Il tempo della tragedia

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    Era la naja degli anni cinquanta, con i campi invernali e i campi estivi. Le guardie, le marce e il desiderio di una licenza che non arrivava mai. Quel martedì salirono in ventidue sull’autocarro diretto al Tonale. Ventidue alpini del battaglione Bolzano, 6° reggimento, impegnati nelle manovre estive. Ad un tratto, in procinto di una curva infida e stretta, uno scossone. Il mezzo sbanda, rompe la fragile barriera lungo la strada sterrata e precipita nel vuoto. Un volo di oltre cento metri proprio sotto il passo del Gavia.

     

    Quattro furono sbalzati fuori, per gli altri diciotto l’autocarro fu trappola mortale. Una tragedia per quelle esistenze spezzate e per le loro famiglie ancora ignare, immerse in quegli attimi, nel procedere quotidiano della vita. L’arrivo dei soccorsi, della stampa e delle radio. Inchieste e polemiche. Poi il silenzio. Il succedersi delle stagioni e degli anni ha lasciato posto alla quiete del ricordo: quel fotogramma tragico delle divise strappate, dei corpi feriti ha cessato il suo tormento, così nella mente si sono impresse le immagini di quei ragazzi nell’ingenua giovinezza, con le loro speranze, con i frammenti dei loro sorrisi.

    Qualche tempo dopo si pensò ad una stele in marmo bianco, irregolare come un ritaglio di montagna, con incisi i diciotto nomi. La donarono gli alpini di Massa Carrara. Nel 1983 una valanga la spazzò via. Apparì subito complesso il recupero da parte dei mezzi e persino dell’elicottero. Così ci pensarono i veci alpini. Vi riuscirono con ingegno e tenacia. Decisero quindi di porla in un punto più sicuro, poco distante dal luogo dello schianto, sotto enormi rocce color del rame a difenderla.

    Quassù ogni anno, il 20 luglio si incontrano gli alpini della sezione di Vallecamonica e gli alpini di tutti i luoghi da cui provenivano i giovani caduti. Le autorità militari, civili e religiose e la gente di montagna. Un corona e una preghiera. Una celebrazione essenziale mentre gli occhi scivolano sopra quella tavola bianca: Franco Andros, Giacomo Battaglia, Bruno Charbonnier, Giuseppe Corti, Francesco Egger, Guido Franceschi, Luigi Gamper, Luigi Kostner, Antonio Lena, Pasquale Marengo, Raimondo Margesin, Giulio Molta, Edoardo Platzer, Sergio Rossetti, Antonio Sabbadini, Guido Savoldi, Giovanni Viale, Francesco Wiellander. S’intrecciano epoche e volti, passano giorni e giorni. Ma il 20 luglio gli alpini pregano. E non dimenticano. (m.c.)