Il giorno più bello

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    GENOVA

    Il 6 novembre scorso si è tenuta l’annuale “cena di ringraziamento” a favore degli amici degli alpini che tanto hanno dato al nostro Gruppo. Uomini e donne che hanno recepito lo spirito di servizio verso la società che ormai, nei piccoli paesi, gli alpini da soli non sono più in grado di espletare per mancanza di personale o per l’anzianità dei soci. È stato bello godere dell’allegria di un contesto ormai desueto, in questa società malata di egoismo. Alpini e amici uniti per un ideale comune: aiutare in libertà chi ne ha bisogno! Mauro Pastorino, Capogruppo di Rossiglione, 4º Alpini.

    MONDOVÌ

    A settembre a Gemona ho partecipato al 40º del Terremoto in Friuli in rappresentanza degli alpini del mio Gruppo, che nel cantiere di Villa Santina avevano operato durante il terremoto del Friuli nel lontano 1976. Testimoniare con la presenza l’impegno di allora, sentendo quanto ancora vivo sia il ricordo che i friulani portano nel cuore, ha rappresentato per me una forte emozione che credo rimarrà per sempre. Massimo Sevega, Capogruppo di Villanova Mondovì, battaglione logistico Taurinense.

    OMEGNA

    Da alpino il mio giorno più bello è stato quello della festa del gruppo alpini di Cressa a cui appartengo e ho l’onore di esserne Capogruppo: 15º di fondazione con la benedizione del nuovo gagliardetto donato dai figli del nostro primo Capogruppo Nicola Gattoni, “andato avanti” anni fa, che era un amico e fu il promotore della fondazione. Fulvio Erbetta, Capogruppo di Cressa, 4º btg. trasmissioni Gardena.

    NOVARA

    Quando si fa qualcosa di utile per il prossimo… è quello i giorno più bello: in attesa che ce ne sia un altro migliore… Antonio Palombo, Presidente sezionale, 1º Artiglieria da montagna.

    IVREA

    Il 12 giugno 2016! Due tricolori che si alzano al vento, due inni che “invadono” la piazza gremita, le Alpi “amore condiviso”! Un’emozione (lunga 48 ore) accogliere i francesi dell’Amicale du 27ˆ e 67ˆ Bataillons Chassuers Alpins di Annecy e far gustare loro il nostro borgo, gli angoli caratteristici, piatti tipici, danze, canzoni, il suono magico di una fisa, il calore della gente. È sembrato tutto così eccezionale, o forse, semplicemente, sono… cose da Alpini! Guido Roberto, Capogruppo di Pont Canavese, reparto comando Taurinense.

    VALSESIANA

    Il giorno più bello del 2016 vissuto come alpino è stato senz’altro il 15 agosto. In quell’occasione, con l’aiuto del Gruppo cui sono iscritto, abbiamo allestito una mostra immagini sulla Prima Guerra Mondiale con foto d’epoca di alpini valsesiani, cimeli e divise composte da pezzi originali su manichini che ha avuto un ottimo successo; per Riva Valdobbia aver avuto circa 500 visitatori è stato “l’euf fò d’la cavagna” (l’uovo fuori dalla cesta). Aldo Lanfranchini, Deposito brigata Taurinense.

    BRESCIA

    Il 4 Novembre quando con il Gruppo di Passirano a cui appartengo, abbiamo accompagnato gli alunni delle scuole elementari davanti al Monumento ai Caduti. Dopo l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti abbiamo regalato il Tricolore a tutti i ragazzi delle quinte. Giornata bellissima ricordando chi diede la vita per l’Italia, ma guardando anche al futuro, con la consegna nelle mani delle nuove generazioni, del simbolo della nostra Patria. Carlo Gotti, 11° Alpini.

    ACQUI TERME

    A parte la domenica all’Adunata nazionale che ha sempre un fascino particolare, anche per l’affetto che la gente ci riserva, il giorno più bello di quest’anno è stato a Ponzone, in occasione del premio letterario “Alpini Sempre”. È un riconoscimento importante perché permette di non disperdere il ricordo e la memoria ma anzi cerca, grazie agli autori premiati, di ampliarlo e divulgarlo tramite una ricerca continua del passato, anche se purtroppo quello degli alpini in guerra è spesso un passato triste. Quella di Ponzone è una manifestazione diversa ma con tanta alpinità. Giuliano Becco, Capogruppo di Merana, 8º Alpini.

    AOSTA

    Nella città di Aosta c’è il piccolo cimitero del Borgo di Sant’Orso, chiuso nel novembre 1930, nel quale ci sono ancora le tombe di molti soldati valdostani morti nella Grande Guerra. Alcuni erano stati decorati con medaglie d’argento e di bronzo al Valor Militare; ragazzi che quest’anno abbiamo voluto ricordare con un affetto più profondo. Pioveva a dirotto il giorno della commemorazione, come se le lacrime della nostra commozione si accompagnassero al pianto di quella gioventù che si era data in sacrificio con un gesto d’amore. Leggendo quei nomi ho sognato di accarezzare le loro anime, facendoli rivivere per un attimo nei cuori di chi oggi respira libertà grazie a loro. Carlo Gobbo, vicario della Sezione e Capogruppo di Aosta, 9º Acs alla Smalp.

    BELLUNO

    A Malga Casiere il 27 e 28 agosto, in località Laste di Roccapietore per la consegna del Premio Nazionale di Fedeltà alla Montagna al socio Diego Dorigo. Due giornate bellissime a un passo dal cielo, una folla di alpini e i premiati delle scorse edizioni, giunti da ogni parte d’Italia. Due giornate che non potrò mai dimenticare. Angelo Dal Borgo, 6° Artiglieria da montagna.

    BIELLA

    Il mio pensiero va alla gioia, all’allegria, alla spontaneità di bambini e ragazzi quando, questa primavera, li abbiamo incontrati a scuola in occasione della consegna di alcune lavagne multimediali per la Primaria e Secondaria, arredi e giochi per la Materna. Il Gruppo di Lessona in occasione del 60º anniversario di fondazione, ha voluto lasciare un segno della presenza sul territorio, con uno sguardo al futuro. Lo ricordo come un giorno speciale: l’accoglienza da parte loro e degli insegnanti, l’affetto nei nostri confronti, con canti e poesie, mi hanno emozionato. Enzo Revolon, Capogruppo di Lessona, 3º Alpini.

