La Protezione Civile

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    Quando si potrà leggere o sentire parlare nei vostri giornali e nei sevizi televisivi della Pc? Una buona parte di noi non sono alpini, sono stati fanti, artiglieri, bersaglieri, marinai, ecc. Noi lavoriamo come tutti, Ana o non Ana! Pur non essendo stati alpini. Devo dare ragione a mio padre, classe 1919, di Savoia Cavalleria che diceva: già l’an fada duma lur la guerra in Russia?

    Achille Copes, Verceia (Sondrio)

    Ammetto di capire poco, caro Achille, l’obiettivo di questa lettera. L’Alpino, cartaceo o tv, è un organo di informazione della Associazione Nazionale Alpini, e di alpini, che sono i suoi abbonati, si occupa. Anche nel campo della Protezione civile, alle cui file l’Ana dà un apporto di circa tredicimila volontari. Ovviamente tutti gli altri membri della Protezione civile, e parliamo di decine di migliaia di persone, hanno svolto il servizio militare in altre armi o specialità, oppure, e sono sempre più numerosi, il servizio militare non l’hanno proprio fatto. E nessuno, mi pare, toglie loro meriti. Quanto alla Russia: c’erano tutti su quel tragico fronte, alpini, bersaglieri, fanti, artiglieri, ecc. e tutti sopportarono terribili sacrifici. Ma quelli che sono “tornati a baita” l’hanno potuto fare grazie alla battaglia di Nikolajewka, combattuta in primis dalla divisione alpina Tridentina. Ci sarà una ragione se l’ampia letteratura derivata da quel doloroso e valoroso episodio bellico ha parlato soprattutto di alpini. Nessuno ha impedito ad altri di scrivere e narrare.