In Per per cantare l'Italia e trovarla pi viva che mai

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    Lunga trasferta del Coro Malga Roma.

    Questa è una cronaca un po’ speciale, della trasferta altrettanto speciale del Coro Malga Roma, della omonima sezione capitolina (la sezione, unica in Italia, ha due cori, avendo anche il Coro ANA Roma, entrambi eccezionali). Dunque, il coro Malga Roma è stato invitato in Perù, dove c’e una sezione che sta vivendo una seconda giovinezza. Solitamente non pubblichiamo cronache tanto lunghe, ma dopo una prima lettura, in redazione abbiamo deciso di non tagliarne neanche una riga. Perché non è soltanto il resoconto di una esibizione all’estero, è il racconto di come sono gli italiani fra i più lontani, dell’entusiasmo con il quale accolgono i connazionali, della gioia di dispiegare il Tricolore amato nonostante tutto, quel Tricolore al quale fanno o­nore e al quale sono rimasti fedeli. Abbiamo davvero tanto da imparare da questi nostri splendidi connazionali. Di tanto in tanto ci farebbe bene andarli a trovare, per una visita rigeneratrice. Lo sa bene il nostro presidente nazionale Corrado Perona, che per l’anno prossimo (è un’anteprima che diamo con grandissimo piacere) ha in programma proprio una visita agli alpini che vivono in Perù.


    Una splendida ed inaspettata iniziativa del nostro corista Francesco de’ Besi, un’adesione immediata del Coro ed un’entusiasta partecipazione di tanti amici a Lima: ed eccoci proiettati in questo volo verso gli Italiani in Perù per una serie di concerti per le celebrazioni della Festività Nazionale del 2 giugno. Con commozione ci siamo incontrati con questi Italiani che hanno sì lasciato la Patria, ma solo fisicamente, perché la conservano saldamente nei loro cuori e nei loro ricordi. E noi con gioia abbiamo cantato in mezzo a loro per dividere l’emozione di tale evento e per ringraziarli per l’attaccamento che hanno dimostrano e dimostrato alla loro terra d’origine. Questa la cronaca del nostro viaggioincontro.

    Dopo circa 12 ore di volo arriviamo a Lima alle 3.30 della notte. Sbarchiamo all’aeroporto un po’ frastornati per il lungo volo, con cielo plumbeo e ancora buio, ma ci rallegra immediatamente l’accoglienza calorosissima dell’alpino paracadutista Sandro Banino, della Sezione ANA di Lima, che in pullman ci guida al Residence Sori messo a nostra disposizione dal Comites (Comitato Italiani all’estero) Perù e gestito dalla graziosissima Sandra Passalacqua Gibelli. Banino si rivela subito una competente ed efficacissima guida ed un compagno inseparabile.

    La sera, ospiti insieme a circa 200 invitati nella residenza dell’Ambasciatore Sergio Busetto e della sua gentile consorte Annalisa, abbiamo modo di conversare con molti italiani emigrati in Perù e apprendere la loro storia di sacrifici iniziali, ma ricca quasi sempre di soddisfazioni per i traguardi raggiunti. Nel corso della cena ci esibiamo con vari canti, sempre applauditissimi e sempre seguiti, come avverrà costantemente nel nostro soggiorno in Perù, in pieno silenzio e con la massima attenzione.

    3 GIUGNO A pranzo il coro è ospite del Circolo Sportivo Italiano, su invito del presidente Tomàs Sangio, un circolo elegante e attrezzatissimo dove tutto ha un’impronta di ordine, di efficienza e di italianità. Mangiamo alla grande e l’accoglienza si fa sempre più calorosa: Sono arrivati gli Italiani dalla madre patria, sono arrivati gli alpini! . L’unica sorpresa è la presenza sui tavoli da pranzo di coca cola e aranciata, ma .poco vino!

    La sera, nella splendida cornice del Teatro Antonio Raimondi, ci esibiamo in un concerto organizzato dall’Istituto Italiano della Cultura a Lima diretto da Nadir Morosi. Un concerto che abbiamo dedicato, come nostra tradizione, al sottotenente Medaglia d’Oro al V .M. Antonio Cicirello, figlio di italiani all’estero e accorso volontario dal Perù per partecipare alla campagna Etiopica nel corso della quale sacrificò eroicamente per la Patria la sua giovinezza.

    A Cicirello è anche intitolata la Sezione ANA Peruviana. Il pubblico ha ascoltato sull’attenti, visibilmente commosso, la lettura della motivazione della Medaglia d’Oro, e ha poi seguito con grande attenzione la nostra esibizione. Molte le autorità presenti, tra le quali il nunzio apostolico ed il suo segretario, che, neanche a farlo apposta, prima dell’ordinazione a sacerdote era stato Alpino! Quando il nostro direttore, al termine del concerto, ha invitato tutti i presenti a cantare insieme La Montanara e ha chiamato sul palco per unirsi a noi Banino e il giovane sacerdote, entrambi non hanno potuto nascondere la loro commozione.

    4 GIUGNO Visitiamo con un pullman messoci a disposizione da Viaggi nel Mondo del nostro corista Vittorio Kulczycki il Centro archeologico religioso di Pachacamac e quindi a pranzo di nuovo al Circolo Sportivo Italiano, questa volta, con tante bottiglie di vino sui tavoli! Dopo avere ammirato nel quartiere Miraflores, il più elegante della città, i prodotti tipici peruviani, argenterie, indumenti di alpaca, sculture in legno, ecc., visitiamo il Museo Enrico Poli , una delle più importanti raccolte private di realizzazioni precolombiane di inestimabile valore in oro, argento e pietra.

