Importanti sinergie

    0
    46

    Si è conclusa lo scorso 25 febbraio l’operazione Luto, l’intervento congiunto tra la Protezione Civile del 1º Raggruppamento e i militari del 32° Genio guastatori della brigata Taurinense, di stanza a Fossano, per il recupero e la messa in sicurezza dei territori piemontesi colpiti dagli eventi alluvionali dell’ottobre 2020.

    Presso il cantiere di Cavaglietto (ultimo completato in ordine temporale), secondo le più radicate e consolidate tradizioni alpine, la sinergia operativa e l’amicizia tra le due componenti, quella dei militari in armi e quella del volontariato in Protezione Civile dell’Ana, è stata ravvivata e riconfermata attraverso lo scambio dei guidoncini e dei crest delle varie entità coinvolte: Sezione di Novara, unità di Protezione Civile e 32° Genio guastatori, alla presenza del comandante di reggimento e dei sindaci delle due amministrazioni locali di Cavaglio e Cavaglietto, nei cui territori era collocato il cantiere.

    L’operazione, iniziata il 23 novembre 2020 nel Cuneese, ha visto operare fianco a fianco, gli alpini in armi ed i volontari della Protezione Civile Ana nei cantieri operativi realizzati nei territori di 12 comuni appartenenti a 4 provincie del Piemonte (Cuneo, Vercelli, Novara, Verbano-Cusio-Ossola). «Questa attività rappresenta il culmine della sinergie, che ci sono sempre state, tra l’Associazione Nazionale Alpini e i reggimenti delle Truppe Alpine, consolidate, negli ultimi anni, attraverso le esercitazioni della serie Vardirex (Various Disaster Relief Management Exercise), che hanno permesso di creare e testare delle procedure comuni per poter intervenire, culminate con l’impiego in caso reale che ha permesso effettivamente di consolidare questo legame», spiega il colonnello Alberto Autunno, comandante il 32° reggimento Genio guastatori.

    Un impegno, quello delle Truppe Alpine, che ha visto l’impiego di 55 militari e la movimentazione di 16 mezzi d’opera per complessive 450 ore di lavoro, che hanno determinato l’asportazione di oltre 24mila metri cubi di detriti e legnami dagli alvei dei fiumi, intasati dagli eventi alluvionali. I numeri della forza che la Protezione Civile del 1° Raggruppamento ha messo in campo nei 12 cantieri operativi sono notevoli: 147 volontari impiegati, appartenenti a 10 Sezioni Ana, per un complessivo di 548 giornate/uomo, pari ad oltre 4.380 ore di lavoro. A questi, vanno aggiunti volontari che hanno operato per fornire i supporti logistici che hanno reso possibile il corretto e sicuro svolgimento di tutta l’operazione: le squadre delle telecomunicazioni per la realizzazione dell’infrastruttura radio e per la gestione delle sale operative, la gestione delle segreterie e il costante supporto informatico, complessivamente 23 volontari impegnati per 303 giornate/uomo, pari ad oltre 2.420 ore.

    «L’operazione Luto è stata un successo – ha dichiarato, fiero, il Coordinatore nazionale della Protezione Civile Ana, Gianni Gontero. Un successo per la sinergia che i nostri volontari hanno saputo sviluppare con le Truppe Alpine: 4 mesi di lavoro intenso, dal profondo sud al più remoto nord del Piemonte: da un lato la professionalità e l’impegno delle nostre squadre di specialisti, tecnici, motoseghisti e logisti, dall’altro la potenza dei mezzi meccanici e la capacità dei militari, la sintonia dei componenti di una unica e vera grande Famiglia alpina che ha immediatamente e costantemente dato i suoi frutti. Un successo per i risultati ottenuti: possiamo a giusto titolo affermare che nei 12 siti nei quali siamo intervenuti con l’operazione Luto abbiamo messo in sicurezza i territori, feriti dagli eventi alluvionali dell’ottobre 2020, sotto l’aspetto idrogeologico e non solo.

    Criticità, spesso determinate da situazioni pregresse, sono state affrontate e risolte grazie agli interventi realizzati, riconsegnando territori più sicuri e fruibili alle comunità piemontesi ed alle amministrazioni locali. Un successo per il coinvolgimento di volontari e di unità sezionali di Protezione Civile oltre ogni previsione, affiancati da una struttura di supporto autonoma e completa, sviluppata in modo così completo per la prima volta nel 1º Raggruppamento: logistica, telecomunicazioni, attività di segreteria e supporto informatico, che costituirà, in futuro, un valido modello per affrontare nuove esigenze esercitative o emergenziali. Ancora una volta, la Protezione Civile dell’Associazione ha dimostrato come il motto ‘Per gli alpini non esiste l’impossibile’ sia una verità tangibile e costante, sempre per ‘Onorare i morti aiutando i vivi’, Per queste ragioni, ai volontari che si sono spesi senza risparmiarsi, posso e voglio dire solamente una parola: grazie!».

    Stefano Meroni