse per la partecipazione onesta alle decisioni politiche mediante il voto. Da 89enne (appassionato di storia locale e da anni amico degli alpini del Gruppo di Santa Lucia di Piave) mi chiedo, preoccupato, se dobbiamo assistere inermi al consolidarsi dei danni sociali e morali – come lei ha esattamente sintetizzato nella risposta – provocati in oltre 50 anni dalla “rivoluzione piccolo borghese che ha seppellito i valori della tradizione a vantaggio di una illusoria felicità costruita sul potere economico e mediatico a buon mercato”? Il voto è un’arma, ma inutile se non si sa chi difendere e contro chi usarla per ristabilire il buon senso e il vero spirito democratico. Un grazie e un cordialissimo augurio di buona salute.

    Innocente Soligon

    Caro amico nella mia risposta mi esprimevo a sfavore di un referendum indetto dall’Ana, che avrebbe finito per essere una scelta politicamente ambigua e pericolosa, ma sono assolutamente concorde che bisogna tornare ad essere protagonisti nella scelta di persone da mandare in Parlamento, portatrici di volontà di rinnovamento e di una visione della politica di alto spessore etico. L’assuefazione al male e alla mediocrità sono pur sempre una forma di colpevole responsabilità.