Traggo spunto dall’ultimo editoriale di Bruno Fasani dove parla di rilanciare i rapporti umani quale strada obbligata da percorrere. Concordo nel dire che le relazioni umane, consentitemi la definizione, sono la “conditio sine qua non dell’esistenza”. La relazione umana è un comportamento valoriale attribuibile agli alpini con risvolti di natura pedagogica magari oggetto di studi più approfonditi anche mediante convegni specifici periodici. Gli alpini lo hanno dimostrato nel tempo non solo nel ricercarsi nelle Adunate nazionali o in quelle territoriali ma specialmente nelle condizioni di difficoltà della popolazione sul territorio nazionale. Mi avvalgo dell’esperienza vissuta all’interno delle Ferrovie dello Stato con la nascita dell’Associazione Ru attraverso la teoria e la pratica delle Relazioni Umane, migliorandone i rapporti umani tra le molteplici attività dell’azienda. La sapiente opera del fondatore Carlo Messori e valenti dirigenti delle ferrovie hanno permesso coinvolgimento e valorizzazione della persona posta al centro di ogni processo di trasformazione sociale ed economico. Altre aziende hanno percorso tale intendimento, traendone un sensibile miglioramento nell’attività lavorativa. Il rilancio dei rapporti umani appare improrogabile nelle varie forme della vita quotidiana. Concludo citando il Terzo Settore che trova la propria forza e sostegno dal mondo del volontariato e dal valore aggiunto generato dalle relazioni umane. Cito l’Associazione Onlus di Peschiera del Garda, fondata da don Bruno Pozzetti per assistere e migliorare le esigenze delle persone con disabilità.
Francesco Melotti, San Benedetto di Lugana (Verona)
Hai detto bene, caro Francesco. La capacità di relazione è una delle caratteristiche più pregnanti dell’essere alpini: le penne nere ne fanno da sempre uno dei loro punti di forza. E, per nostra fortuna, lo fanno attingendo al loro stesso Dna, senza necessità di corsi o studi particolari: magari rudi, sbrigativi, taciturni, ma sempre, profondamente, umani. Con tutti.
