IVREA – Un singolare ex voto

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    Normalmente quando si vedono foto di militari su una targa appesa alla parete di una chiesa si pensa che sia il ricordo di soldati caduti a servizio della Patria. Invece ogni tanto c’è un’eccezione. È quello che è accaduto a Quincinetto, paese nei pressi di Ivrea ma quasi al confine con la Valle d’Aosta. Esattamente cento anni fa, nell’ultima domenica di maggio, 139 giovani quincinettesi reduci della Grande Guerra avevano “inventato” un singolare ex voto da deporre nella cappella di Santa Maria Purissima della frazione Prabagnolo.

    Si trattava di un collage composto dalle foto a mezzo busto di ognuno dei sopravvissuti al grande massacro, che avevano in tal modo voluto ringraziare la Vergine Maria per aver loro permesso di tornare salvi a casa. Cent’anni dopo, per iniziativa del parroco monsignor Arnaldo Bigio e con l’appoggio del sindaco Angelo Canale Clapetto e dei priori Simona e Alessandro Clapetto, si è voluto riproporre la processione di ringraziamento, osservando le regole anticontagio da Coronavirus. E così, con una grande partecipazione di cittadini e di penne nere, si è svolta la celebrazione della Messa, poi su un improvvisato palco si sono susseguiti i discorsi ufficiali. Ben adattato alla circostanza l’intervento del Capogruppo degli alpini di Quincinetto, Francesco Rao, che ha regalato motivi di riflessione legati al singolare evento.

    «La foto è stata effettuata dal fotografo Cavallo di Ivrea – ha ricordato – e vi sono immortalati 139 giovani quincinettesi sopravvissuti al conflitto mondiale. La comunità quincinettese ha pagato un alto prezzo alla guerra e le lapidi al monumento ai Caduti ne sono testimonianza. Oggi ricorre il centenario della fotografia ed è l’occasione per ringraziare questi 139 uomini coraggiosi che hanno lottato per il bene comune. I volti che sono immortalati siano di monito che la guerra è la cosa più stupida e insensata che si possa fare».

    p.q.