Il ripristino della leva

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    Caro direttore, ho letto sul Messaggero Veneto e su Il Piccolo del 4 giugno, i ringraziamenti del Presidente nazionale Sebastiano Favero nei confronti della Regione Friuli Venezia Giulia per aver approvato e inviato a Roma una proposta di legge nazionale volta al ripristino del servizio di leva obbligatorio. Da primo firmatario e relatore di tale proposta, ma soprattutto da alpino triestino, desidero ringraziare a mia volta il Presidente Favero, poiché il suo intervento tiene viva la tematica. I consigli regionali del Veneto e del Fvg, terre di alpini, hanno infatti fatto proprio l’appello dell’Ana al fine di riportare al centro del dibattito pubblico quegli obblighi costituzionali di solidarietà che sono più effettivi e diffusi attraverso un periodo di servizio, civile o militare, alla Patria. A 15 anni dalla sospensione della leva militare obbligatoria, gran parte dell’opinione pubblica avverte la necessità di colmare un vuoto educativo, che sta toccando in maniera trasversale tutti gli ambiti della società. Com’è noto, gran parte dei volontari della Protezione Civile hanno fatto la naja, specialmente tra le fila delle penne nere; questo dimostra come il senso di responsabilità e la condivisione di fatiche per raggiungere un risultato, siano stati poi messi a frutto per tutta la vita verso il bene comune. Il servizio obbligatorio avrebbe dunque un ritorno sociale particolarmente importante, diventando non una spesa ma un investimento per il futuro, perché i nostri giovani possano ritrovare il significato di termini divenuti desueti come obbedienza, condivisione, solidarietà, identità. Giovani pronti a realizzare i loro progetti di vita con uno sguardo teso al mondo circostante, al suo patrimonio storico, paesaggistico, culturale e sociale e non al solo benessere personale: cittadini attivi e consapevoli!

    Ten. Piero Cambe
    Presidente IV Commissione consiliare Friuli Venezia Giulia

    C’è qualcuno che pensa che ripristinare il servizio di leva sia una questione ideologica di cui si sono impadroniti alcuni partiti. Chi ha la mente sgombra dai pregiudizi, sa che si tratta di questione prima di tutto pedagogica e sociale.