Il rispetto delle regole

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    Caro direttore, sono giorni di reclusione per cui ognuno dà libero sfogo anche ai suoi pensieri, pensa, ripensa, guarda, legge, medita… Io, personalmente conservavo, dagli anni Ottanta, le copie de L’Alpino: le ho sempre tenute perché credevo che in ognuna ci fosse qualcosa di interessante che un giorno sarebbe potuto tornarmi utile. A malincuore (ne avevo una mezza libreria) le ho mandate al macero, ma prima, ho letto e riletto moltissime pagine, specialmente quelle delle “Lettere al direttore”. Ed ho visto che, negli anni, periodicamente, ritorna alla ribalta il discorso: chi può portare il nostro (glorioso) cappello? Ritengo che ogni alpino che vede, sa, conosce una persona che porta il nostro cappello senza averne diritto, deve farlo presente al Capogruppo che, a sua volta, lo deve impedire. Se il Capogruppo (accertata la veridicità) non lo fa, viene “denunciato” alla Sezione di appartenenza che gli chiederà conto e, se del caso, lo fa decadere dalla carica.

    Sergio Rinero, Boves (Cuneo)

    Caro Sergio, quello che tu proponi dovrebbe essere prassi abituale. La nostra Associazione ha regole precise e rispettarle è un modo per preservarla da possibili degenerazioni. Purtroppo non mi faccio illusioni. Il silenzio su questo tema è figlio di un padre e di una madre. Il primo ha per cognome Menefreghismo, la seconda Mancanza di convinzione vera.