La storia non è di parte

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    Ho letto con attenzione l’editoriale di maggio a firma di Lorenzo Coluzzi, che condivido senza riserve. La campagna di Russia fu una campagna di aggressione? Certamente sì. Può essere in qualche modo giustificata? Sicuramente no. Ciò premesso, avendo insegnato storia per lunghi anni nei licei, mi permetto di completare il quadro. Lo stato aggredito (cioè l’Urss di Stalin) fino al 22 giugno 1941 (invasione dell’Unione Sovietica da parte di Hitler) era di fatto alleata con la Germania nazista, avendo sottoscritto il patto Molotov- Ribbentrop il 23 agosto 1939. Patto a cui seguirono due accordi commerciali nel 1940 e nel 1941. Nel settembre 1939 Stalin e Hitler aggredirono la Polonia di comune accordo e se la spartirono. Nella parte orientale non si contarono le atrocità commesse dai sovietici (cito ad esempio le fosse di Katyn), che legittimarono anche l’occupazione nazista della parte occidentale. Grazie al patto Molotov-Ribbentrop l’Urss aggredì la Finlandia, occupò i paesi baltici e pure la Bessarabia, instaurando un feroce regime repressivo. In quel periodo fu ordinato da Mosca ai partiti comunisti di non sostenere in alcun modo i governi “borghesi” di Francia e Gran Bretagna. Il povero Umberto Terracini (che firmò poi la nostra carta costituzionale) fu addirittura espulso dal Pci per aver criticato lo scellerato patto Molotov-Ribbentrop, e fu riammesso solo nel 1943. Il regime stalinista fu talmente spietato che in Ucraina e nei paesi baltici le avanguardie tedesche (potrei citare al riguardo numerose e attendibili fonti) furono salutate come liberatrici. L’entusiasmo, poi, durò poco, a causa dell’ottusa crudeltà di cui i nazisti si resero protagonisti. Passando al 1944, per non dilungarmi troppo, l’Armata Rossa si attestò alle porte di Varsavia e non diede il minimo aiuto agli insorti, permettendo ai tedeschi di sterminarli senza pietà. Rifiutò persino di concedere le proprie basi agli angloamericani che volevano inviare aiuti e supporto aereo agli insorti polacchi. Con cinismo degno del personaggio, Stalin si rifiutò altresì di dichiarare guerra al Giappone fino al 1945. In tutti i paesi dell’est “liberati” per modo di dire, l’Urss impose infine, con metodi assai poco democratici, regimi filosovietici che fecero strame della libertà, creando quella “cortina di ferro” che fu denunciata da Winston Churchill. Tutto ciò determinò numerose ribellioni (fra cui cito, ad exemplum l’eroica rivolta degli ungheresi nel 1956). Ripeto, a scanso di equivoci, che l’aggressione nazista del giugno 1941, a cui l’Italia si accodò, non può essere in alcun modo giustificata né dimenticata. Ma non possiamo né dobbiamo dimenticare anche i misfatti del regime stalinista, i cui crimini furono poi denunciati da Kruscev nel XX congresso del Pcus. La storia deve essere raccontata per intero, senza piegarla a visioni di parte che non rendono giustizia ai popoli e alle loro insopprimibili aspirazioni alla libertà e all’indipendenza.

    Giulia Bassi

    Grazie davvero gentile professoressa.