Il Memoriale della Cuneense

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    Mi riferisco alla lettera di Sergio Boem in cui lamenta, giustamente, il sempre minore interesse del pubblico verso la nostra Associazione. Segnalo quanto avviene da anni in provincia di Cuneo, anche se un po’ in sordina come è nello spirito alpino: è in via di inaugurazione una struttura volutamente chiamata memoriale, non museo, che riguarda la guerra e la ritirata in Russia della divisione Cuneense e mira a trasmettere il nostro Dna. Abbiamo registrato un costante aumento delle visite, specie di studenti. Per ottenere tale risultato abbiamo preso contatto con dirigenti scolasti e insegnanti, ma, soprattutto, i vari gruppi alpini si sono offerti di accollarsi il trasporto di alunni e insegnanti sino a Cuneo per visitare il memoriale. La visita inizia sempre con l’alzabandiera e l’Inno nazionale. Prosegue poi con la visita con guide alpine volontarie, che cercano di trasmettere il nostro spirito, parlando di Patria, comportamenti sociali e pace. Siamo convinti che al di là delle nostre manifestazioni, sia importante tramandare le idee che ci hanno trasmesso i padri, adattate ai giorni non facili che stiamo vivendo. Il ritorno al memoriale di molti ragazzi coi loro genitori ci fa ritenere di essere sulla strada giusta. La nostra “fatica” si esaurisce in provincia e in realtà della vicina Liguria: se però ognuno, nel suo ambiente, riuscisse a fare qualcosa di simile penso che riusciremmo incidere un po’ sulla società. Aggiungo ancora che la mia Sezione può anche vantare un gruppo di salmerie che sfila con noi e che la sua presenza è richiesta quasi ovunque.

    Bruno Gazzola, Sezione di Mondovì

    Caro Bruno, il vostro memoriale è un esempio concreto di quanto si può fare per cercare di coinvolgere il più possibile i giovani nel nostro mondo. Degno di nota quanto efficace è sicuramente anche l’impegno dei gruppi nel trasportare i ragazzi al memoriale stesso. A volte le scuole hanno davvero difficoltà nell’organizzare gli spostamenti degli studenti. Siete anche tra quelli fortunati (ma soprattutto bravi, per lo sforzo) che mantengono un gruppo di salmerie, da sempre tra i più apprezzati nelle manifestazioni pubbliche.