Incontri al tempo del Covid

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    L’emergenza Coronavirus ha eliminato abbracci e vicinanza ma non ha minimamente scalfito la creatività alpina che ha trovato altri sentieri da percorrere per accorciare il distanziamento sociale.

    A Piacenza l’annuale assemblea si è tenuta nel suggestivo scenario dei chiostri del convento dei Francescani a Cortemaggiore. Nei tavoli, dai cui lati frontali pendeva l’immancabile Tricolore, il Presidente Roberto Lupi ha guidato l’introito. Ad ascoltare l’omelia, sotto il portico, seduti in ordinate file debitamente distanziate, c’erano i delegati sezionali, rigorosamente muniti di mascherina. Lupi ha ricordato che l’epidemia ha duramente colpito la Sezione con diversi alpini “andati avanti” che saranno ricordati in una Messa alla quale parteciperanno anche i loro familiari, perché la comunità deve ritrovarsi anche nel dolore. Il Gloria è stato declamato con i numeri della solidarietà. Lo scorso anno «gli alpini piacentini hanno collezionato 3.500 ore di volontariato e hanno donato oltre 70mila euro per varie iniziative». Prima “dell’andiamo in pace” è stato presentato Pietro Busconi, nuovo direttore della rivista “Radio Scarpa”, che ha ricevuto la stecca da Dino Lombardi, alla guida da più di trent’anni.

    Dal convento di Cortemaggiore, gioiello emiliano realizzato sul finire del basso Medioevo, ci spostiamo a Trento, la città del Concilio, dove gli alpini hanno calcato i sentieri della modernità. L’ultima assemblea di Maurizio Pinamonti che ha lasciato la guida delle penne nere trentine a Paolo Frizzi, entrerà nella storia per essere stata iper-tecnologica. Al fine di evitare rischiosi assembramenti la sala consiliare di vicolo Benassuti, sede della Sezione, è stata collegata in videoconferenza con 19 seggi, uno per zona territoriale. E anche qui il buon senso alpino si è modellato sulle indicazioni di legge, sempre nel rispetto del regolamento sezionale: «Abbiamo chiesto il sacrificio di ridurre al minimo legale previsto il numero dei delegati. In questo modo – spiega Maurizio Pinamonti – ciascun delegato ne può rappresentare al massimo altri due del proprio Gruppo».

    Dai 706 votanti si è quindi potuti scendere a 344, tutti collegati tra loro in videoconferenza attraverso un computer. Inoltre l’assemblea è stata trasmessa integralmente via web, dando così a tutti la possibilità di seguire in diretta lo svolgimento dell’evento comodamente da casa propria. Ma i delegati come hanno votato? Anche qui l’equilibrio ha prevalso facendo protendere non per il voto on line – soluzione peraltro fattibile anche in base ai suggerimenti della Commissione Informatica Nazionale – bensì con delle normali urne elettorali che sono state sigillate e convogliate a Trento per lo spoglio.

    Stessa soluzione dei trentini è stata adottata dalla Sezione di Udine. Il Presidente Dante Soravito de Franceschi rileva quasi con stupore che questa idea «ha attirato e stimolato molto gli alpini e ha creato una buona aspettativa, forse maggiore di quella delle solite assemblee. Certo, trovarsi e vedersi di persona è qualcosa di insostituibile ed è legato ai nostri riti alpini, ma quello delle videoconferenze non è un modello da disdegnare, nemmeno per il futuro, perché soprattutto per le riunioni interlocutorie o più ristrette c’è la possibilità di incontrarsi in modo più veloce e comodo, senza spostarsi e con costi di tempo e trasferte praticamente azzerati».

    Sull’utilità delle videoconferenze ne sanno qualcosa anche la Sede Nazionale e i responsabili della nostra Protezione Civile che nell’emergenza si sono potuti mettere in contatto e prendere le decisioni più rapidamente. Con il supporto della Commissione Informatica Nazionale, grazie alla piattaforma Meet di Google integrata con la posta elettronica Ana, dallo scorso marzo tutti i Consigli Direttivi Nazionali e i Consigli di Presidenza, nonché gli altri numerosi incontri di preparazione sono stati effettuati in videoconferenza.

    È l’ennesima dimostrazione che gli alpini hanno trovato un’altra via per raggiungere la vetta… utilizzando come sempre corde, ramponi e chiodi, ma in modo nuovo.

    m.m.