La carica dei 200

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    La pioggia prevista era arrivata nella notte aggiungendo qualche insidia alla possibile riuscita della competizione, tuttavia le previsioni non hanno certo spaventato gli oltre duecento biker convenuti per questo 1º Campionato nazionale Ana di mountain bike, carichi e pronti all’acqua e al fango. Sotto un cielo grigio, i moderni cavalieri multicolori fremevano. 

     

    Al colpo di pistola testa bassa per smarcarsi prima dell’attacco alla salita al Gigutin, il passo dei migliori faceva subito la differenza e il gruppone giungeva già sgranato ad affrontare la discesa tecnica “in trincea”. Dopo un breve tratto d’asfalto in paese, un anello su per la vallata con echi di “fire road”, da ripetere due volte per la prima categoria, quindi tratti in “single track” sul sentiero attorno alla polveriera e finalmente l’arrivo.

    Il fango insidioso complice la fatica ha causato qualche scivolone nel finale, ma niente di più. Tutto è filato per il giusto verso grazie anche alla capillare assistenza dei tanti alpini sul percorso. Carlo Manfredi Zaglio si è laureato primo campione nazionale di specialità precedendo Stefano Bonadei e Luca Signori. Primo nella seconda categoria Claudio Zanoletti davanti a Stefano Colombo e Dario Bellante.

    Il trofeo che il Consiglio Direttivo Nazionale ha deciso di intitolare a Peppino Prisco è andato alla Sezione di Bergamo. Da segnalare la bella prestazione di Pietro Castellino nella categoria aggregati, suo il miglior tempo assoluto. Al di là del risultato negli occhi di tutti i concorrenti era possibile cogliere gioia e soddisfazione e tutti si sono complimentati con gli organizzatori.

    Un grosso plauso al Gruppo di Boves e alla Sezione di Cuneo per l’organizzazione della manifestazione, ottima sotto tutti i punti di vista: la gara, le celebrazioni del sabato e il momento conviviale di chiusura. Un modo diverso per onorare il numero davvero impressionante dei Caduti bovesiani per la Patria.

    Mariano Spreafico

    mariano.spreafico@ana.it


    Peppino dixit…

    Da neo Capogruppo avevo ricevuto l’invito per la “festa dello sport” organizzata dall’amministrazione comunale di Oggiono. Ricordo che lo speaker chiamava con insistenza al tavolo delle autorità, l’ingegner Spreafico. Di certo un caso di omonimia, pensai, ma poi quando al cognome si aggiunse il nome capii, con non poca sorpresa, che stavano chiamando proprio me. In attesa dell’ospite d’onore: Peppino Prisco. Arrivò e mi si sedette accanto, parlammo di alpini tutta la sera. «Vedi – mi disse – qui mi hanno chiamato in quanto vice presidente dell’Inter, ma io ho chiesto che ci fosse il Capogruppo degli alpini al mio fianco. Nella vita ci sono delle priorità: prima di tutto la famiglia, e poi gli alpini che sono la mia seconda famiglia. L’Inter viene dopo».