La forza dell’esempio

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    Con consueto interesse e piacere ero intento a leggere il numero di marzo della nostra preziosa rivista. Ciò che mi gusto di più sono i contenuti incastonati nelle pagine interne, quelle che svelano tante memorabili storie delle penne nere. In questo caso noto una bella foto di copertina e un titolo impattante, i quali mi destano non poca curiosità e dunque mi tuffo subito a pagina 26 per leggere l’approfondimento. Qui trovo un pezzo scritto magistralmente, che ripercorre le vicende di Claudio Bona, alpino biellese doc. Si tratta di un’alta carica? No. È stato qualcuno che ha compiuto delle gesta eroiche? Non in senso stretto. È nella straordinarietà delle azioni generose che egli compì nella quotidianità che emerge l’identità e l’essenza di Claudio. La sua è la storia di alpino semplice, di rara bellezza sia per la costellazione di vicende che hanno contraddistinto la sua vita privata e la sua carriera, sia per la restituzione letteraria che il nostro direttore ne ha fatto in queste pagine. Dalle sue parole vengo a conoscenza di quest’uomo dal cuore immenso, di rara generosità e altruismo (un po’ libro Cuore). Le sue caratteristiche suonano in netta controtendenza agli atteggiamenti negativi diffusi, connotati da prepotenza, presunzione e menefreghismo. Le testimonianze reali e positive per fortuna ci sono e sono quelle che più ci sostengono, facendoci nutrire nuovamente la speranza e la fiducia nell’umanità. Le vicissitudini di quest’uomo valoroso mi hanno improvvisamente riacceso un ricordo affettuoso, risalente a circa 30 anni fa nell’ultimo periodo di lavoro presso un noto istituto bancario trentino. Un giorno organizzai una festa ma non per il pensionamento di un dirigente o di un quadro, bensì per la donna delle pulizie. Sì, Erminia era una donna straordinaria per la serietà e la costanza con cui affrontava le sue mansioni lavorative: non fece mai un’assenza, nemmeno quando si trovava in stato febbrile. Iniziava prima dell’alba (con le stelle, mi piace dire) alle 4 del mattino. Talvolta giungeva a lavoro con le ginocchia sbucciate, per via del fatto che veniva in bici anche con condizioni meteo avverse: non esisteva pioggia o neve che la fermasse, imperterrita e audace montava in sella e via, a costo di fare dei capitomboli sull’asfalto bagnato (o peggio, imbiancato). Ricordo inoltre che nutriva una particolare stima per le penne nere e lei stessa si dichiarava madrina degli alpini e, non a caso, sposò uno di noi.

    Italo Leveghi, Trento

    Caro Italo, un grande uomo ebbe a dire che il nostro tempo, più che di maestri, ha bisogno di testimoni. Erminia e Claudio vanno in questa direzione ed hanno ancora la capacità di trascinare altri nel loro stile. Pensa che anche a seguito del nostro articolo il comune di Benna (Biella) lo scorso 3 luglio ha organizzato una grande festa in ricordo di Claudio, dedicandogli un cippo a memoria. Quando si dice la forza dell’esempio!