In marcia per la Cuneense

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    Gli alpini della Toscana, Liguria e Piemonte si sono ritrovati al Colle di Nava dopo 22 giorni di cammino Al Sacrario che ricorda i Caduti è stato ricomposto lo scudo della divisione alpina che le staffette avevano portato in tre parti, su altrettanti percorsi. Un pellegrinaggio silenzioso, fatto di memoria e ricordi, concluso con un grande, ideale abbraccio agli eroi della gloriosa Divisione alpina.

     

     

    DI GIAN PAOLO NICHELE

     

    Sabato 5 luglio al Colle di Nava si è svolta la cerimonia conclusiva della Cuneense in marcia . Le decine di gagliardetti e vessilli che hanno incorniciato il sagrato del Sacrario della Cuneense avevano già percorso i sentieri della Toscana, della Liguria e del Piemonte.
    Nelle comunicazioni organizzative che hanno preceduto la manifestazione, si parlava di staffette composte da almeno 3 alpini, paventando il timore di una partecipazione esigua…, in fondo si trattava sì di una marcia di livello escursionistico alpina ma alcuni tratti di lunghezza e dislivello erano di tutto rispetto. E poi, quello scudo diviso in tre parti da ricomporre, sarebbe stato compreso?A distanza di tanti anni il nome Cuneense sarebbe riuscito a mobilitare tanti alpini?E le oggettive difficoltà logistiche legate ai trasferimenti, pernottamenti in rifugio, sincronizzazione degli orari come avrebbe risposto il popolo alpino?Ma all’inizio della cerimonia finale, quando ho visto i volti di coloro con i quali avevo condiviso le tappe tutti insieme per la prima volta, lì, davanti al Sacrario del Colle di Nava che racchiude le spoglie del generale Battisti, allora l’emozione ha preso il sopravvento e le parole di saluto al presidente Parazzini sono state soffocate da lacrime di gioia incontenibile.
    Coloro che hanno condiviso l’onere dell’organizzazione hanno capito e mi hanno sostenuto. In fondo, le parole passano: le emozioni vere si ricordano per una vita. La marcia era partita il 14 giugno nel paesaggio delle Alpi Apuane, fra il candore del marmo che, sotto la luna, balugina come neve nonostante ci si trovi a pochi passi dal mare. La cerimonia di partenza si è svolta nel cimitero monumentale di Marcognano, davanti al monumento all’Alpino che fu inaugurato nel 1951 proprio da Emilio Battisti. Ho consegnato il primo testimone al presidente della sezione Mario Rolla e dopo gli onori ai Caduti sulle note del Piave, è partita la staffetta di nove ardimentosi che hanno percorso i 1.200 metri di dislivello (sotto un sole cocente) fino al Rifugio Campocecina. Qui è stata applicata la prima targa accanto a quella del CamminaItalia che ricorda il passaggio della Cuneense in marcia . Dopo tre giorni il testimone è passato nelle mani della sezione spezzina che, a sua volta, ha percorso tre tappe. Poi è stato il turno di Genova che, con 10 tappe ha gestito il percorso più lungo dell’intera manifestazione. L’itinerario si è snodato quasi interamente lungo l’Alta Via dei Monti Liguri.
    Sempre quelli i discorsi in marcia: ci si conosce meglio, si ricorda la naja vissuta, si accendono le rivalità fra artiglieri, alpini e genieri. In certe salite cala il silenzio, rotto dall’ansimare di chi ha qualche primavera sulle spalle e qualche chilo di troppo. Ma sempre si arriva in fondo, stanchi e sudati ma contenti, più amici, più uomini. Si ripete il miracolo del servizio militare, dove la fatica vissuta insieme cementa rapporti che durano una vita. La preghiera dell’Alpino e l’alzabandiera rendono sacra la fatica, la sublimano e lasciano la pace nel cuore. Giovani ed anziani, abbienti e nullatenenti, generali e soldati: tutti si ritrovano in questa festa che fa tornare a casa tutti più ricchi.
    Mentre la sezione Liguria percorreva il tratto finale genovese, il 26 giugno partiva la staffetta piemontese da Chiappera. Il luogo è ben conosciuto dagli alpini ed artiglieri della Taurinense che in quella zona hanno svolto le scuole di tiro e le esercitazioni di assalto. Sotto la mole della Rocca Provenzale, il secondo testimone è stato consegnato alla sezione di Cuneo e la staffetta di 22 componenti ha percorso i 15 chilometri fra le abetaie e i ghiacciai in lontananza. Cambiavano i dialetti, cambiavano i paesaggi ma lo spirito che ha animato la tappa è rimasto quello. Ancora, il 2 luglio, è stato consegnato l’ultimo testimone a Marini, presidente della sezione di Imperia. La tappa ci ha condotto lungo percorsi che hanno unito la vista ed il profumo del mare con boschi e sentieri da cartolina. Va citata l’ultima tappa dell’itinerario toscano ligure perché ha avuto un marciatore d’eccezione: il nostro presidente nazionale Beppe Parazzini, che ha percorso la tappa conclusiva fino al Colle di Nava assieme agli alpini della sezione di Savona guidati dai capi gruppo Scaletti e Lunghi. È stato un onore per gli organizzatori ma soprattutto per i partecipanti: in quale altra associazione di oltre trecentomila iscritti il presidente condivide le gioie e le fatiche assieme ai soci?È un bel dire che il capitano, durante il servizio militare, era il primo della colonna a marciare: in un’associazione d’Arma il risultato è ben più autorevole e carico di affetto.
    Della cerimonia del sabato pomeriggio ho già detto: aggiungo il ricordo delle parole toccanti del celebrante, mons. Mario Ruffino, e la presenza di Nardo Caprioli. Dopo la Messa tutti insieme a cena, quando ciascuno ha narrato le proprie storie, sempre uguali e sempre nuove. Quella sera si sono incrociati tutti i dialetti prima intesi singolarmente e qui riuniti in una babele alpina piena di cuore e di colore. Il giorno dopo, dimessi gli scarponi ed indossato l’abito della festa, si è svolto il 54º Raduno Nazionale al Colle di Nava.

