Giulio Bedeschi, l’autore di Centomila gavette di ghiaccio , un best seller continuo, ha ancora molto da dare attraverso i suoi scritti: la moglie, Luisa Vecchiato Bedeschi, ha donato l’intero e inedito archivio personale di Bedeschi alla biblioteca Bertoliana di Vicenza. Nel vasto materiale che sarà davvero una miniera per gli studiosi, c’è il Diario di guerra che inizia dalla campagna d’Albania e che Bedeschi spedì al padre nell’agosto del ’42, alla vigilia della partenza per la Russia.
Quando Giulio è mancato ha confidato la moglie del medico scrittore alpino scomparso nel dicembre del ’90 l’archivio suo rimase inesplorato. Avevo un po’ di paura delle emozioni che mi sarebbero nate dentro, leggendo per la prima volta le sue lettere di guerra, i suoi diari personali di studente Insomma, non mi sentivo di farlo . La donazione consentirà di conoscere a fondo Bedeschi e ricostruire attraverso un infinito mosaico di appunti, come un caleidoscopio della memoria, gli anni in cui gli alpini vennero mandati lontano, a combattere una guerra non voluta, non capita, ma condotta con grande sacrificio ed eroismo, non rinunciando alla loro grande, grandissima umanità.
A Bedeschi è stata dedicata un serata che si è svolta alla Sala Palladio della Fiera di Vicenza, stipata di alpini. Con la signora Bedeschi c’erano il presidente della biblioteca Bertoliana Mario Giulianati, il consigliere del Comune di Vicenza Elisabetta Rossi Negri in rappresentanza del sindaco Enrico H llweck all’estero per impegni istituzionali, il presidente della sezione ANA di Vicenza Giuseppe Galvanin, il generale di Corpo d’Armata Domenico Innecco, Beppe Bedeschi, fratello di Giulio e il caporedattore de L’Alpino Giangaspare Basile che in occasione dell’uscita de Il segreto degli Alpini , di Giulio Bedeschi, edito da Mursia ha svolto una relazione sugli scrittori alpini dal primo Novecento ad oggi .
Un intermezzo della serata è stato portato dalla Banda Brian , un complesso corale con musiche di corde e fiati di straordinaria effica L’archivio inedito di Giulio Bedeschi donato alla biblioteca Bertoliana cia, che ha raccolto i canti popolari del periodo della grande guerra (ne riparleremo in un prossimo numero). È stato anche proiettato un bellissimo filmato d’epoca, girato dal tenente Ucelli di Nemi in Albania e in Russia, nel quale tragedia e umanità dei nostri alpini si intrecciano in uno struggente crescendo.
Il generale Innecco ha tracciato con grande passione la storia del Corpo degli Alpini, dalla costituzione ai nostri giorni, attraverso le due guerre e con accenti appassionati per la Cadore di cui fu comandante. Una vera lezione che sarebbe opportuno svolgere nelle scuole, i cui mortificati programmi di storia impediscono ai nostri giovani di apprendere chi siamo.
Elisabetta Rossi Negri ha portato il saluto del sindaco e del Consiglio comunale, con parole che sono andate ben al di là dell’ufficialità e hanno toccato il cuore. Ricordando il legame profondo con lo scrittore alpino, vicentino, figlio della nostra terra, un legame che vive oltre la morte, nel presente , ha parlato dei temi conduttori della produzione letteraria di Bedeschi: Gli alpini, descritti in tutta la loro naturale generosità, nello spirito di Corpo, nell’amore di Patria, nel loro senso di appartenenza ad un gruppo depositario e testimone di fondamentali valori umani e sociali. Tanto che ha detto si è soliti dire: alpino una volta, alpino tutta la vita .
Ed a conclusione del suo intervento ha annunciato che sarà prossimamente dedicata una strada della città a Giulio Bedeschi ed ha ringraziato i promotori della serata, l’Associazione Nazionale Alpini, la civica biblioteca Bertoliana, la Fiera di Vicenza, la biblioteca internazionale La Vigna e l’amico Gianni Periz, per le iniziative volte a celebrare gli alpini e la loro storia .
Giangaspare Basile, giornalista, è risalito ai primi anni del Novecento, dagli accesi interventisti come Papini e Marinetti, a Jahier, a Ungaretti, Rebora, fino ai nostri giorni con Moravia, Pratolini, Calvino, Revelli, Rigoni Stern e infine Bedeschi, il quale ha aggiunto se gli alpini hanno un segreto, Bedeschi ne aveva uno più degli altri . È il segreto del suo successo, raggiunto usando l’arma della letteratura e il cuore di alpino . Certo, Centomila gavette di ghiaccio fu un libro politicamente scorretto, tanto che fu rifiutato per 16 anni dagli editori. Erano i tempi in cui chi aveva combattuto era un colpevole, tanto più è una amara realtà di oggi se aveva combattuto dalla parte sbagliata . Fortunatamente il senso comune della gente è migliore di quello di tanti politici e di tanti editori. Bedeschi fu dato, finalmente, alle stampe.
Ha parlato quindi il presidente della sezione di Vicenza, Giuseppe Galvanin, che ha ringraziato tutti, i suoi collaboratori, le autorità, i relatori e gli alpini, ed ha consegnato alla signora Bedeschi una spilla d’oro raffigurante una penna alpina.
Luisa Bedeschi, nel consegnare ufficialmente la copia olografa del Diario del marito al presidente della Bertoliana Giulianati, ha raccontano come nell’affrontare quelle buste, prendendo pian piano confidenza con quegli scritti mai letti e tornando, con nuovi elementi, sulla figura di mio marito ho capito una cosa: tutta la vita, Giulio, l’ha vissuta per dare testimonianza di quanto aveva visto, sofferto, patito. Per dare testimonianza delle nefandezze della guerra .
E, nel donare questa documentazione alla biblioteca, ha spiegato il motivo che l’ha indotta alla donazione dell’archivio: perché questi scritti diventino oggetto di studio e di riflessione per la collettività più ampia . Ed ha concluso: Lasciare questo materiale inedito, chiuso nella mia casa e nel suo studio, era impedire che la sua voce parlasse ancora dei valori in cui ha creduto .
Grande riconoscenza è stata espressa da Mario Giulianati, il quale ha evidenziato la ricchezza e il valore storico del fondo che documenta, in presa diretta, il tragico periodo della guerra sia attraverso gli scritti di Bedeschi, i suoi diari, gli appunti, che attraverso le testimonianze e memorie che lo scrittore raccolse dai combattenti dei vari fronti. E, rivolgendosi alla signora Bedeschi: Mi creda, signora ha detto questa sera un po’ di Giulio è tornato a casa, è tornato fra noi .