    Un vero e proprio Museo conosciuto in tutto il Perù, realizzato negli anni 1960 dall’italiano Enrico Poli, nato in provincia di Como ed emigrato in Perù 10 anni prima. Uno dei molti esempi di iniziativa, di intuito geniale e di capacità degli italiani all’estero. La sera ci esibiamo nella Scuola Navale del Perù, nella provincia del Callao su invito del sindaco (el Alcade) della Provincia costituzionale del Callao Alex Kouri in unione con il Presidente Comites Giovanni Defendi.

    La Scuola è situata sul promontorio del Callao posto sulle rive del Pacifico e ad un passo dal Porto dove, nei secoli scorsi, sbarcavano gli emigranti. In un auditorio gremito, su un grande palcoscenico adornato dalle bandiere italiane e da quelle bianche e rosse del Perù, tra i vessilli della Sezione ANA di Roma e della Sezione ANA del Perù, abbiamo iniziato a cantare En el sombrero que llevamos ( Sul Cappello ) e gli applausi sembravano non avere fine! Al termine del concerto, dinanzi a varie autorità militari, al direttore dell’istituto della Cultura del Callao Alfredo Ormeno ed al folto pubblico di italiani e peruviani, ho ricordato i nostri poveri emigranti che arrivavano in questa terra sconosciuta con le loro valigie di cartone, le loro poche cose, i loro timori ma anche le loro speranze di crearsi una nuova e più felice vita.

    Un traguardo raggiunto nella maggior parte dei casi da questi grandi italiani, grazie alla loro tenacia ed iniziativa ed alle capacità che caratterizzano le nostre genti e naturalmente all’accoglienza generosa, cordiale e concreta della popolazione peruviana. Parole semplici, che mi sono uscite dal cuore, ascoltate e comprese con viva commozione da tutti i presenti.

    5 GIUGNO La mattina, abbiamo visitato la sede ANA allestita in un’ampia mansarda dell’appartamento di Banino e con ammirazione abbiamo notato con quanta cura aveva sistemato i suoi ricordi di naja: gli scarponi, le racchette da neve, la corda, lo zaino, gagliardetti vari, crest ed innumerevoli foto. Arriviamo al Circolo Sportivo dove, alla presenza dell’ambasciatore Busetto, inizia la festa della polentata con l’alzabandiera, al suono dei rispettivi inni nazionali eseguiti da un banda militare.

    Rimaniamo sbalorditi dalle capacità organizzative dei nostri connazionali alpini e amici degli alpini: ampi tendoni, 60 tavoli da 10 posti elegantemente apparecchiati tra i quali due espressamente riservati al Coro, con cartoncini finemente decorati, un palco per l’orchestra e di lato un ampio spazio riservato alla cucina all’aperto con enormi pentoloni dove, giovani e meno giovani, con vistosi grembiuloni, tricolori o verdi con il simbolo dell’ANA, faticavano e
    sbuffavano nel lavorare di mestolo .

    Tutti partecipavano alla polentata, a cuocere, a girare, a raccogliere la polenta in panni, a condirla e a distribuirla insieme a gustose salsicce: Banino in calzoni al ginocchio, Defendi infaticabile, il presidente del Circolo Tomàs Sangio elegante e sempre disponibile, Canepa, sempre gioviale e generosissimo e tanti altri. In questa moltitudine, lo confesso, avevamo qualche dubbio sulla riuscita e più ancora sull’opportunità di una nostra esibizione; la gente mangiava in allegria, l’orchestra suonava e qualche coppia aveva già dato il via a balli scatenati. Ci sbagliavamo!

    A gran voce è stata richiesta la nostra esibizione perché tutti volevano ascoltare i canti riecheggianti la loro Patria e le loro montagne. Alla fine del concerto, seguito in silenzio da un pubblico attento e partecipe, una giovane signora che più di ogni altra aveva dimostrato di conoscere i nostri canti, è salita sul palco e quando qualcuno di noi le ha messo il Cappello (sì, lo sappiamo che non si potrebbe, ma ) ha pianto per la gioia ed insieme per il ricordo del padre Alpino. E allora abbiamo capito quanto fosse importante per i nostri connazionali un’occasione tangibile di ricordare l’Italia.

    In conclusione: è stata un’esperienza unica, perché ci ha dato la possibilità di conoscere una realtà in un Paese lontano che mai avremo potuto immaginare; una Comunità Italiana forte, compatta orgogliosa delle sue origini e delle sue tradizioni e desiderosa di mantenere i contatti e di ricordare in ogni occasione la Madrepatria. Abbiamo scoperto un’italianità diffusa a macchia d’olio, nei ristoranti, nei negozi, sui tassì, per le strade, dovunque vi era momento e occasione di sentire qualcuno che dichiarava la sua discendenza italiana; e quello che più ci ha colpito è che tutti lo dicevano non per cronaca ma con profondo orgoglio.

    Grazie a tutti coloro che ci sono stati particolarmente vicini, l’ambasciatore Busetto, Giovanni Defendi e Sandro Banino e grazie a tutti gli altri per averci mostrato in Perù, per merito dei nostri connazionali e dei nostri Alpini,un’Italia positiva ed ovunque apprezzata.

    Camillo Grillo, presidente del Coro Malga Roma