    CUNEO

    Ho prestato servizio come volontario di Protezione Civile presso il campo di Tempera, durante l’emergenza del terremoto a L’Aquila. Quest’estate sono tornato nella città abruzzese per le vacanze estive e ho rivisto la mia caserma. Mi sono tornati in mente un sacco di bellissimi ricordi, offuscati dalla situazione in cui versa la città… sbiaditi nella mente ma vivissimi nel cuore. Bruno Canonica, Capogruppo di Barbaresco, 9º Alpini.

    ASTI

    Il mio giorno più bello del 2016 è stato, dopo tanto lavoro, vedere l’esibizione dei congedati della Fanfara Cadore il sabato precedente l’Adunata di Asti, nella piazza di San Damiano d’Asti gremita di folla. Non mi aspettavo tanta partecipazione e interessamento da parte dei miei concittadini. Ma l’emozione più grande è stata, leggendo pagina 33 de L’Alpino di giugno 2016, vedere pubblicata la foto del mio nipotino con cappello e bandierina che aspettava il passaggio del nonno nella sfilata. Insomma un’Adunata indimenticabile! Roberto Cauda, Capogruppo di San Damiano d’Asti, 7º Alpini.

    ROMA

    Il 24 luglio alla festa del Gruppo di Accumoli, Sezione di Roma. Un mese dopo il finimondo, non lo meritavano. Stefano Neri, btg. L’Aquila.

    BERGAMO

    Correva l’anno 1959, era metà luglio, la 37ª batteria del Gruppo Pieve di Cadore era impegnata in un’impresa ardita nella zona del Lagazuoi con un pezzo d’artiglieria al seguito, trainato da un trattorino a sua volta strattonato e trattenuto da uno stuolo di giovani artiglieri alpini. C’era ancora neve su per i canaloni, le panse longhe erano partite alle quattro del mattino e completarono l’opera alle nove di sera, tutte stanche morte. Tra queste c’ero anch’io, fresco di naja. Due giorni dopo scrivevo a mio fratello: “Se non ci fossero un po’ di spirito di corpo e l’amore alla propria bandiera, checché ne dicano tutti i menefreghisti, non so come si potrebbero compiere imprese come quelle dell’altro ieri”. Siamo nel 2016, sono passati 57 anni ma il mese è sempre luglio, e mi trovo con un mio amico al Passo Falzarego, apro il baule dell’auto e prendo gli scarponi. Lui mi guarda con fare interrogativo. Siamo partiti per fare un giro in macchina per i passi dolomitici e non certo per salire delle vette, ma è più forte di me, quelle cime mi hanno stregato: devo salire il Lagazuoi. Il mio amico scuote la testa e mi lascia fare, lui mi aspetterà in basso. Mi avvio, ma il passo è quello che è, pure l’agilità non è quella di una volta, ma la voglia è tanta, perciò decido di proseguire. Dopo una lunga scarpinata “conquisto” la cima del Lagazuoi. La vista è fantastica, stupenda, indimenticabile, infatti io la ricordo così da allora e mi sento il cuore battere forte. È il momento della commozione e della gioia. Tolgo il telefonino dallo zaino e faccio il numero di casa. Quando sento la voce di mia moglie si fanno strada le lacrime, lei si preoccupa, ma la tranquillizzo subito: «Sono lacrime di gioia. Sono tornato sul Lagazuoi, ho rivissuto i miei vent’anni. Ciao amore, un bacione!» Luigi Furia, 6° Artiglieria da montagna.

    BOLZANO

    Sono nato alpino, non avrei potuto essere altro. Mio papà comandava una Compagnia distaccata in Val di Vizze, a poche decine di metri da casa e ricordo che da piccolo trascorrevo molto del mio tempo libero in caserma. Quello era il mio mondo e fin da bambino ho sempre immaginato che sarebbe stata anche la mia vita. Di ricordi ne ho tanti, tra i più vivi sicuramente l’emozione provata per l’assegnazione da giovane tenente alla brigata Tridentina, la tristezza per lo scioglimento dell’11º reggimento, il primo in cui ho prestato servizio, l’amarezza per non aver potuto a causa di un infortunio, essere alla testa della mia Compagnia che sfilava a Bassano durante l’Adunata Nazionale del 2008, le risate con gli amici Massimo e Riccardo, “andati avanti” in Afghanistan e i volti bruciati dal sole, ma soddisfatti dei miei alpini al rientro dalle escursioni estive in Adamello. Del 2016 ricordo il 15 maggio, durante l’Adunata ad Asti, dietro le tribune, il Ministro della Difesa Pinotti mi ha stretto la mano e, facendo riferimento anche ai precedenti Campionati sciistici delle Truppe Alpine, mi ha fatto i complimenti per il lavoro svolto. Ten. col. Stefano Bertinotti, alpino in armi 6º reggimento.

    CIVIDALE

    Come ogni anno ci sono più giornate belle all’insegna dell’alpinità! L’incontro con i bambini nelle scuole, il ricordo per i nostri Caduti, le varie feste di Gruppo e l’adunata nazionale! Quest’anno in particolare è stato emozionante rincontrare gli alpini e i volontari che 40 anni fa hanno dato una mano al Friuli per rialzarsi dalle macerie del terremoto del 1976. Sono state delle giornate toccanti soprattutto pensando a quello che sta vivendo la gente del Centro Italia. Maurizio Gamberini, 8° Alpini.

    CARNICA

    La partenza, con i miei volontari, per il Centro Italia nelle zone colpite dal sisma. Mi sono sentito fortemente coinvolto in una manifestazione solidale di grande portata verso chi ha perso ogni cosa, cercando di portare almeno la speranza per il futuro. Un’esperienza che mi ha arricchito trasformando i momenti di dolore in giornate degne di essere vissute. Graziano Petris, istruttore al Car de L’Aquila.

    CASALE MONFERRATO

    Lo scorso 16 aprile, all’8ª edizione della rassegna canora “Dante e Battista”, dedicata agli storici Capigruppo di Occimiano, si sono ritrovati sul palco oltre 250 alunni. Alternando canti alpini e canti d’amore hanno attualizzato il tema del concorso: “L’amore al tempo della guerra”. Grande commozione in sala quando un coro ha cantato “Signore delle cime” a voce scoperta, dedicandolo a tutti i cari defunti! Toccante l’esecuzione del “Testamento del Capitano” cantato da alunni e insegnanti; sorprendente il graditissimo bis fuoriprogramma con “O surdato ‘nnammurato”. Anno dopo anno passano sul palco centinaia di alunne e alunni e ci riconoscono meriti e competenze fondamentali per il nostro vivere e nel tramandare i valori fondanti della Patria. Ernesto Berra, Capogruppo di Occimiano, 2º Alpini.

