Il sindaco: Alpini, ci inchiniamo davanti a voi

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    La cerimonia di benvenuto alle centinaia di migliaia di penne nere ad Asiago.

    Alpini, ci inchiniamo davanti a voi . Il sindaco di Asiago Andrea Gios non avrebbe potuto esprimere meglio la sua ammirazione per le penne nere alle quali nel corso d’una cerimonia tenuta allo stadio del ghiaccio ha dato il benvenuto a nome di tutta la città. Egli ha ricordato che sull’altopiano non c’è monte o paese che non sia parte della storia degli alpini, non c’è famiglia che non abbia almeno un alpino, che non conservi la memoria di quanti si sacrificarono su queste montagne, che seppero soffrire in silenzio, obbedire e servire nel rispetto della Patria e delle istituzioni .

    Poco prima aveva parlato il vice presidente nazionale vicario Vittorio Brunello che ha poi condotto lo svolgimento della manifestazione presentando i vari relatori per ricordare come, sin dai tempi dell’imperatore Augusto, l’altopiano sia stato terra di alpini, un fenomeno continuato nel medioevo, fino ai nostri giorni. È terra di alpinità dalle radici profonde aveva aggiunto Brunello ed è stato questo che al termine della Grande Guerra ci ha fatto tornare, 86 anni fa, su quel monte che per noi è un altare .

    Massimo Bonomo, il presidente della sezione ospitante, ha salutato gli alpini giunti da ogni parte d’Italia e del mondo. Vi auguro una buona Adunata ha concluso nella speranza che torniate ai vostri Paesi con il ricordo di qualcosa di speciale . Il comandante delle Truppe alpine, generale Ivan Felice Resce ha portato il saluto di tutti gli alpini in armi, in special modo di quelli impiegati in varie parti del pianeta .

    Ha ringraziato gli alpini per la grande manifestazione di vicinanza e di compattezza dimostrata in occasione della morte dei due alpini caduti in un attentato in Afghanistan, il tenente Manuel Fiorito e il maresciallo Luca Polsinelli. non erano soltanto un tenente e un maresciallo: erano due alpini veri che avevano comunicato a tutti i valori che il cappello rappresenta. Valori che le due famiglie hanno comunicato a tutto il mondo con la loro compostezza nonostante il grande dolore .

    Ha salutato le delegazioni della Federazione internazionale soldati della montagna, ed in particolare gli amici dell’esercito tedesco che aveva incontrato qualche mese prima ai Ca.S.T.A, i campionati sciistici delle truppe alpine, a Dobbiaco San Candido . Resce ha ricordato quando, nel 1972, tenente del Genio alpini venne mandato con una compagnia a ripristinare le trincee sull’Ortigara: Uno scenario di solitudine ma di grande bellezza. Allora la città di Asiago ci accolse con grande affetto. Pensando alla guerra combattuta lassù, mi chiedevo che senso avesse la guerra.

    Credo che la risposta più autentica me l’abbia data l’altra sera la mamma del maresciallo. Per spiegarmi meglio voglio dirvi che la pattuglia incappata in quell’incidente aveva appena scortato la polizia rumena che andava ad attivare un posto di blocco; dopo l’incidente la nostra pattuglia è stata soccorsa da una pattuglia francese, i feriti sono stati portati all’ospedale tedesco, e riportati in Italia da un aereo tedesco. Paesi che un tempo erano nemici, oggi vivono insieme. La mamma di Polsinelli mi ha dato la risposta al mio quesito di allora: ha detto che la sua speranza e la sua accettazione della morte del figlio sarà più grande quando un cittadino italiano potrà andare in Afghanistan senza scorta e senza correre pericoli .

    Il generale ha ricordato che gli alpini sono impegnati in una campagna di reclutamento, anche con l’aiuto della nostra Associazione. E con sorpresa di tutti, ha annunciato che era stato reclutato un nuovo alpino: il colonnello dei ranger statunitensi Rosner. È un colonnello che è tanto amico degli alpini da aiutarci ed assisterci come nessun altro nelle nostre missioni multinazionali, in special modo in Afghanistan . E dopo averlo chiamato sul palco, il generale Resce, fra gli applausi, ha messo in testa all’ufficiale dei Rangers il cappello alpino, con la penna bianca e i gradi da colonnello.

    Oscar De Bona, assessore della Regione Veneto, alpino, ha parlato in rappresentanza del presidente Galan. Particolarmente caloroso il suo saluto agli alpini delle sezioni all’estero. Sono stato più volte all’estero, in varie parti del mondo, a visitare comunità di alpini, e ho riscontrato che il vostro attaccamento supera talvolta anche le risposte e gli impegni delle istituzioni italiane. Approfitto quindi di questa occasione per dirvi che in questa Regione da diversi anni ormai i 580 Comuni, le sette Province, le comunità montane sono molto vicine all’attività che fanno i nostri connazionali all’estero.

    Riusciamo a realizzare tanti progetti con le nostre associazioni venete nel mondo e questi progetti li facciamo perché all’interno delle associazioni ci sono molti alpini. E io sono qui ha concluso De Bona per testimoniare la gratitudine di questa Regione per questa vostra collaborazione e per quanto avete fatto in anni difficili per rimettere in sesto, con vostre rimesse, questo Paese .

