Il vescovo: Voi portate l'aria pura della pace

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    La S. Messa celebrata sul Sacrario in una spettacolare cornice di bandiere e vessilli.

    Viale degli Eroi era stipato in tutta la sua lunghezza: migliaia di alpini erano convenuti per la celebrazione della S. Messa all’altare del Leiten. Poche ore prima l’Associazione aveva scoperto una lapide, opera dell’architetto alpino Marco Pellavio, a ricordo della 79ª Adunata, omaggio perenne ai 60 mila Caduti. Sul sagrato, all’aperto sotto una tensostruttura bianca è allestito l’altare.

    A lato il Labaro, scortato dal presidente Corrado Perona, dal comandante delle Truppe alpine generale di Corpo d’Armata Ivan Felice Resce e dal Consiglio direttivo nazionale al completo. C’è anche una nutrita pattuglia di giovani: Dal 1919 l’impegno continua si legge sulla maglietta che indossano.

    Un impegno, prima ancora d’una promessa o un attestato, alla continuità dell’ANA. C’è una compagnia del 7º Alpini schierata quando giungono, con grande effetto spettacolare, tre blindati, uno dei quali porta la Bandiera di Guerra che raggiunge l’altare. Un maxischermo permette a quanti non sono a ridosso del Sacrario di seguire il rito. Celebra, con una ventina di cappellani alpini, il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo che rivolge un caloroso saluto alle penne nere, soprattutto agli alpini giunti da lontano.

    Loda lo spirito di forte appartenenza degli alpini, che nasce da un’esperienza di vita comune, dalla condivisione di un impegno e un ideale e anche del sacrificio. Qui, su queste montagne ancora innevate, sono caduti decine di migliaia di giovani; alla dolorosa memoria dei Caduti su queste cime e in tutte le altre guerre vogliamo associare la memoria dei Caduti di questi giorni in Afghanistan .

    Ed ha concluso: Dove c’è egoismo portate il vostro impegno generoso, dove vengono meno i grandi valori puntate in alto, dove c’è corruzione e ne vediamo ancora oggi tanta portate l’aria pura della verità, dell’onestà, dell’amicizia, della pace . La celebrazione si è conclusa con la lettura della Preghiera dell’Alpino. In questa cornice di montagne, in questo contesto altamente emotivo, cielo e terra sembravano più vicini.