In ricordo del gen. Cravarezza

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    Difficile sintetizzare in poche righe figure come quella del generale di Corpo d’Armata Franco Cravarezza, da poco “andato avanti”. Prestigiosa la sua carriera militare, iniziata negli anni Settanta, che ha compreso comandi come quello del 2º Alpini di Cuneo e il 7º battaglione Feltre, fino a divenire capo di Stato Maggiore del Comfoter di Verona e comandante della Regione militare nord di Torino. Intenso ed instancabile anche il suo ruolo dopo il servizio, alla direzione, tra le altre cose, del museo Pietro Micca, alla presidenza del Consiglio delle associazioni d’arma a Torino, nel Consiglio di presidenza dell’Istituto studi e ricerche per la Difesa, alla presidenza dell’Associazione amici della biblioteca universitaria di Torino e in vari ruoli di vertice nelle associazioni d’arma piemontesi. Autore pluripremiato di numerosi libri di storia militare, Cravarezza è stato anche attivissimo nell’organizzazione di mostre e conferenze soprattutto sul tema della partecipazione delle Forze armate alla guerra di liberazione e su quello degli Internati militari italiani. Al di là della sua intensa vita col cappello alpino, Franco Cravarezza si è sempre distinto per il tratto umano profondissimo, che ne faceva tra i suoi soldati un “padre e un amico” più che un comandante e nella comunità un esempio da seguire. Un esempio limpidissimo di servitore della Patria nel senso più ampio del termine. Una perdita non solo per il mondo alpino, una memoria da onorare. Grazie, comandante.

    Francesco Filippini

    Sottoscrivo dalla prima all’ultima riga. Non ho avuto la fortuna di frequentare, se non occasionalmente e per pochissimi minuti, il gen. Cravarezza, ma il suo curriculum e, soprattutto, il suo impegno a tutto tondo nel mondo storico e culturale alpino parlano per lui. Di queste figure si alimentano la reputazione e la solidità della nostra Associazione: dovervi rinunciare è sempre doloroso, ma contiamo sulla fertilità dell’insegnamento da lui seminato in questi anni.