Bilancio di un anno difficile

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    Dal coordinatore nazionale della Pc Ana, Gianni Gontero

    Il Natale si sa evoca un’atmosfera magica, solitamente i bambini aspettano la neve, i doni sotto l’albero, il Bambin Gesù nel presepe. Di rito la famiglia si riunisce in un alone di luci, canti festosi e chiacchiere che scaldano il cuore; i genitori si affrettano negli ultimi preparativi mentre i nonni alpini raccontano ai nipotini vecchie fiabe e vecchi ricordi di quando, anche loro bambini, avevano delle festività più cupe perché c’era la guerra, ma le mamme e le nonne riuscivano in qualche modo a far sì che per un attimo il mondo tornasse a sorridere. Quest’anno non c’è la Grande Guerra, ma ogni giorno un bollettino ci ricorda chi si ammala, chi non c’è più ed è incredibile quanto un nemico così microscopico possa essere tanto implacabile. Non ci sono i fucili né le armi: ci sono medici, infermieri ed oss (operatori socio sanitari) armati di tanto coraggio, forza di volontà e farmaci non solo facenti parti della sanità civile, combattono questo male fianco a fianco con l’Esercito in un nuovo tipo di “delirium belli”. Uno dei luoghi della Sanità Alpina in cui si sta lavorando alacremente e senza sosta ed è ancora una volta protagonista di questa pandemia in Italia, è l’Ospedale da Campo a Bergamo. I volontari dei quattro Raggruppamenti della Protezione Civile Ana hanno ripreso le turnazioni, con grande pazienza dei familiari, ai quali va sempre il mio doveroso ringraziamento per il sacrificio che fanno nel vedere partire i loro cari in “missione”. Ma come si sa, anche le macchine ben oliate e programmate, possono avere dei piccoli intoppi che non sempre è facile risolvere soprattutto quando il tempo a disposizione è poco. Ma come amo spesso ricordare, “per gli alpini non esiste l’impossibile” e non esistono confini, tanto meno campanilismi o differenze di età. C’è un albero addobbato nel cortile del campo, molto semplice, gli alpini, gli amici degli alpini e gli aggregati che trascorrono la festività qui, inviano alcune fotografie, chi a casa, chi sui social e l’atmosfera diventa familiare e riempie il cuore di speranza, una flebile, ma robusta speranza affinché tutto torni alla normalità il prima possibile e che tutto ciò non resti altro che un amaro ricordo. Ringrazio i coordinatori di Raggruppamento che hanno fatto sì che il meccanismo complesso e delicato delle turnazioni non si inceppasse e che hanno salutato in fretta e furia le famiglie per seguire un imperativo che riecheggia nell’Associazione Nazionale Alpini ed è un insegnamento che mai va dimenticato: “onorare i morti, aiutando i vivi”.