    BASSANO DEL GRAPPA

    Non ho dubbi, in proposito. Mentre stavamo visitando, con alcune classi delle Medie, i siti storici sul Monte Grappa, mi si avvicinò uno di loro, un ragazzo dalla pelle scurissima al quale sorridevano perfino gli occhi. Mi chiese: «Potrò fare anch’io l’alpino?». Un po’ sorpreso gli domandai a mia volta: «Sì, certo. Ma perché ti piacerebbe fare l’alpino?». «Perché, tra di voi, mi sentirò finalmente amato e protetto». Nascondendo a stento una lacrima, lo abbracciai. Seppi poi, che era sbarcato a Lampedusa quattro anni fa dal Ciad. Gianni Idrio, 6° Artiglieria da montagna.

    PINEROLO

    Sarebbe scontato raccontare di qualche intervento di solidarietà e fratellanza con lieto fine che esalti il vero spirito alpino. In realtà da Capogruppo di un piccolo paesino montano, per fortuna lontano da terremoti e calamità naturali, a parte prodigarci per reperire qualche fondo da inviare alle zone invece colpite da tali tragedie, non abbiamo fatto grandi opere umanitarie. Al contrario posso dire che quest’anno il nostro Gruppo ha partecipato al funerale della madrina Graziella Priotto, che ha sempre profuso un impegno costante a sostegno degli alpini, e se questo non c’entra niente con il giorno più bello, è stato comunque uno dei più toccanti. Partecipare alle Adunate, in particolare a quella nazionale, è sempre un’emozione esclusiva perché, a parte la festa che fa da contorno alla giornata, il momento della sfilata è entusiasmante: vedere quella marea di gente che, chi per curiosità e chi per convinzione, applaude al passaggio della parata, ti fa capire quanto siano importanti e amati gli alpini. Se poi ti capita di incrociare per caso, tra le seconde file della gente, lo sguardo commosso di qualche persona più anziana, che ha vissuto in prima persona la guerra e tutte le atrocità che la accompagnano, e che gli alpini gli ha visti con i fucili a combattere e non solo a sfilare, e che forse proprio tra gli alpini caduti durante i combattimenti c’era qualcuno a loro caro, allora ti si stringe il cuore e ti senti molto piccolo ai loro occhi, ma allo stesso tempo, investito da molteplici emozioni, orgoglioso e felice di essere lì a sfilare per manifestare la continua importanza, grandezza e semplicità degli alpini. Willi Bonnet, Capogruppo di Lusernetta, battaglione Saluzzo.

    SAVONA

    Il giorno più bello e suggestivo vissuto da alpino è stato il 22 gennaio. Nella ricorrenza della tragica ritirata di Russia ho accompagnato Mariolina Cattaneo de L’Alpino all’incontro-intervista con due reduci, icone viventi della Cuneense: Ernesto Prando di Plodio (Savona), artigliere del gruppo Pinerolo e Albino Carbone di Finale Ligure, alpino del battaglione Ceva, mutilato e Medaglia d’Oro al V.M. Con memoria lucida e gli occhi umidi nel ricordo di chi non è tornato, hanno testimoniato le terribili traversie vissute e mai dimenticate. A seguito della pubblicazione dell’articolo su L’Alpino, che ha ben rappresentato una giornata vissuta all’insegna di forti emozioni, i fatti da loro vissuti, sono stati affidati alla storia. Luigi Bertino, 1º Artiglieria da montagna.

    FELTRE

    Per un alpino feltrino iscritto al Gruppo “Monte Cauriol”, il giorno più bello non può che essere quello dedicato alla ricorrenza del centenario della battaglia del Monte Cauriol dell’agosto 1916. Di sabato 27 e domenica 28 agosto serberò un ricordo particolare della Messa celebrata presso la ricostruita chiesetta del “Campigol del Fero”: lassù, vicino al cielo, ha potuto apprezzare appieno quei valori che costituiscono l’alpinità: ricordo e memoria verso coloro che ci hanno preceduto con il loro sacrificio e semplicità, sobrietà, solidarietà verso il prossimo. Lorenzo Marzemin, 7° Alpini.

    VARESE

    Tra le tante attività che svolgiamo al Gruppo, una in particolare ci sta a cuore: da qualche anno supportiamo la Croce Rossa locale per l’assistenza ai clochard, fornendo pasti caldi per il periodo invernale presso la stazione delle ferrovie della nostra città. I primi di ottobre ho incontrato una di loro. Mi strinse la mano e mi disse: «Cari alpini, quando ci vediamo?». «Presto!», risposi «…al primo freddo arriviamo!»; a quel punto la clochard si avvicinò e dandomi una carezza disse: «Grazie Alpini!». Ecco, quello è stato il giorno più bello del 2016! Quella mano tozza, non proprio pulita, ruvida e callosa, sul mio viso mi sembrò la più pulita, liscia e carica di affetto. Franco Montalto, 5º Artiglieria da montagna.

    VALTELLINESE

    Bormio, 25 febbraio ore 18,19. Durante la cerimonia di apertura delle Alpiniadi invernali il Presidente nazionale Sebastiano Favero consegna al Presidente sezionale Gianfranco Giambelli il vessillo della ritrovata Sezione Valtellinese, generata dalla riunificazione delle due Sezioni di Sondrio e Tirano. Due eventi in uno, entrambi di rilievo per la stessa storia dell’Ana. Gianfranco Giambelli, presidente sezionale, 5º Alpini.

    PADOVA

    Non è sempre semplice accompagnare i ragazzi delle scuole, tuttavia sentiamo il dovere di farlo per perseguire gli scopi associativi e perché convinti di contribuire seppur in piccola parte, a un futuro migliore. Lo scorso 3 maggio è stato un giorno speciale a Reggio Emilia: per l’attenzione prestata con compostezza dai ragazzi nella visita al Museo del Tricolore e ai luoghi di Giuseppe Verdi. Una volta tornati a casa, le loro riflessioni hanno manifestato consapevolezza e comprensione dei valori loro illustrati. Un forte segnale di speranza e fiducia certi che il tempo a loro dedicato sia ben speso. I ragazzi non aspettano che essere coinvolti, specie se dagli alpini. Giuseppe Nicoletto, 7° Alpini.

    ASIAGO

    Il migliore giorno da alpino del 2016 è stato senza dubbio il pellegrinaggio sull’Ortigara la seconda domenica di luglio dove, vista l’età, sono riuscito ad arrivare per la Messa alla chiesetta del Lozze. E spero di esserci anche l’anno prossimo! Bruno Omizzolo classe 1929, artigliere da montagna.