    Adriano Rocci, consigliere nazionale e presidente della Commissione per l’IFMS, ha presentato le delegazioni della Federazione: Noi siamo qui ad Asiago, siamo in una sorta di santuario dove, durante la Grande Guerra, si fronteggiarono quelle truppe che oggi sono affratellate sul versante militare e sul versante civile. Alcuni anni fa ha continuato Rocci ho presenziato, con grande dispiacere devo dire, allo scioglimento dell’83º battaglione di artiglieria da montagna tedesco, comandato dal ten. col. Berndt Grygiel.

    È sempre stato un nostro grande amico, del quale ricordo una frase: Noi ci apparteniamo . In queste tre parole c’è il significato della vostra presenza, qui . I vari capi delegazione delle associazioni consorelle hanno quindi portato il loro saluto, interventi conclusi dal segretario generale dell’IFMS col. Hans Peter Walker. Egli ha rilevato che negli ultimi vent’anni la collaborazione fra l’IFMS, gli alpini e i militari tedeschi si è molto sviluppata.

    Si è detto commosso dell’accoglienza che riceve alle nostre adunate e convinto che lo spirito comune aiuta la crescita dell’Europa comune. Ha concluso invitando tutti a Mittenwald, alla 50ª giornata dedicata al ricordo e con un Viva l’amicizia, viva l’Italia, viva gli alpini . Ha poi parlato lo spagnolo col. Jesus Molina, che ha affermato, non senza emozione, di aver ricevuto dagli alpini una grande lezione di patriottismo.

    Infine il capo della delegazione tedesca, il maggiore Konrad Herborn, che ha esordito portando il saluto del comandante della 10ª divisione, generale di Corpo d’Armata Engelhard e del nuovo comandante della brigata alpina, l’ultima di questa specialità rimasta in attività. Anno dopo anno ha continuato sono sempre più contento di essere qui. Sono convinto che questa adunata, in questo bel Paese, sarà molto bella. Se non mi sbaglio, nell’inno degli alpini esiste la frase: difendi sempre la frontiera. Ebbene, io sono molto contento che non dobbiamo difendere niente ma abbiamo tre giorni per festeggiare. Viva gli alpini, viva l’Italia .

    Un lungo applauso ha salutato il simpatico maggiore Herborn, che oltretutto aveva parlato in un ottimo italiano. Brunello ha dato quindi la parola al nostro presidente Corrado Perona, per l’intervento conclusivo. Il presidente ha rivolto un cordiale saluto alle autorità e un toccante benvenuto alle centinaia di alpini giunti da lontano. Posso dire con grande commozione che la famiglia degli alpini è ormai al completo: quanti si erano messi in marcia per partecipare all’Adunata sono ormai arrivati . E rivolgendosi al generale Resce: Caro generale ha proseguito con la voce venata da tristezza non avremmo mai pensato che salendo all’Ortigara per commemorare i nostri Caduti avremmo dovuto aggiungere a questa lunga fila altri due alpini, uccisi nel vile attentato di Nassiryia .

    Un applauso ha accompagnato le parole del
    presidente: è stato l’omaggio alla memoria del tenente Fiorito e del maresciallo Polsinelli. A loro ha proseguito Perona portiamo lo stesso rispetto e amore che nutriamo per gli alpini che su queste balze diedero la vita per la Patria . Siamo venuti per ricordare ma anche per fare un esame di coscienza, perché quella colonna rappresenta per noi una testimonianza importante, ma anche una consegna importante da parte dei nostri veci’. E noi non dimentichiamo nulla, abbiamo veramente fatto fede alla parola dei nostri Padri.

    In questi 86 anni, nei momenti facili, difficili, tragici della nostra storia gli alpini non hanno mai perso la strada maestra, indicata dai nostri Padri. L’Associazione non è cambiata, pur avendo avuto fasi di aggiustamento’ in sintonia con i tempi che cambiano: ma sono stati aggiustamenti non per adeguarsi ma per costruire il proprio futuro. Un’associazione come la nostra non poteva soltanto ricordare, doveva anche pensare di proseguire sulla strada dei nostri Padri. E non abbiamo mai messo in discussione neanche i valori e la storia: ci siamo dati da fare per far crescere l’Associazione non solo nel numero ma anche nell’attività degli iscritti .

    Perona ha rimarcato la lungimiranza dei nostri padri fondatori, che definirono la struttura dell’associazione in sezioni e gruppi: ciascuno opera nel proprio ambiente ma tutti insieme per la causa comune. E così, a tanti anni di distanza possiamo venire sull’Ortigara, ci sentiamo cittadini di Asiago, una cittadinanza che deve costituire motivo per continuare sul cammino che ci è stato indicato. È la strada della fedeltà alle istituzioni, al Tricolore, alla Patria, alle nostre Truppe alpine.

    Queste sono le motivazioni che ci permettono di proseguire. E se è nata la Protezione civile, la grande disponibilità degli alpini, dei nostri soci, nelle comunità montane, nei piccoli centri come nelle città, ovunque ci sia bisogno della presenza dell’alpino è perché l’alpino è moralmente preparato: non si improvvisa nulla se non c’è nell’uomo qualcosa che lo spinge ad andare avanti, a costruire .

    Avviandosi alla conclusione Perona ha citato le parole del Ponte di Perati’: Quelli che son partiti, non son tornati , ed ha ricordato i due alpini uccisi nell’attentato a Kabul. Noi li commemoriamo assieme a tutti i nostri Caduti ha detto Siano loro a indicarci il cammino. Oggi non appaiono più su di noi le stellette che abbiamo avuto un tempo, ma quelle stellette ci appartengono e sono il simbolo dei valori che ci accompagnano ancora. Viva gli alpini, viva le truppe alpine .