La dittatura comunista

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    Difendo le considerazioni fatte da Ettore Marzolo sul numero di novembre. Tralasciando la figura di Stalin già propugnatore di libertà dei popoli oppressi che al tavolo della pace ha fagocitato mezza Europa e conosciuto come il più grande criminale della storia e forse più di Hitler o Mussolini, ci si meraviglia delle figure di Togliatti e Tito sempre propugnatori della libertà dei popoli, avessero intenzione di instaurare una grande dittatura che probabilmente era più terribile dell’odiato fascismo o nazismo e alla quale si ispiravano parecchi altri statisti italiani. In Italia ciò non è avvenuto perché qualcuno ha risposto in modo adeguato a certi modi poco democratici. Per ciò dobbiamo ringraziare Alcide De Gasperi. Togliatti o Pertini avrebbero fatto molto di peggio. Ed è proprio qui e in nome della Repubblica nascente che si sarebbe potuta trasformare in altra dittatura, quella comunista che non coincide con la libertà popolare. Ricordo ancora che la “liberazione” continua a dividere non a unire proprio perché una certa sinistra vuol nascondere la vera storia.

    Mario Bertossi – Udine

    Caro Bertossi, ti riporto quanto scriveva qualche tempo fa Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. «Considero il comunismo un sistema orribile, una dittatura opprimente, che ovunque è andata a potere ha governato con la polizia politica e i campi di prigionia, talora con l’eliminazione fisica della borghesia. Va detto che Togliatti è stato uno dei rari politici italiani ad avere un peso internazionale, come numero 2 del Comintern e stretto collaboratore di Stalin. Questo getta ulteriori ombre su di lui: gli anarchici fucilati a Barcellona durante la guerra civile spagnola; i capi del partito comunista polacco eliminati fisicamente; la mancanza di solidarietà per le vittime italiane del comunismo sovietico, compresi gli alpini prigionieri di guerra».