La Murgia della discordia

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    Egregio direttore, avendo paura di essere frainteso, mi preme ribadire la mia solidarietà alla scrittrice Michela Murgia. Prendo l’occasione per dirle: insultare chi ha idee diverse dalle sue non è un buon biglietto da visita per un direttore di una rivista alpina, né tantomeno per un prete. Si riguardi l’intervista della Murgia e sia più prudente direttore. Prima pensa poi parla… Sapesse quanti scemi ci sono nel mondo!!! Uno più uno meno! In quanto al dibattito sul servizio di leva: gli alpini con la “stoffa” li sceglierà lei?

    Claudio Landi

    Rispondendo a un lettore che denunciava gli attacchi a Figliuolo per via dell’uniforme che si ostina a indossare nel suo nuovo incarico, dicevo che “non mi stupisce che qualche scemo o scema dia il meglio della propria sostanza cerebrale”. Egregio signor Landi, considerata la sua sensibilità, dovessi scriverlo oggi, direi che non dimostra grande acume intellettuale chi si attacca ad una divisa per esprimere considerazioni verosimilmente ideologiche. Che poi la sostanza del discorso sarebbe identica, ma non disturberebbe le anime belle, come la sua. Ha ragione a dire che non si deve insultare chi ha idee diverse dalle nostre, anche se rimane diritto di un direttore di giornale ed anche di un prete criticare opinioni che non si condividono. Piuttosto le vorrei chiedere, in nome della coerenza: in forza di quale principio lei mi insulta solo perché dico cose diverse da quelle che pensa lei? Anch’io sono convinto che ci siano tanti scemi nel mondo. Solo che nessuno di noi pensa di appartenere alla categoria. Quanto alla “stoffa alpina” che è il titolo dato in copertina al nostro generale, stia tranquillo. Non sarò io a scegliere chi ce l’ha, ma so ancora distinguere chi è un alpino vero da chi invece è farlocco.