    TRIESTE

    L’idea era venuta a Paolo all’inizio dell’estate: «Un giorno portiamo gli alpini in barca a vela?!». L’idea mi piace e ne parliamo in sede. In breve i due equipaggi “alpinomarittimi” sono completati e il sabato stabilito si mollano gli ormeggi. Il vento è debole e di conseguenza la veleggiata è breve: si buttano le ancore, si indossa il costume da bagno e via tutti in acqua. Scovo nella cabina di prua un pallone dei miei nipotini che permette una sfida di pallanuoto tra le due barche. Vince la barca di Paolo. Tornati a bordo si mangia e si beve in spensierata allegria. Questo caro ricordo lo dedico a Paolo. Ora non va più in barca, ma giace in un letto, malato e sofferente. Dario Burresi, 3° Artiglieria da montagna.

    VICENZA

    Giunto a 70 anni ho pensato di fare largo ai giovani disponendomi a sostenerli, con lo spirito del padre di famiglia, per aiutarli ad imparare ciò che non sapevano già. Destino ha voluto che un malanno metabolico minasse la mia capacità deambulatoria tanto che mi fu consigliato di non avventurarmi tra assembramenti troppo numerosi per non subire spinte e conseguenti perdite di equilibrio, con possibili cadute e danni. La recente manifestazione a Vicenza delle Fanfare dei congedati delle Brigate Alpine sarebbe perciò stato un evento da evitare ma ciò che sentivo dagli amici e la grande risonanza che ebbe tra i vicentini, mi convinsero a vincere le mie riserve e la domenica mattina mi recai in Campo Marzo per salutare alcuni amici e assistere ai preparativi dell’evento conclusivo in Piazza dei Signori. Potei farlo solo grazie alla bontà di altri amici che favorirono la mia difficoltà motoria consentendomi un avvicinamento alla zona dove già si stavano riunendo i Congedati della Brigata Cadore per comporre la formazione con cui avrebbero fatto il loro ingresso nella piazza. Il nutritissimo stuolo di suonatori, in breve con pochi comandi del Maestro, completò ordinatamente lo schieramento e, dopo un via del mazziere, cominciò a suonare il “33”. Mi ci vollero alcuni attimi per capire che il calore che sentivo sulle guance erano lacrime, senza retorica e di pura commozione; non vi erano nemmeno moscerini tanto cari a Caprioli ad arrossare gli occhi. Anche il formicolio che si impossessava del mio corpo confermava il calore di risentire gli stessi echi impressi nella memoria, nel rivedere le stesse azioni compiute mille volte, con la familiarità e la naturalezza con cui opera chi vuol far capire che ogni cosa deve essere fatta bene, senza leggere e rileggere lo spartito. Così in quegli istanti ho deciso che quella domenica mattina sarebbe stato il mio più bel giorno del 2016 perché in me avevo ritrovato una fiamma ancora accesa ed essa mi chiedeva di essere alimentata. Roberto Pavan, 2º Alpini.

    UDINE

    Ogni giorno della vita è il nostro giorno più bello, se poi ne dedichi due al ricordo di un ragazzo, Ferdinando Urli Medaglia d’Oro al Valor Militare, morto a 23 anni sul Pasubio durante la Grande Guerra, allora diventano speciali e comprendi le parole sacrificio e senso del dovere verso la propria Patria. Mauro Ermacora, 11° Alpini.

    SALUZZO

    Il giorno più bello del 2016 è stata la nostra festa alpina, svoltasi ad Oncino il 7 agosto. Quando in chiesa saluti gli intervenuti e leggi loro le parole di una poesia alpina, scritta da mio padre nel lontano 1969, in occasione del mio reclutamento nelle truppe alpine “destinazione Bra”, e vedi la commozione sul volto di molti, vuol dire che sei entrato nei loro cuori e si è data importanza a quel giorno di festa alpina, ricordando i Caduti: “Non bisogna dimenticare”. Piero Formica, Capogruppo di Oncino, 4º Alpini.

    VALDAGNO

    L’inaugurazione della nostra nuova sede che ha visto la partecipazione di tante persone. In quella occasione gli alunni della scuola elementare hanno fatto dei disegni che riguardavano gli alpini. Ne ricordo uno, molto semplice, dove c’era scritto “GRAZIE ALPINI”. Lo abbiamo incorniciato e messo nella nostra sede. Queste due semplici parole ci hanno fatto riflettere e ci hanno resi orgogliosi di appartenere a questa splendida Associazione perché, se un bambino ci dice “grazie”, significa che gli alpini fanno qualcosa di veramente importante e sono sulla giusta strada, la stessa tracciata dai nostri veci. Questo è stato il regalo più bello che potevamo ricevere e questo resterà un giorno speciale. Maurizio Zordan, 7º Alpini.

    VERONA

    I bellissimi giorni, una ventina, in cui ho incontrato gli alunni di varie scuole, rappresentando il Circolo Culturale della Sezione, e ho potuto raccontare loro la storia e le vicende, recenti e passate del Corpo degli alpini, mostrando loro anche filmati e reperti d’epoca. Il loro entusiasmo, la vivacità talvolta magari eccessiva, ma sempre coinvolgente e l’interesse dimostrato mi hanno convinto della necessità di proseguire con questi incontri per trasmettere i valori che caratterizzano “noi, penne nere”. Enrico Martini, 6° Artiglieria da montagna.

    GEMONA

    Il 18 settembre a Gemona quando, assistendo alla Messa celebrata per ringraziare e ricordare i nostri alpini che quarant’anni fa ci soccorsero nel dramma del terremoto e guardando le colonne del Duomo ricostruite storte, il mio pensiero è andato ai nostri Fradis del Centro Italia colpiti negli affetti e bisognosi di aiuto. Ivano Benvenuti, 3° Artiglieria da montagna.

    DOMODOSSOLA

    Il giorno più bello è stato quello della gita alle cantine di Barolo, organizzata dal nostro Gruppo di Cosasca. Il perché? La compagnia non ha prezzo! Giovanni Rondoni, Capogruppo di Cosasca, 8º Alpini.

    CONEGLIANO

    Sicuramente il raduno del 2º Raggruppamento a Desenzano: ho incontrato tanti amici alpini che non vedevo da oltre 40 anni. Quanta emozione! Sono orgoglioso di essere alpino, è sempre una grande gioia. Narciso De Rosso, 8° Alpini.