     

     


     

    36 tappe, 606 chilometri e 26mila metri di dislivello

     

    La marcia in onore della Cuneense è stata un avvenimento davvero eccezionale. Ha impegnato centinaia di alpini che a tappe e su tre percorsi hanno raggiunto il Sacrario dedicato al Caduti dell’eroica divisione alpina. Tutto questo è stato sintetizzato dal consigliere nazionale Gian Paolo Nichele, durante la commemorazione ufficiale al Colle di Nava, presente il nostro presidente nazionale
    Parazzini.
    Caro presidente ha esordito Nichele ti presento la conclusione della Cuneense in marcia. Per prepararla abbiamo lavorato in tanti, con le braccia, con la mente, con le gambe. I nostri strumenti sono stati scarponi e zaino, computer e internet, pennelli e colori, mestoli e pentole. Ciascuno ha fatto la propria parte con entusiasmo.
    Siamo partiti il 14 giugno dal cimitero monumentale di Carrara, ospiti della sezione
    Alpi Apuane che ha percorso le prime 3 tappe: si sono poi alternate le sezioni di La Spezia, Genova e Savona. Il 26 giugno abbiamo inaugurato il secondo itinerario partendo da Chiappera, in alta Val Maira, e siamo arrivati fin qui con le sezioni di Cuneo, Mondovì, Saluzzo, Domodossola, Casale Monferrato, Vercelli e Ceva. Il 2 luglio, infine, è partita la sezione di Imperia che, con la sezione Francia, ha percorso 4 tappe toccando il monte più alto della Liguria, i 2.200 metri del Monte Saccarello. In totale sono state percorse 36 tappe, 606 km lineari, 25.930 metri di dislivello in salita, 20.930 metri in discesa. Il tempo di marcia complessivo è stato di 214 ore. Hanno partecipato 491 marciatori delle sezioni citate.
    Durante la marcia ogni staffetta ha portato una parte di scudo della Cuneense che fra poco ricomporremo nel Sacrario a ricordo perenne di questa iniziativa. Alle tappe cui ho partecipato ho trovato un entusiasmo ed un attaccamento ai nostri valori che mi ha commosso. Le radici della nostra Associazione sono ben salde e si appoggiano sui meravigliosi capigruppo con i quali ho camminato, pregato e festeggiato. Sono loro l’autentica risorsa spesso troppo nascosta dell’ANA. Domani celebreremo alla presenza del nostro Labaro il 54º Raduno nazionale al Colle di Nava e renderemo gli onori all’ultimo comandante de
    lla Cuneense, il generale Emilio Battisti, che qui riposa per sua esplicita volontà. Lasciami ringraziare pubblicamente ed affettuosamente il presidente di Imperia, Gianfranco Marini che ha appoggiato senza condizioni e costantemente l’intera iniziativa; Enzo Daprelà l’autore del logo della manifestazione la cui arte troviamo anche nei nostri calendari; gli amici Alfredo Costa (già vice presidente nazionale) e Bruno Canova (consigliere nazionale) che mi hanno supportato con il loro lavoro, i consigli e la disponibilità. Grazie di cuore a loro, a tutti i partecipanti alla Cuneense in Marcia e a te che onori, con la tua presenza, il Raduno al Colle di Nava .

     

     


     

     

    E una settimana dopo un concerto per ricordare con il canto

     

    Una settimana dopo la conclusione della marcia e il raduno c’è stata un’appendice che più alpina non si può, un concerto di cori: la quinta edizione del Cantamontagna . A pochi passi dal Sacrario della Cuneense, nel forte centrale di fine 800, si sono esibiti i cori Monte Saccarello della sezione di Imperia, il Mongioje di Imperia ed il Monte Nero della sezione di Alessandria. Il pubblico ha gremito ogni posto disponibile ed ha apprezzato il repertorio che ha spaziato dal canto d’autore a quello popolare, dal canto di montagna a quello di trincea, dal repertorio internazionale al più puro canto alpino.
    Anche questo è stato un modo per onorare i Caduti della Cuneense, ma anche tutti gli Alpini dell’eroica Divisione che ha avuto fra le sue zone di reclutamento proprio il Piemonte.