Il museo della Regina

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    Era l’aprile 2019, quando mi arrivò per la prima volta la proposta di entrare a far parte del team “Marmolada”, per prendere servizio al museo Marmolada Grande Guerra 3.000 m presso la stazione della funivia di Serauta. Il museo è stato fondato nel 1990 per volontà dell’allora Presidente di Funivie Marmolada, Bruno Vascellari e di Mario Bartoli, ed è stato completamente rinnovato nel 2015 per volere dell’attuale Presidente di Marmolada Srl, Mario Vascellari, e del Presidente dell’Associazione Museo della Grande Guerra in Marmolada – Onlus, Alberto Curti.

    Era una proposta che non potevo rifiutare, perché avevo conosciuto anni fa la passione che guidava Mario Bartoli, inoltre anche mio padre negli anni Novanta aveva collaborato al recupero di reperti sul ghiacciaio. Così dal giugno 2019 cominciavo un’avventura che mi permetteva di usare a livello professionale le mie decennali ricerche nel “pianeta” Grande Guerra, come socio della Società Storica per la Guerra Bianca, e le conoscenze di oltre 30 anni di frequentazione del territorio del fronte dolomitico, del Lagorai e oltre. In più, entravo in un solco di tradizioni familiari: infatti ogni componente della mia famiglia aveva avuto esperienze legate alla Regina delle Dolomiti, come guida, recuperante, portatore, operatore degli impianti sciistici.

    Sono entrato in questo mondo consapevole che avrei convissuto con i ritmi della montagna più alta delle Dolomiti e con la determinazione a dare il massimo e ad inserirmi in un ambiente che sentivo per me ideale. Poi le incancellabili memorie di guerra alpina con protagonisti come Arturo Andreoletti, Flavio Rosso, Leo Handl, erano per me una spinta ulteriore. Nel lavoro di gestione del Museo, coadiuvato da Romina Darman, ho avuto modo di scoprire l’enorme interesse, o quanto meno curiosità, per le vicende di oltre un secolo fa da parte dei visitatori.

    Ho assistito centinaia di volte allo stupore, all’ammirazione, alla commozione dei visitatori di ogni età e di tutto il mondo che entravano nei corridoi per una visita più o meno frettolosa. Perché, se accompagnati lungo il percorso museale, dal racconto di aneddoti di vita e testimonianze, ne uscivano commossi, pronti in estate ad effettuare il percorso attrezzato della zona monumentale sacra, che li porta a visitare le gallerie scavate dai soldati proprio durante la Grande Guerra.

    La volontà di mantenere la memoria e non dimenticare il valore ed il sacrificio degli uomini di entrambe la parti in campo, senza distinzione, è sicuramente una peculiarità del museo Marmolada Grande Guerra 3.000 m. Il percorso museale è infatti dedicato alla vita del soldato in guerra sulle Dolomiti, con una narrazione che cerca di restare super partes, lungo i corridoi del museo si trovano infatti sia reperti italiani, sia reperti austro-ungarici. La concentrazione è quindi tutta sull’uomo-soldato, che combatté a oltre 3.000 metri fra nevi perenni, bufere e temperature polari. Sia in inverno, che in estate, questa è un’esperienza che mi permette di condividere le mie conoscenze della Guerra Bianca sulla Marmolada e sulle Dolomiti con turisti italiani e stranieri (fra i quali anche ufficiali dei Marines americani o degli Highlanders scozzesi), che spesso non la conoscono e si sorprendono, per esempio, di fronte alla storia della città di ghiaccio.

    Ho poi trovato sulla Marmolada una bella squadra di colleghi e ho avuto modo di conoscere il gruppo di volontari, che sotto la guida di Attilio Bressan, negli anni hanno recuperato moltissimi reperti che si trovano oggi nel museo. Ascolto le storie di Attilio e mi rendo conto di condividere la stessa passione che lo guida ancora oggi a parlare di Grande Guerra e a sovrintendere alla zona monumentale sacra in accordo con Onorcaduti. I panorami mozzafiato con i grandi giganti dolomitici sull’orizzonte, sono lo sfondo delle mie giornate al museo. Storia, cultura e natura qui si incontrano in modo straordinario. È senz’altro un luogo da visitare.

    Santo De Dorigo