    COMO

    Parecchi eventi mi hanno emotivamente coinvolto. Uno su tutti però si stacca nettamente dagli altri ed è rimasto impresso anche nel mio cuore, forse perché ha coinvolto un personaggio molto vicino alla Sezione di Como: l’11 ottobre il generale C.A. Giorgio Battisti, comandante delle Scuole di Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, per raggiunti limiti di età, ha lasciato il servizio attivo dopo 44 anni di fedele servizio alla Patria. Durante la cerimonia di saluto, tenutasi presso il centro sportivo Esercito della Cecchignola, il generale ha voluto che ad aprire la sfilata delle associazioni d’arma fossero le insegne alpine. Seguendo il nostro Labaro mentre portavo il vessillo della Sezione di Como scortato dal mio Presidente, salutati sull’attenti da qualche centinaio di “penne bianche” e da parecchi alti gradi dell’esercito delle varie specializzazioni schierati in formazione, devo ammettere che l’emozione provata era tale da essere fisicamente palpabile, quasi un ostacolo al procedere. Una grande emozione, un grande evento, per un grande Uomo. Enrico Bianchi, 5º Alpini.

    TRENTO

    Raccolto nei miei pensieri, assieme a 250 persone, assistevo alla Messa davanti alla ricostruita chiesetta del Monte Cauriol voluta cent’anni fa dal cappellano del Feltre, don Agostini. Pensavo a loro e li immaginavo davanti a me: Caimi, Manaresi, il gen. Nasci, don Agostini e tutte quelle figure eroiche che avevo visto e rivisto sfogliando le foto d’epoca. Ho pensato anche all’amico William Faccini che amava questi luoghi. Ero emozionato e commosso. Ora la chiesetta è lì ricostruita e loro da lassù ci proteggono e ci vogliono bene. Renato Loss, 2° Artiglieria da montagna.

    TREVISO

    L’8 giugno, ultimo giorno di scuola, quando assieme ai tre Gruppi del mio Comune, nel rispetto della tradizione degli ultimi anni, abbiamo organizzato il rancio per i 250 ragazzi della locale scuola primaria e i loro insegnanti, terminando l’incontro, come consuetudine, con i canti degli alpini e l’Inno nazionale che tutti, compresi i ragazzi originari dei Paesi più lontani, hanno cantato insieme a noi. Andrea Scandiuzzi, 11° Alpini d’arresto.

    VALLECAMONICA

    È difficile perché, per chi vive con passione la nostra vita associativa, ogni giorno che passa con gli alpini è un giorno di festa e di serenità. Scelgo il 18 aprile, giorno della mia elezione a Presidente di Sezione. Un momento importante che ti rimane nella mente; un giorno in cui avverti il peso delle grandi responsabilità che vai assumendo, ma anche la gioia e la fierezza di guidare una splendida Sezione. E alla fine su tutto ha vinto la gioia che, unitamente alla passione, mi aiuterà ad affrontare ogni cosa con serenità. Mario Sala, reparto comando Tridentina.

    MAROSTICA

    Senza dubbio il 24 maggio quando il mio Presidente mi ha chiesto di fare l’inquadramento storico-topografico, dalla Madonnina del Lozze, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita sull’Ortigara… un’emozione unica! Roberto Genero, 7° Alpini.

    PALMANOVA

    La maggior soddisfazione da me vissuta è stata partecipare alla giornata della consegna del Tricolore ai ragazzi delle scuole primarie. Mi ha riempito di gioia. A Campolongo al Torre (Udine) a maggio: un momento di grande emozione vedere gli alunni in ordinato silenzio, con lo sguardo fisso al Tricolore, ascoltare parole come Patria, dovere, alpini. Ho avuto la certezza, in quel momento, che per loro iniziasse un nuovo cammino. Alberto Plef, alpino reparto comando Julia.

    GORIZIA

    Senza dubbio domenica 19 giugno, quando ho avuto l’onore di essere l’alfiere della Sezione di Gorizia alla sfilata del raduno Triveneto, proprio a Gorizia. Ho provato assieme emozione e fierezza: tutti quegli applausi dei goriziani per noi alpini, hanno confermato la consapevolezza di esser parte di qualcosa di speciale e di avere per questo una grande responsabilità. Pierpaolo Silli, 8° Alpini.

    VITTORIO VENETO

    L’attesa in piazza Carli gremita di alpini il 24 maggio, un giorno lavorativo. L’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale prima rende omaggio al Sacrario militare del Leiten, poi alla Madonnina del Lozze; il suo discorso pregno di significato e di ricordi mi ha emozionato lasciando in me un particolare ricordo. Muzio Norcen, 3° Artiglieria da montagna.

    BARI, PUGLIA E BASILICATA

    Il giorno più bello l’ho trascorso a maggio al raduno sezionale di Paspardo in Vallecamonica. Gli abitanti di Paspardo e paesi limitrofi ci hanno accolto con tanto calore e affetto. L’essere tra tanti alpini, tra tante persone in armonia, tra le montagne coronate di tanti bellissimi pini, fiumi e ruscelli mi hanno nuovamente trasmesso quel senso di vera alpinità che ognuno di noi sente e io ne sono fiero. Bruno Chetta, 25º corso Asc alla Smalp.

    BOLOGNESE ROMAGNOLA

    Il 13 novembre, in occasione del 94º anniversario della fondazione della Sezione Bolognese Romagnola, con alla testa il vessillo della nostra Sezione e il Presidente Costa, abbiamo sfilato per le vie centrali di Bologna. Era da tempo, immemorabile, come ci hanno detto diversi bolognesi, che non si vedevano tricolori per via Ugo Bassi, via Rizzoli, Piazza Maggiore, via Indipendenza, il cuore pulsante della mia città. L’emozione di farne parte è stata enorme, c’ero anch’io. Retorica? Amor di Patria? Amore per il Tricolore? Amore per la mia città? Tutte questo unito al ricordo di chi non ha potuto sfilare con noi: i nostri amici andati avanti. Ma da una nuvoletta spuntavano i loro volti con il cappello in testa, Manaresi, Trentini e i tanti altri della nostra Sezione, era un po’ consunto il loro cappello e la penna un po’ curva da congedante, ma erano lì. Livio Franco, 6º Artiglieria da montagna.

