Il generale scultore

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    La villetta è in fondo ad una stradina tranquilla, anche perché finisce proprio lì, a Bassano del Grappa. Il giardino, ben curato, confina con spazi verdi, a garanzia di una confortante riservatezza: un paio di bimbi sfrecciano sulle biciclettine, uno è particolarmente vispo e, naturalmente curioso: «Nonno, chi sono questi signori?». E il nonno sorride: «Sono amici, alpini, come il nonno».

    Il nostro cappello, certo, è inconfondibile: però su quello del nonno spiccano quattro stelle su sfondo bianco. È quello, infatti, di Biagio Abrate, generale di Corpo d’Armata, Capo di Stato Maggiore della Difesa per due anni, dal 2011 al 2013. Arriviamo a casa sua assieme a Vittorio Brunello, saggio e apprezzato direttore de L’Alpino sino al 2012 e a Lucio Gambaretto suo amico e coetaneo (entrambi a cavallo dei novant’anni, ma non ci crederesti), storici protagonisti della vita bassanese. Questa volta, però, non siamo qui a parlare di alpini, anche se sarebbe ovviamente facile e bello, visto l’interlocutore e come sicuramente apprezzerebbero migliaia di quanti hanno avuto il piacere di averlo come comandante, a cominciare dagli allievi ufficiali di complemento della Smalp di Aosta che lo hanno avuto come capitano formatore nella 1ª compagnia.

    La ragione della visita sono le sculture in legno: sì, perché Biagio Abrate, una volta libero dai gravosi impegni di Capo di Stato Maggiore, ha coltivato questa affascinante passione che lo tiene in contatto con uno degli elementi della natura, il legno appunto, più duttili, puliti e profumati, carico di quegli odori tanto famigliari alle corde intime del generale, nato 73 anni fa in una casa di agricoltori della Provincia Granda cuneese, a Sant’Albano Stura. E con la passione sono cresciute anche una indubbia abilità e manualità: il lavoro è infatti sempre eseguito solo con le sgorbie, i particolari scalpelli che hanno la lama in varie fogge e misure, che consentono di incidere il legno sino alla più sottile sfumatura. I soggetti sono quasi sempre a tema sacro e sono ospitati parte in casa ed in parte nel garage trasformato in ordinatissimo laboratorio.

    Qui, sulla parete spicca una oggettivamente affascinante Via Crucis, quindici (le 14 stazioni, più una) formelle di generose dimensioni e a fianco i pannelli con la descrizione, sempre scolpiti amano. Un lavoro che ha impegnato l’autore per centinaia di ore e che, probabilmente, non rimarrà appeso qui: «La mia intenzione – racconta il generale scultore – è donarla e mi piacerebbe che adornasse le pareti di una prestigiosa istituzione militare».

    Il generale parla con modestia e naturalezza del suo lavoro, ma, mi confermano, è sempre stato questo un suo tratto distintivo, non disgiunto dal suo eccezionale Dna alpino, mantenuto vivace da una vita sulle montagne e non soltanto in uniforme, indossata per quarantaquattro anni. E da una garbatissima ironia, come quando, dopo il rituale, ma solo accennato, brindisi vi offre il caffè: «Ma andiamo al bar, dice, non è lontano, qui a casa il caffè non è granché», sorride sotto i baffi. Speriamo che non l’abbia sentito la signora Maria Antonia, ammesso che a lei toccasse l’incombenza. Davanti alla tazzina, inevitabilmente, qualche ricordo: dettagli, nessuna sottolineatura di parti di una carriera pure straordinaria («sa, anche uno dei miei figli è militare, colonnello dei Carabinieri »; «come correvano gli autisti dello Stato Maggiore, ma guidavano davvero bene»; «eh, la Smalp, Aosta, un altro mondo…»). A presto generale, è ora di andare: buon lavoro e buon legno.

    Massimo Cortesi

    IL GENERALE BIAGIO ABRATE

    Nato a Sant’Albano Stura (Cuneo) l’8 novembre 1949, è laureato in Scienze politiche all’Università di Trieste e ha conseguito un master di 2º livello in Scienze strategiche all’Università di Torino. A inizio carriera, da tenente degli alpini, ha comandato il plotone fucilieri del battaglione Bolzano, quindi con i gradi di tenente e capitano, è stato comandante di compagnia al battaglione Trento e nel 1979 della compagnia Auc alla Smalp. Dal 1987 al 1990 è allo Stato Maggiore dell’Esercito raggiungendo il grado di tenente colonnello, per passare al comando del battaglione Bassano a San Candido. Nel 1992 viene nominato Capo di Stato Maggiore della Smalp e due anni dopo, con il grado di colonnello, comandante del Distretto militare di Firenze. Dopo un’esperienza al ministero della Difesa, dal 1998 è stato prima vice e poi comandante della Taurinense, guidando la “Multinational Brigade West” a Pec in Kosovo, comando per cui è stato insignito della Croce di Bronzo al merito dell’Esercito, una delle tante medaglie e riconoscimenti che ha ottenuto in carriera. Da fine 2000 un susseguirsi incarichi al vertice: prima Capo di Stato Maggiore delle Truppe Alpine, poi da generale di Divisione capo di Gabinetto del ministro della Difesa per tre legislature, fino a essere nominato nel 2010 Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti. Promosso generale di corpo d’armata, viene nominato Capo di Stato Maggiore della Difesa fino al 30 gennaio 2013.