La 14 batteria 39 anni dopo alla Forcella di Creta Forata

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    Gli artiglieri alpini della 14ª batteria anni 61/64 hanno ripetuto l’impresa compiuta
    39 anni fa con un centinaio di muli, bocche da fuoco ed equipaggiamento al completo.

    L’emozione che si prova nel ripercorrere dopo tanto tempo un difficile itinerario alpino, gratifica sia i viandanti, sia la grande comunità cui appartengono.
    Eravamo passati sulla forcella di Creta Forata trentanove anni fa, quando la marcia di una batteria alpina era ancora cadenzata da solenni ed autoritari squilli di tromba. Vi tornammo l’8 settembre dello scorso anno, anno della montagna, per scopi soprattutto ricognitivi, in previsione di un qualcosa che sentivamo nel cuore. Ed allora, sabato 12 luglio scorso, gli alpieri della vecchia 14ª batteria, quella degli anni ’61 ’64, hanno risalito il ripido sentiero dal versante della Val Pesarina per sistemare sia la targa ricordo di una lontana impresa sia qualche corda da roccia nei tratti più pericolosamente esposti.
    Domenica mattina, 13 luglio, le contrade montane di Col di Siera e Tesis Alto hanno assistito ad una sorta di apoteosi. C’erano inerpicati, abbarbicati alle rocce, concentrati in una cinquantina di metri di impervio sentiero, il comandante della 14ª batteria anni ’61 ’64, e cioè il capitano Antonio Rossi, rimasto tale e quale ; quindi Enrico Cosentino, il sottocomandante, dimentico e incredulo che lui stesso avesse attraversato quei dirupi insieme ad un centinaio di muli stracarichi di bocche da fuoco, di culle inferiori e superiori, scudi, materiali, viveri, foraggi ed ogni sorta di attrezzatura; Ennio De Marco, allora sottotenente di prima nomina, ora esperto organizzatore e conduttore della fase alpinistica della manifestazione.
    C’era tutto il comitato organizzatore con Armando Visintin, Bertoni e Gambellini, e tra i numerosi altri, il taciturno Coletti con al seguito mezza famiglia. Non poteva mancare la pattuglia degli osservatori e dei verificatori , tra i quali Toso, il decano della 14ª batteria. C’era infine una rappresentanza di militari in servizio alla 14ª (il nostro saluto e la nostra solidarietà a tutta la batteria in missione di pace all’estero!). Per un’artigliera la camminata si è rivelata un vero e proprio battesimo dell’alta montagna, che l’ha riempita di soddisfazione e di orgoglio.
    Abbiamo così rivissuto la nostra lontana esperienza di alpini in armi, in termini di momenti veri, di ricordi non riposti per sempre nello zaino, riportati alla luce di una realtà operante, in termini di gioia e di commozione per avercela ancora fatta a salire fin lassù, quella stessa gioia e commozione che l’allora sergente AUC Lisato immortalò grazie al suo diario, sulle pagine de L’Alpino . Particolarmente suggestiva è stata anche la fase finale della manifestazione in Prato Carnico, con l’omaggio ai Caduti di tutte le guerre ed il commosso ricordo dei nostri commilitoni
    andati avanti prematuramente e dei nostri compianti superiori di allora.
    Erano presenti i gagliadetti di numerosi nostri magnifici gruppi triveneti, il Medagliere della Associazione partigiani Osoppo Friuli con il presidente Federico Tacoli, venuto ad onorare il legame storico che unisce gli alpini ai fazzoletti verdi della Osoppo , e naturalmente, la gran massa degli ex della 14ª, friulani e giuliani, veneti, trentini, bergamaschi ed abruzzesi, fra i quali Dall’Agnol con il suo cannoncino a gas, Gobbo e Ciprian, i sempre presenti , il nostro bravo medico, Benetti, il sottocomandante degli anni ’61/’62, Mariotti, i sempre giovani Favretto, Simoni, Rosso, Maria, Dell’Agnese, Basso, Darè, il distinto Paties, lo stesso Lisato, perfino il tavolettista per il tiro ed il trombettiere ed i numerosi altri che dispiace non poter elencare per motivi di spazio, incaricati dal Comitato organizzatore di allietare con la loro vivace presenza la mattinata di una valle in cui ancor vivo è il ricordo dei muli degli alpini che giunsero a Culzei dopo aver scavalcato la forcella di Creta Forata. Impresa irripetibile ed in effetti mai ripetuta.
    Un ringraziamento alla sezione di Palmanova ed ai suoi magnifici gruppi che si sono assunti l’onere di vettovagliare oltre duecento artiglieri alpini ed invitati, in una atmosfera pervasa da autentica alpinità.


    Antonio Stradella