    SICILIA

    Il 5 novembre sono stato a Monghidoro (Bologna) dove è stata inaugurata una lapide in ricordo del mio amico generale di Cavalleria, Pasquale Vitale, decorato al valor militare durante la seconda guerra mondiale. Per le sue gesta l’amministrazione di Monghidoro gli conferì la cittadinanza onoraria. Conosceva il valore degli alpini li rispettava e ammirava perché aveva combattuto al loro fianco quale comandante della seconda sezione “Cavalleggeri di Lodi” del 20º Gruppo Salmeria da Combattimento. Ho avuto il privilegio e l’onore di accompagnarlo diverse volte nel bellissimo borgo di Monghidoro, teatro delle sue gesta. Questa volta è stato “particolare” mi sono sentito come un orfano se penso a tutte le volte che ho accompagnato il generale Vitale: rivedere vecchie facce amiche e con loro ricordare i momenti trascorsi con il generale. È stato di nuovo molto bello. Mi sono commosso sino alle lacrime quando qualcuno dei cittadini di Monghidoro nel vedermi mi diceva: «Sei l’alpino amico del generale», ero fiero di essere riconosciuto come l’amico del generale Vitale. Lui mi ripeteva sempre che quando non ci sarebbe stato più, dovevo comunque venire a Monghidoro alla cerimonia al Parco delle Rimembranze e aggiungeva: «Così faranno anche te cittadino onorario e diventeremo concittadini…». Farò di tutto per essere ogni anno a questa toccante ricorrenza che adesso per me ha anche un particolare significato nel ricordo del mio amico generale. Maggiore Alfio Gulisano, 105º Auc alla Smalp.

    FIRENZE

    Il giorno più bello di quest’anno? Il 25 agosto, decisamente! È stata una grande soddisfazione alla mia età (sono del 1935) quella di percorrere con le mie gambe le 52 gallerie della “Strada degli Eroi” sul Pasubio! Una faraonica opera militare realizzata dai tanti minatori italiani e che ha visto tante sofferenze dei nostri alpini. Ho fortemente voluto visitare quei luoghi che videro protagonista, tra gli altri, 100 anni fa il ten. cappellano del 6º Alpini Giovanni Giorgis, divenuto poi vescovo di Fiesole (Firenze) e ricordato come “Vescovo delle due guerre”. Un’emozione molto forte che ho potuto vivere grazie all’aiuto logistico ed al sostegno morale degli alpini di Vallarsa e di Rovereto che mi hanno aiutato ad apprezzare questi luoghi storici e magnifici. Sergente Giovanni Parigi, 8º Alpini.

    MARCHE

    Durante l’organizzazione del Raduno delle Sezioni del 4º Raggruppamento del 2 ottobre organizzato dalla nostra Sezione ad Ascoli. A causa del sisma che aveva da poco interessato il nostro territorio montano, ci era sorto il dubbio sull’opportunità o meno di procedere nel suo svolgimento. Ho parlato con il Presidente nazionale Favero e, di comune accordo, abbiamo pensato fosse meglio procedere nello svolgimento del Raduno, soprattutto per manifestare direttamente alla popolazione locale colpita dal sisma, il messaggio di solidarietà e fratellanza che la nostra bella Famiglia alpina riesce a regalare in simili occasioni calamitose. Così è stato: un successo e un sorso di speranza! Mercuri Sergio, 4º Corpo d’Armata a Bolzano.

    MODENA

    Con Asti ho fatto 50: tante sono le mie partecipazioni alle Adunate nazionali dell’Ana. Ognuna da ricordare per come è stata vissuta, per quello che mi ha lasciato dentro, con il grande orgoglio di esserci stato. Giovanni Marchetti, 8º Alpini.

    LUINO

    Io con l’amico Marco Roncari, il nostro alfiere che ora riposa, ci guarda e protegge dal Paradiso di Cantore andiamo alla Messa officiata al Sacrario e lui mi dice, il gagliardetto lo devi portare tu! Per me è stato un onore impugnare il nostro gagliardetto ad una cerimonia così significativa. Mi tremavano le gambe a salire fin sulle terrazze di quel sacrario maestoso, che faceva riflettere su quanti morti aveva causato la guerra e quanto la tenacia degli alpini ma non solo, avevano contribuito a fare un’Italia unita. Sergio De Vittori, 8º Alpini.

    PIACENZA

    Non è un giorno di manifestazioni alpine con tanto di cerimoniale, fanfara e sfilata, ma un giorno qualsiasi della settimana. Un venerdì pomeriggio, il Gruppo di Castel San Giovanni decide di far visita a Franco, alpino del Gruppo e componente del Coro Ana Valtidone, ricoverato presso una struttura ospedaliera a causa di una malattia che lo ha reso invalido. Altri alpini in rappresentanza di altri Gruppi piacentini si aggregano e anch’io con loro. Franco si presenta nella sua carrozzina col cappello portato con la solita fierezza e il sorriso stampato sulle labbra. Si unisce al suo coro e insieme intonano canzoni alpine. Scorgo alcuni occhi lucidi e anch’io a stento trattengo la commozione. La platea è composta da altri degenti, dai loro parenti e dal personale medico. Tutti vengono automaticamente coinvolti dall’allegria e dal calore emanato da quella atmosfera che solo gli alpini sanno creare. Quel giorno ho colto il vero significato dell’amicizia, della fratellanza, la vera essenza dell’alpino. Franco era felice e anche gli altri malati, per qualche ora, hanno dimenticato le loro sofferenze. È stata una piccola opera di misericordia! Valerio Marangon, 8º Alpini.

    LECCO

    Il momento più significativo di questo 2016, è dedicato al ricordo dei 100 anni dalla morte del capitano Corrado Venini, Medaglia d’Oro a cui è intitolato il nostro Gruppo. Dopo un anno di ricerche sul nostro capitano, il ritrovarsi sul monte Maggio, nel punto esatto in cui venne ferito a morte da una scheggia di granata 100 anni fa, durante l’unico contrattacco italiano alla Strafexpedition, è stato il modo migliore per valorizzare un anno di grande impegno per tutti noi. Provare ad immedesimarsi, immaginare quei momenti e come doveva essere quello stesso posto esattamente 100 anni prima: il rumore, le voci, i comandi, il vento… da solo, con gli occhi chiusi e il cappello in testa… un momento di raccoglimento che non si può descrivere a parole, bisogna viverlo. Ivan Acquistapace, 2º Trasmissioni btg. Gardena.

    MILANO

    L’Adunata di Asti! Bella, ben organizzata ed emozionante come tutte le Adunate ma questa per me ha avuto un significato particolare. Ad Asti quest’anno è stata la prima Adunata con tutta la mia famiglia al completo, i miei figli Marina e Luca, mia moglie Cristina e i miei genitori. È stata un’emozione vederli a bocca aperta ammirare tutto l’infinito schieramento di alpini, di fanfare e beneficiare dell’incredibile ospitalità della città di Asti. Umberto Piva, 5º Alpini.

