COMO – Una preghiera alla Madonna d’Europa

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    I vessilli sezionali di Como, Lecco, Valtellinese e Colico, scortati dai Presidenti Gaffuri, Magni e Giambelli e dal vice di Colico Foschini si sono ritrovati a Madesimo per ricordare il 73º anniversario di Nikolajewka e i tanti Caduti di quelle valli. Ospite gradito il vessillo della Sezione di Milano. 

     

    Appena dopo la cerimonia dell’alzabandiera il direttore della fanfara di Olgiate Comasco ha consegnato al sindaco di Madesimo Franco Masanti – figlio di un alpino ferito a Nikolajewka – una pregevole scultura in legno a ricordo dell’incontro e come ringraziamento per l’ospitalità che il Comune, da quattro anni, offre agli alpini. Al termine della Messa celebrata da Padre Larmi, sotto un leggero nevischio è partita la marcia nella neve fino alla Madonna d’Europa, all’Alpe Motta.

    Inevitabile, mentre si pesta neve ben equipaggiati, pensare agli alpini di 73 anni fa che in circostanze ben diverse hanno marciato e combattuto con la speranza di tornare a baita. Le penne nere hanno recitato la “Preghiera dell’Alpino” al cospetto della Madonna d’Europa, una statua voluta da don Luigi Re della Curia di Milano che nel 1955, in occasione di una visita del gruppo alpini di Casatenovo, espresse il desiderio di erigere una stele della Madonna. Gli alpini assicurarono il loro aiuto e diedero l’incarico allo scultore Egidio Casagrande.

    Orafi provetti si incaricarono del rivestimento aureo alla cui donazione parteciparono tutte le nazioni d’Europa. Nel 1956 il ministero della Difesa su richiesta di don Re inviò a Campodolcino una Compagnia del Genio alpino per contribuire ai lavori e nel settembre del 1958 il monumento venne inaugurato.

    Trovarsi di notte a 2.800 metri con la sola luce delle fiaccole, nella neve alta a pregare insieme in ricordo dei nostri vecchi mentre la tromba suona il Silenzio è un’esperienza unica e, anche se quest’anno non c’erano le stelle, nessuno ha dubitato che da lassù dei volti sorridenti ci osservassero, consapevoli che finché ci saranno alpini disposti a pestare neve non saranno dimenticati.

    Aldo Maero