    Dal responsabile dell’Ospedale da Campo, Sergio Rizzini

    L’Associazione Nazionale Alpini ha deciso di schierare il suo Ospedale da Campo, la più grande struttura di questo tipo in Europa, all’interno dell’area dell’Ente Fiera di Bergamo, già nel mese di febbraio dello scorso anno per contribuire a fronteggiare l’epidemia. Centinaia i volontari della Sanità Alpina e della Protezione Civile Ana che hanno operato ed operano nella struttura, fornendo anche l’indispensabile supporto logistico per il funzionamento della struttura e gli alloggiamenti del personale. Dopo la prima ondata abbiamo lottato per far capire ai molti interlocutori che volevano dismetterla ad ottobre, che era opportuno mantenere la struttura in fiera e grazie alla fattiva collaborazione di regione Lombardia e della prefettura di Bergamo siamo riusciti nell’obiettivo, la ragionevolezza ed il senso civico di tutti gli interlocutori ha prevalso, consentendo che il presidio non venisse chiuso anzitempo ed oggi ritorna ad operare in configurazione Covid in aiuto dei nostri concittadini, ma ricordiamo anche che non ha mai smesso di operare a favore della popolazione bergamasca in questi lunghi 7 mesi. All’inizio di ottobre l’ospedale è stato potenziato e ricondizionato per accogliere nuovamente nel padiglione B i malati Covid con i suoi 70 posti di terapia intensiva e gli altri 72 posti di media basa intensiva, ed è quindi ritornato ad operare a pieno regime, fornendo tutto il supporto necessario, il personale della Sanità Alpina è stato ulteriormente aumentato anche per la gestione della cucina in collaborazione con il Papa Giovanni XXIII, così come i volontari della Pc Ana e il personale dell’antincendio è tornato a 3 volontari per turno. In pochissimi giorni abbiamo traslocato le attività ambulatoriali presso il padiglione A della fiera, ancora una volta con il prezioso contributo degli artigiani bergamaschi e ricondizionato il padiglione B a presidio Covid, dove, da inizio novembre, ha ricominciato ad accogliere pazienti gravi in terapia intensiva. L’impegno della Sanità Alpina nelle sue due componenti fondamentali (sanitaria e logistica) si è sviluppato sia a Bergamo ma anche nei territori italiani del Nordest.

    Dalla Sezione di Bergamo

    Nel corso del 2020 le attività dell’Unità Sezionale di Protezione Civile della Sezione di Bergamo sono state essenzialmente dedicate all’emergenza Sars-Covid-19 che dal mese di febbraio ha cominciato a richiedere i primi interventi per poi presentarsi nella sua tragica realtà dal mese di marzo. L’assoluta preponderanza nel 2020 degli interventi finalizzati alla gestione dell’emergenza Covid-19 emerge anche dall’analisi delle giornate/uomo lavorate dai volontari bergamaschi che evidenziano ben 11.140 ore, su un totale di 13.296 giornate/uomo, legate alla gestione dell’emergenza Covid, una buona parte legate all’allestimento e gestione dell’ospedale presso la fiera di Bergamo ma ancora di più collegate a tutte le attività connesse alla gestione dei Coc (Centro Operativo Comunale) che le varie amministrazioni locali hanno attivato per gestire le attività sul territorio. In particolare, i volontari di Protezione Civile bergamaschi hanno operato localmente in supporto alla popolazione su indicazione delle amministrazioni locali e sovracomunali che hanno attivato i rispettivi Coc di competenza (distribuito pacchi viveri, supervisionato accessi nei pubblici esercizi, sempre in supporto ed in affiancamento alla pubblica autorità). A livello provinciale i volontari della Colonna mobile hanno operato per trasportare materiali e beni di prima necessità dai diversi punti di rifornimento fino al magazzino di supporto alle attività per emergenza Covid-19 del 2º Rgpt. installato per l’occasione presso il magazzino del nucleo di Comun Nuovo, dove sono transitate gran parte delle merci e derrate alimentari destinate a supporto alla popolazione e all’Ospedale da Campo in fiera, iniziativa di livello nazionale che nella progettazione e nella realizzazione, ha visto inizialmente impegnati i soli volontari bergamaschi che hanno lavorato nel settore logistico e di approvvigionamento materiali. Impegno poi proseguito con il supporto da parte di tutti i raggruppamenti e che continua tuttora. A tutt’oggi una quota di volontari bergamaschi sono impegnati settimanalmente per i servizi logistici, a supporto all’impegno delle altre Sezioni. Insieme a tutto questo i volontari hanno anche proseguito, anche se in termini assolutamente minori rispetto agli altri anni, le attività di prevenzione sul territorio in collaborazione con l’Amministrazione provinciale garantendo l’esecuzione di interventi di prevenzione ambientale “Fiumi Sicuri”, il supporto a criticità idrogeologiche, alluvionali e per emergenza neve. E si è trovato anche il tempo di svolgere qualche attività formativa, sempre regole Covid permettendo.