    PORDENONE

    Il 14 agosto, giorno in cui ho compiuto l’ascesa al Monte Pasubio attraverso la strada delle 52 gallerie in solitaria, mormorando l’omonima canzone di Bepi De Marzi e con la compagnia di qualche goccia d’acqua che di tanto in tanto bagnava il mio cappello alpino. Ascesa nella quale ho lasciato anche qualche lacrima pensando al dramma sconvolgente che hanno vissuto quei poveri soldati. Gilberto Nimis, 8° Alpini. SARDEGNA Sicuramente il 26 giugno quando presso la nostra sede di Sassari, si è tenuta la cerimonia di donazione di una poltrona speciale, per trasporto disabili e ammalati, ai volontari della Pubblica Assistenza di Calangianus, piccola cittadina dell’entroterra, perché venisse utilizzata nei servizi agli ammalati. La poltrona era stata precedente donata al nostro Gruppo dalla Sezione di Padova, attraverso l’alpino Eugenio Legora, nostro attivissimo collaboratore. Un bel gesto alpino che porta in sé tutti i valori che ci distinguono e una bella festa, conclusa con lo spirito di fratellanza che ci unisce, con un ottimo pranzo, allegria e canti! Guido Boccalario, 4º btg. Genio alpino Orta.

    NAPOLI

    Nel mese di settembre durante una esercitazione di Protezione Civile mi si avvicina una persona e mi chiede: «Voi siete gli alpini di Napoli?» Rispondo di sì, in cambio ricevo i complimenti per la nostra serietà. Un altro episodio mi ha reso felice di essere un alpino: durante il pranzo io e altri due alpini impegnati in questa esercitazione con varie Associazioni d’Arma, abbiamo rallegrato tutti con i nostri canti e le nostre storie. E anche qui, quanti complimenti! Dopo una giornata di lavoro “alpino” siamo tornati a casa felici ed orgogliosi di essere alpini. Marco Scaperrotta, 7º Alpini.

    PAVIA

    Ero a Bormio come accompagnatore della squadra di slalom della Sezione di Pavia, alle Alpiniadi invernali. I giorni di gara e poi la domenica le premiazioni, l’ammainabandiera e i saluti agli amici che si incontrano in queste irripetibili occasioni, lasciano nell’animo un non so che di malinconia e di nostalgia per i magici momenti passati insieme. Ma con la speranza che queste emozioni tornino presto! Ecco questi sono stati i giorni più belli del 2016. Aurelio Bolis, 6º Alpini.

    SALÒ

    Faccio parte del Gruppo di Sabbio Chiese da ventisei anni e sono Capogruppo dal 2002. Di giornate indimenticabili ne ho vissute molte e trovare la più bella è qualcosa di complicato. Ogni istante, ogni giorno trascorso scrive la propria storia. Ad esempio, la quotidianità che permette di confrontarsi con le realtà locali e con le nuove generazioni è qualcosa di veramente speciale. Dalle scuole alle case di riposo, in mezzo alla gente terremotata oppure essere tra gli invitati a un matrimonio, a una festa alpina o a un funerale, alla cerimonia del 4 Novembre o all’Adunata. Devo concentrarmi per scovare il giorno migliore. Gioia, tristezza, speranza, rassegnazione. Ognuno ha il suo perché! Ne scelgo uno. A marzo i miei alpini ed io ci siamo trovati ad affrontare la scomparsa del nostro indimenticabile vice Capogruppo Guglielmo. Tanti alpini lo hanno accompagnato, con un grande commiato. Alcuni giorni dopo trovai nella cassetta della posta una lettera scritta da un alpino dormiente che, a seguito dell’ultimo straziante saluto a Guglielmo, aveva percepito nel profondo della tristezza quali sono i veri sentimenti, i veri valori, la vera amicizia. Con la consapevolezza di aver perso anni preziosi lontano dagli alpini. Potrà sembrare strano, ma questa è stata per me una nota positiva all’interno di un momento così difficile e doloroso che mi ha aiutato a superare la perdita di un caro amico. Non c’è niente di più bello per un Capogruppo che sentire l’entusiasmo di un “nuovo” alpino con la voglia di integrarsi e confrontarsi, come a pretendere l’importanza della continuità e comunicare la necessità di mantenere saldi i nostri valori. Gli alpini, come tutti, “vanno avanti” ma lo spirito che li unisce rimane indelebile e sempre acceso nel cuore di ogni socio e dei propri Gruppi. Questo è veramente bello! Rudi Baruzzi, Capogruppo di Sabbio Chiese, 5º Alpini.

    VAL SUSA

    Nel 2016 ci sono stati due avvenimenti molto importanti e sentiti: il raduno di Raggruppamento a Susa che ha coinvolto tutta la Sezione e ha regalato alla nostra valle tre indimenticabili giorni di festa nel ricordo del passato alpino di Susa. L’altro riguarda il mio Gruppo ed è stato l’annuale raduno dei “lupi” della 34ª del “Susa”. A Oulx, la 34 e la caserma Assietta rappresentano l’ultimo distaccamento ancora attivo in tutto il panorama delle Truppe Alpine. Il privilegio in sé e la numerosa partecipazione, sempre in crescita, ci riempie d’orgoglio. La presenza del comandante delle Truppe Alpine gen. Federico Bonato, che proprio ad Oulx ha mosso i primi passi della sua straordinaria carriera, è stato il valore aggiunto all’edizione di quest’anno. Franco Bernard, 3º Artiglieria da montagna.

    PARMA

    Al raduno sezionale di Parma di giugno a Lesignano de Bagni, mio paese d’origine, durante la sfilata ho ricevuto una chiamata sul cellulare. Era Domenico Milani mio commilitone alla caserma Cantore di Tolmezzo nel 1959, nel 3º da montagna, Gruppo Udine, che aveva avuto il mio numero da un amico comune. Sono rimasto commosso e stupito da quell’incontro e si è rinverdita l’amicizia d’un tempo. Giuseppe Vitali, 3º Artiglieria da montagna.

    VALDOBBIADENE

    È stata la domenica sera dell’Adunata Nazionale quando è avvenuto il passaggio della stecca dalla Sezione di Asti alle quattro Sezioni trevigiane, fra le quali Valdobbiadene, per l’Adunata del Piave. È stato un momento di orgoglio e di emozioni, mi sono reso conto di aver caricato sulle spalle uno zaino alquanto pesante. Lino Bello, 11º battaglione d’arresto.

    ALESSANDRIA

    Il giorno più bello è sempre quando al Gruppo festeggiamo l’anniversario di fondazione delle Truppe Alpine… tanti amici alpini riuniti per commemorare e ricordare i nostri Caduti e dopo fare un po’ di festa tutti insieme! Luca Perdoni, Capogruppo di Tortona, 3º Artiglieria da montagna.

