Il Panaro rompe gli argini

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    Il maltempo “picchia duro” anche in Emilia-Romagna e, si sa, che quando il gioco si fa duro, gli alpini scendono in campo. I fatti alluvionali della fine del 2020 hanno interessato diffusamente il territorio emiliano-romagnolo, ma è nel territorio di Nonantola, a circa 10 chilometri dal capoluogo di provincia, Modena, che si è verificato l’evento ancor più grave: la rottura degli argini, causato dal fiume Panaro in piena, e la conseguente esondazione delle acque a invadere i territori e le campagne circostanti. Il racconto di Diego Gottarelli, coordinatore regionale Ana Rer per le emergenze e l’addestramento formativo, diventa quasi un diario di quei momenti. «Già da diversi giorni era un susseguirsi di messaggi sul telefonino, allerta gialla, allerta arancione, allerta rossa…

    Poi l’arrivo dei messaggi che confermavano che i livelli idrometrici di tutti i corsi d’acqua erano in rapida salita. Dal momento che ormai siamo vecchi del mestiere (non “veci” che, per noi, è ben altra cosa…), un minimo di apprensione si è manifestata. Le nostre prime squadre sono uscite sul territorio di loro competenza, a fianco dei coordinamenti provinciali, con compiti di sorveglianza arginale, preparazione sacchi di sabbia e supporto alla popolazione. L’apprensione si è presto, purtroppo, trasformata in realtà, quando è giunta notizia della rottura dell’argine del fiume Panaro in località Nonantola. L’emergenza “ristretta” (in gergo di tipo A) si era dunque trasformata in tipo B-C.

    I volontari Ana Rer sono stati attivati per intervenire a supporto della popolazione, coadiuvata anche dall’intervento di tre Colonne mobili regionali, dal Piemonte, dalla Lombardia e dal Veneto, operando per una settimana su scenari già visti in passato e, dunque, ben conosciuti, lavorando a supporto di tutto il sistema di Protezione Civile della Regione Emilia Romagna. L’emergenza ha visto impiegati ben 145 volontari per 1.550 ore/uomo complessive, divisi in 30 squadre che hanno movimentato 28 mezzi operativi della nostra Colonna Mobile.

    È giusto evidenziare la professionalità dei nostri volontari, l’impegno malgrado il meteo ostile, la disponibilità ben oltre quanto richiesto. Tutti si sono spesi al massimo nella consapevolezza di far parte dell’Associazione Nazionale Alpini, tenendo fede agli ideali che animano la grande famiglia alpina».

    Stefano Meroni