La svolta di Bertagnolli

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    Il capitolo Friuli fu uno spaccato di vita associativa che cambiò profondamente chi lo visse e, per certi versi, l’Associazione stessa. I verbali del Consiglio Direttivo del 1976 raccontano di un uomo, il Presidente nazionale FRANCO BERTAGNOLLI, risoluto, decisionista, fermo nelle sue convinzioni. Se la partenza verso il Friuli fu una scelta corale e condivisa da tutti gli alpini, un appello raccolto con incoscienza ragionata, la decisione di accendere il motore e partire, fu quasi esclusivamente sua. Bertagnolli era conscio del rischio che stava correndo, ma le indecisioni e i timori erano zittiti dalla cieca fiducia verso gli alpini che avrebbero risposto positivamente, sarebbero partiti, avrebbero lavorato organizzandosi secondo le disposizioni, offrendo ai fradis conforto, coraggio e mani grandi per la ricostruzione. Quando morì, Caprioli allora Presidente in carica, lo ricordò con queste parole: “Ancora una volta hai voluto chiamare i tuoi alpini attorno a te: sono venuti tutti, perché anche coloro che non hanno potuto oggi essere presenti hanno mandato a Mezzocorona il loro cuore, per salutarti. Sono venuti tutti, come quando ci hai chiamati per andare ad aiutare i fradis furlan: per scrivere, sotto la tua competente guida, la più bella pagina della nostra storia associativa. Con i tuoi alpini sono qui oggi tutte le genti del Friuli, e le genti dell’Irpinia. Ci sono qui, per dirti addio, anche gli americani, il cui governo volle dare all’Ana una ingentissima somma e la mise nelle tue mani perché ne facessi il migliore uso; perché sapeva che mani più pulite non poteva trovare” . Quei mesi di lavoro in Friuli furono una sorta di naja tesa verso gli altri, una esperienza che generò nuove amicizie, consolidò quelle di lunga data e, per ognuno dei volontari, rappresentò una parentesi esaltante, staccata dalla quotidianità, governata unicamente dal “metodo alpino”. Il Friuli è stato metabolizzato ed è oggi, e sarà sempre, una colonna portante che Bertagnolli ideò e poté innalzare per mano degli alpini.