    COLICO

    Il 28 e il 29 maggio. Non uno ma i due più bei giorni del 2016: due giornate immerse nel ricordo del centenario della Prima Guerra Mondiale attraverso lo sguardo di giovani studenti. Noi alpini di Colico abbiamo avuto l’onore di percorrere un piccolo tratto della strada intrapresa dai colleghi della Sezione di Varese, che hanno fatto rivivere questa epica ricorrenza agli alunni dell’Itis Keynes di Gazzada attraverso diverse proposte di memoria che si sono sviluppate nel corso di un intero anno. Gli alpini di Varese hanno scelto il nostro territorio per ricordare alcuni dei luoghi della memoria: la Linea Cadorna e il Forte Montecchio Nord. Abbiamo percorso solo un piccolo tratto, ma molto significativo per noi “veci” di Colico. Abbiamo visto sguardi attenti e anche emozionati durante l’onore ai Vessilli, nella visita al museo e alle strutture del forte, all’alzabandiera e all’onore ai Caduti. Due plotoni compunti: uno fatto di alpini che hanno vissuto la “naja” e che cercano quotidianamente di testimoniare il valore di Patria, di amicizia e solidarietà, e un altro plotone costituito da giovani studenti attenti e consapevoli di vivere un’esperienza unica. Sono state due giornate intense per noi alpini, ma, alla fine abbiamo avuto la sensazione di aver ricevuto più di quanto abbiamo dato, come spesso ci accade. Stefano Foschini, Battaglione logistico Julia.

    VENEZIA

    Sabato 19 novembre in occasione della festa annuale del gruppo alpini di Fiume. È stata l’occasione per riunire attorno al monumento ai Martiri delle Foibe di Pisogne (Brescia) gli alpini del Gruppo Fiume, sparsi in tutta Italia, gli amici del Gruppo alpini di Pisogne, quelli dell’Associazione Fanti, i rappresentanti fiumani dei bersaglieri e degli artiglieri e il sindaco del paese. Il Gruppo Fiume, intitolato a Mario Angheben è piccolo, ma attivissimo e gode di discreta salute! Franco Pizzini, 3º Artiglieria da montagna.

    MASSA CARRARA-ALPI APUANE

    Nel 2016 diversi sono stati i giorni belli: quello del saluto agli alunni della scuola Pascoli di Asti, sorridenti e felici per il lavoro svolto nel precampo Adunata per rendere più bella la loro scuola; oppure ogni volta che iniziava il turno cucina a Musicchio, frazione di Amatrice, quando la popolazione ti abbracciava felice di incontrare un amico. Ma il giorno più bello in assoluto e stato sicuramente l’11 novembre, il giorno prima che terminasse il turno a Porto Sant’Elpidio per l’assistenza alle popolazioni terremotate. Quel giorno una signora con i suoi figli (tre gemelli di 4 anni) è venuta al campo per salutare e ringraziare gli alpini della Sezione Massa Carrara Alpi Apuane per quello che avevamo fatto per loro. Non me lo sarei mai aspettato e devo dire che mi sono molto emozionato. Il bacio di quei bambini, che porterò sempre nel mio cuore, è stata la più grande ricompensa che potevo ricevere. Sauro Lambruschi, 143º compagnia del battaglione L’Aquila.

    TORINO

    Un anno è lungo, ricco di eventi, incontri, buone e tristi notizie o avvenimenti che lasciano in noi una traccia importante, come ad esempio i “Babbi Natale in Forma”, alpini vestiti da Babbo Natale che ogni anno si ritrovano a dicembre per raccogliere fondi a favore dell’ospedale infantile “Regina Margherita” di Torino. Penso però che per un alpino, l’Adunata nazionale, sia sempre un qualcosa di particolare, riesce a unire emozioni, storia, ricordi, amicizia e fa sì che questo sia per me un giorno veramente speciale. Claudio Colle, Capogruppo di Torino-Parella, 1º Artiglieria da montagna.

    MOLISE

    Le giornate trascorse in compagnia degli alpini hanno tutte una nota che le rende particolari. Per me, quella più bella del 2016, è stata, senza dubbio, il 24 luglio, il dì in cui mi sono recato ad Accumoli, nel reatino, per portare il saluto del Presidente Favero e dell’intera Associazione, in quello che avrei scoperto essere un ameno angolo di mondo, formato da un intrico di viuzze, narranti storia, tra limpide casette e signorili “palazzotti”, convergenti sulla vasta piazza, dominata dalla Chiesa madre e dal monumentale campanile. C’era da “festeggiare” la ricostituzione del Gruppo e la costituzione della fanfara. E festa è stata, all’insegna del più genuino spirito alpino, volata via, come ogni cosa bella, tra i momenti dedicati alle diverse cerimonie e quelli di un piacevole fraterno “convivio”. Al commiato, nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto, di lì ad un mese esatto. Dalle ore 3.36 del 24 agosto Accumoli non esiste più, raso al suolo, anch’esso, dalla forza distruttrice del sisma che ha devastato il Centro Italia. Di esso non resta che il ricordo, divenuto altra pena, al devastare il cuore e a far mesta compagnia alla speranza di poter, un giorno, non lontano, tornato al pristino splendore, rivedere il luogo, dove, l’avervi assaporato la felicità, aveva imposto una dominante ai pensieri del rientro: «Alpino è veramente bello!». Oggi, invece, sono triste. Salvatore Robustini, Consigliere nazionale, 8º Alpini.

    IMPERIA

    Il giorno più bello è stato indubbiamente il 10 luglio, giorno di inaugurazione del monumento e dei giardini del nostro paese al generale Adolfo Rivoir. Giuseppe Turone, Capogruppo di Vallecrosia, 4º Alpini.

    INTRA

    È stato il giorno della sfilata all’Adunata nazionale di Asti, perché ero orgoglioso, e lo sarò sempre, di essere l’alfiere della Sezione di Intra. Giorgio Zaganelli, Capogruppo di Suna, 58º cp. sussistenza della Julia.

    VERCELLI

    Giornate piacevoli nella casa alpina ne ho vissute tantissime. Nell’ambito di una manifestazione del Gruppo Vercelli intitolato a Don Secondo Pollo è stato ricordato il valore di un grande uomo e di un grande alpino: il mio predecessore Giuseppe Tartaglino, al quale abbiamo donato la targa di Capogruppo onorario. La felicità immensa di questa persona ha gratificato me e tutto il nostro gruppo. Flavio Negro, Compagnia Comando btg. Mondovì.